I lavori dell’aula del Senato sulla legge elettorale sono stati interrotti e riprenderanno martedì. Una scelta dettata apparentemente dalla conclusione dell’illustrazione degli emendamenti e dall’esame della riforma, e quindi dal fatto che martedì si ricomincerà con le prime votazioni. Anche se in realtà la vera motivazione è lo scontro senza quartiere che dilania i partiti ogni volta che si parla di Italicum. Ne è la prova la riunione di mercoledì cui hanno partecipato i parlamentari di Forza Italia, Gruppo Gruppo Grandi Autonomie e Libertà (Gal) e Popolari per l’Italia (Pi). L’incontro è culminato in uno scontro verbale molto duro tra Denis Verdini e Renato Brunetta. E altrettanto duro, non nei toni quanto nei contenuti, è stato il giudizio del senatore di Forza Italia, Augusto Minzolini, il quale ha detto di non essere d’accordo sulla legge elettorale, dichiarando: “Il cuore dell’Italicum, che riguarda il premio alla lista, collegato a soglie di sbarramento molto basse e con i capilista bloccati, fa sì che questa sembri una legge elettorale a immagine e somiglianza del Pd renziano, e questo è inaccettabile”. E ha aggiunto Minzolini: “C’è una contraddizione, in quanto non si può fare il premio di lista con delle soglie basse. In questo modo si finisce per creare uno scenario politico in cui si ha un unico grande partito delle dimensioni del Pd, altri piccoli partiti, perché con le soglie molto basse si favorisce la frammentazione, e un altro partito che sarebbe relegato a fare un’opposizione perenne. A quel punto questo secondo partito non sarebbe neanche Forza Italia bensì la Lega nord di Matteo Salvini”.
Senatore Minzolini, perché la discussione sulla legge elettorale è stata rimandata a martedì?
Molti non sono intervenuti perché si è proceduto all’illustrazione degli emendamenti già nella discussione serale. In più c’era un problema logistico, nel senso che gli emendamenti non sono ancora stati stampati e numerati. C’è quindi anche una difficoltà, in quanto ogni singolo parlamentare può parlare solo degli emendamenti che ha presentato, ma è chiaro che se sa anche quelli che hanno presentato gli altri l’intervento risulta più efficace. Dal momento che gli emendamenti presentati sono oltre 40mila, è evidente che c’era una difficoltà a parlare e a illustrarli.
Berlusconi ha già detto di sì o sta negoziando?
Berlusconi sta ancora negoziando e non ha detto di sì. La legge elettorale e la riforma costituzionale sono elementi strutturali che possono condizionare e determinare la fase politica nei prossimi dieci anni. Quando uno fa queste riflessioni, essendo una persona attenta e ragionevole, anche lui ha dei dubbi. Ci sono due aspetti importanti. Il primo riguarda il premio alla lista, e il secondo passaggio riguarda le preferenze.
Sul premio alla lista non è ancora stato raggiunto un accordo?
C’è un dibattito importante dentro a Forza Italia tra chi privilegia in ogni caso l’accordo con Renzi e chi invece ne fa una questione di contenuti e osserva che questo è un sistema assolutamente penalizzante per Forza Italia, anzi oserei dire addirittura letale. Inoltre non si può pensare a un accordo cambiato 17 volte in cui c’è uno solo che prende e gli altri devono dare. Anche perché alla fine siamo arrivati a un sistema fatto apposta per favorire e garantire il governo nelle mani del Partito della Nazione, cioè stavolta neanche del Partito Democratico bensì di quello di Matteo Renzi.
C’è un legame tra la partita sull’Italicum e quella per il Quirinale?
Potrebbe esserci come conseguenza. E’ evidente che se non si crea un sistema elettorale che sia confacente alle esigenze di tutti e che determini una situazione in cui tutti hanno esattamente le stesse chance di vincere, il nostro giudizio non può essere incondizionatamente positivo. Se facciamo un sistema in cui “si diverte” un solo partito, alla fine facciamo un sistema, una conta e una democrazia truccate. E’ evidente che diventa indispensabile a quel punto avere un nome di garanzia per il Quirinale che assicuri a tutti che non ci siano dei corti circuiti nella logica democratica del Paese.
(Pietro Vernizzi)