Ancora nulla di fatto per quanto riguarda l’elezione dei due giudici della Corte costituzionale. Nessuno dei candidati ha raggiunto il quorum dei tre quinti del Parlamento riunito in seduta comune, pari a 570 voti. Donato Bruno si è fermato a 511 voti, Luciano Violante a 518. Al termine del voto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha diffuso un comunicato in cui si afferma che “il succedersi senza risultati conclusivi delle votazioni del Parlamento in seduta comune per la elezione dei componenti laici del Csm e dei giudici della Corte Costituzionale destinati a succedere ai due che hanno completato il mandato, solleva gravi interrogativi”. In serata il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, si sono incontrati a Palazzo Chigi per discutere il da farsi. Ne abbiamo parlato con Lanfranco Turci, ex presidente della Regione Emilia-Romagna ed ex deputato dei Ds, molto vicino in passato a Napolitano.
La bocciatura dei candidati alla Consulta e al Csm riguarda solo i nomi dei candidati o esprime un malcontento più generale dei gruppi parlamentari?
Nel caso di Luigi Vitali, uno dei candidati per la Consulta proposti da Forza Italia, nelle resistenze del Pd sicuramente hanno giocato i precedenti relativi alle leggi ad personam proposte appunto da Vitali. Nel caso invece della Corte costituzionale, sicuramente lo stallo è l’espressione di un’insoddisfazione del Parlamento verso l’asse Berlusconi-Renzi.
Durante il vertice tra Renzi e Berlusconi è stato concordato di accelerare sulla legge elettorale. Come valuta questo fatto?
Berlusconi ha bisogno di tenere saldo l’asse con Renzi sulla legge elettorale per non trovarsi con una riproposizione del Mattarellum. Forza Italia è il terzo partito politico, e sarebbe quindi fortemente danneggiata dal Mattarellum. C’è una convergenza per cercare di salvare l’Italicum e portarlo avanti, anche se lo stesso Renzi ha riconosciuto l’esigenza di alcune modifiche all’attuale impianto. Immagino dunque che l’accordo sull’accelerazione per la legge elettorale proponga alcune modifiche, ma sostanzialmente mantenga i difetti fondamentali della legge precedente.
Il fatto che Renzi e Berlusconi si accordino per fare al più presto la legge elettorale comporta un’ipoteca grave sulla continuazione della legislatura?
A Renzi farebbe comodo avere questa legge elettorale, in modo che se le cose vanno male possa ricorrere al voto anticipato. A Berlusconi questa mossa conviene perché comunque si mette al coperto anche per la sopravvivenza di Forza Italia nel caso in cui si vada a votare. Potrebbero esserci cioè due motivazioni diverse, che però portano gli uni e gli altri a convenire sul fatto di accelerare sull’Italicum. Anche ammettendo che la spinta più forte per l’accelerazione venga da Renzi, se Berlusconi ha accettato significa che in questo modo sta salvando ciò che gli preme dal punto di vista degli interessi di Forza Italia.
Il problema dei gruppi parlamentari “nemici” per Renzi si sta dimostrando insolubile. Il voto lo potrebbe risolvere?
Dipende da quale sarà la legge elettorale. Se si mantiene l’attuale impianto dell’Italicum, con le liste bloccate, i problemi di Renzi si risolvono sicuramente. Renzi in qualche modo si terrebbe il potere di firma e questo deciderebbe delle sorti di grandissima parte dei parlamentari. Qualcosa sarebbe concesso anche alle minoranze interne, ma certo cambiando i rapporti di forza nell’attuale gruppo parlamentare che era stato eletto con Bersani segretario.
Quindi il braccio di ferro riguarda proprio i contenuti della legge elettorale?
Proprio così, le liste bloccate per Renzi risolverebbero qualsiasi problema. Le altre ipotesi circolate nelle scorse settimane, in base a cui si inseriscono le preferenze ma i primi tre nomi in ciascuna lista sono garantiti, darebbe comunque a Renzi un forte margine di manovra sul gruppo parlamentare. Quindi per ciò che riguarda il governo del gruppo parlamentare, Renzi in un modo o nell’altro avrebbe il suo vantaggio. Si tratta di vedere se però il segretario del Pd riuscirà a vincere le prossime elezioni, e ciò dipenderà da quando e in quali condizioni ci si andrà.
(Pietro Vernizzi)