Oltre ad aver eletto Giovanni Legnini nuovo vicepresidente, il plenum del Csm ha stabilito all’unanimità l’esclusione di Teresa Bene. L’avvocato e professore universitario, 47 anni, precedentemente indicato tra i componenti laici di Palazzo dei marescialli in quota Pd, non ha esercitato la professione forense per quindici anni (requisito richiesto dall’articolo 104 della Costituzione), quindi adesso bisognerà provvedere alla sua sostituzione. La decisione ha però sollevato numerose polemiche, a cominciare dalla diretta interessata: “I miei diritti di interlocuzione sono stati platealmente violati”, ha detto, giudicando la scelta presa “errata, infondata e strumentale”. “Spiace che tutto questo avvenga ad opera di un organo di rilevanza costituzionale”, ha aggiunto. A riguardo è intervenuto anche il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano: “Sono rammaricato di quello che è accaduto – ha rilevato il presidente della Repubblica – Può esserci stata frettolosità e disattenzione da parte del Parlamento nel pur laborioso processo di selezione per i rappresentanti del Csm”. Nata a Casoria (Napoli), Teresa Bene è stata consulente dell’attuale ministro della Giustizia Andrea Orlando all’epoca del governo Letta (Orlando era all’Ambiente): sembra sia stato proprio il Guardasigilli a proporre il nome di Bene come componente laico del Csm.