Matteo Renzi ha tenuto oggi il discorso di chiusura del semestre di presidenza italiana dell’Unione europea davanti al parlamento europeo in seduta plenaria. Prima di lui era intervenuto il presidente dell’euro parlamento, Schulz, che ha ricordato quanto successo a Parigi in questi ultimi giorni riallacciandosi alla liberazione dei campi di concentramento nazisti di 70 anni fa: “Dobbiamo essere compatti contro la paura. Non farci contagiare dall’odio degli attentatori di Parigi. Difendere la dignità di tutti e la vita di ogni essere umano. In questo Parlamento, con grande serietà e impegno”. Nel suo discorso il premier italiano ha ricordato che l’Europa si guida non pensando agli interessi del proprio paese ma a quelli di tutta l’Europa. Ha quindi sottolineato come l’Italia abbia dato al continente più risorse di quante ne abbia prese: “L’Italia ha contribuito a salvare Stati e istituti di credito di altri Paesi, senza prendere un centesimo per i propri istituti, che hanno dovuto mettere nuovi capitali dopo gli stress test, ma perché crediamo nell’Europa”. Ha poi detto che gli italiani sanno bene come la sfida sia a casa loro. Ha quindi chiesto un applauso per un grande europeista che si appresta a lasciare la scena, Giorgio Napolitano. Nel suo discorso Renzi ha anche espresso disappunto per la resistenza di alcuni paesi europei a norme di tutela del “made in”: “Il mondo reclama più Europa, non meno Europa. Ma dobbiamo dire la verità: questo tipo di Europa ha dato l’impressione di essere troppo spesso un modello basato sull’economia, sui parametri, sui vincoli. Al termine dei sei mesi possiamo dire che questo atteggiamento è stato un errore. Crescita e innovazione, al G20, sono risuonate ovunque. Noi dobbiamo essere alla guida di questo cambiamento”. E a proposito dei fatti di Parigi in conclusione ha detto come il contrario di identità non è integrazione ma anonimato e che il contrario di integrazione è disintegrazione e distruzione.