“Renzi e le riforme promesse”. È questo il titolo del sondaggio realizzato dall’istituto demoscopico ISPO su un campione ponderato per genere, età e macroarea di residenza della popolazione adulta italiana; il metodo di raccolta delle informazioni adotto è stato quello CAWI (Computer Assisted Web Interview). Venendo dunque alla rilevazione, questa consiste in un unico – seppur complesso – interrogativo su come Matteo Renzi si sta comparando – fatti e promesse alla mano – in veste di presidente del Consiglio circa i temi dell’economia e del lavoro anzitutto. Le possibilità di risposta sono le seguenti: A) Renzi fa tanti annunci ma realizzerà poco; B) Renzi sta attuando progressivamente le riforme promesse ; C) Renzi vorrebbe fare di più ma è frenato dalla burocrazia ; D) Renzi vorrebbe fare di più ma è frenato dal parlamento. Bene, il 67% degli interpellati opta per l’opzione A, mentre il 27 non si dice per nulla d’accordo sull’affermazione che il premier, in sostanza, fa promesse da marinaio. Se il 54% si dice convinto che l’operato del leader politico del Pd e dell’esecutivo è frenato dal Parlamento (il 38% non vede nel ruolo delle Camere il vero problema e motivo dell’impasse), il 51% pensa che Renzi vorrebbe fare di più ma rimane imbrigliato nelle maglie soffocanti della burocrazia (anche se il 43% non crede a questa lettura). Infine il 31% opta per l’opzione D, ovvero che il presidente del Consiglio sta attuando progressivamente le riforme, cosa che non trova d’accordo il 64%.



All’indomani del discorso di Matteo Renzi alla Camera (prima) e al Senato (poi) per presentare il programma dei “Mille giorni” che farà – si spera – ripartire la macchina Italia, l’istituto demoscopico Piepoli ha realizzato un sondaggio per l’Ansa che ha registrato gli orientamenti di voto degli italiani. Prima di procedere alla lettura dei dati, è bene sottolineare che la ricerca è stata eseguita il 15 settembre con metodologia C.A.T.I. (Computer Aided Telephone Interviews), su un campione di 500 casi rappresentativo della popolazione italiana (maschi e femmine maggiorenni) segmentato per sesso, età, grandi ripartizioni geografiche e ampiezza centri proporzionalmente all’universo della popolazione italiana. Il Partito Democratico si conferma, e in scioltezza, la prima forza politica italiana: dal 40.8% conquistato alle Europee del 25 maggio, i dem calano al 40.5%, ma si mantengono comunque stabili rispetto alle ultime rilevazioni. Rimanendo sempre nella coalizione di centrosinistra ecco che Sinistra Ecologia e Libertà cresce leggermente e dal 2 passa al 2.5%; altri partiti dello schieramento mettono insieme un 1%, che sommato alla quota Pd e Sel dà al centrosinistra il 44% delle indicazioni. In timido aumento di consenso (+0.5) anche Forza Italia, che tocca il 15.5%. Stabile invece la coalizione Nuovo Centrodestra-Unione di Centro: i due partiti sono dati al 3.5. E cresce – sempre di uno 0.5% – anche Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, al 3%. Boom invece della Lega Nord: il Carroccio di Matteo Salvini tocca quota 7% su scala nazionale. Infine le altre formazioni di centrodestra raccolgono un 1% che sommato a tutti gli altri partiti portano la coalizione al 30%, ben lontana dal centrosinistra. Last but not least il Movimento 5 Stelle: i pentastellati di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio fanno registrare una leggera flessione (-0.5%) attestandosi sul 21% delle preferenze di voto.

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