“Parlare di un presidente della Repubblica notaio è un controsenso da ogni punto di vista. La Costituzione assegna poteri amplissimi al capo dello Stato, e chiunque si troverà al Quirinale se ne accorgerà presto e li userà, come hanno fatto tutti i suoi predecessori”. Ne è convinto Peppino Caldarola, ex direttore dell’Unità ed ex deputato dei Ds, a due settimane dalla prima votazione per il Colle prevista per il 29 gennaio. La vicesegretaria del Pd, Debora Serracchiani, ieri si è detta convinta dell’importanza di un accordo con Silvio Berlusconi, e ha aggiunto che è “fondamentale il profilo internazionale. Serve anche perché i nostri rapporti con l’Europa sono fondati spesso da relazioni anche personali, sono relazioni che si costruiscono negli anni”.
Quale profilo serve per il presidente della Repubblica?
Le candidature più forti in questo momento sono quelle politiche, specialmente di area Pd, perché consentono a Renzi di immaginarsi un nucleo più ridotto di franchi tiratori. Se Renzi candidasse Veltroni, Bersani o Fassino, probabilmente il numero dei franchi tiratori sarebbe ridotto al lumicino.
Come vede invece candidature più legate al mondo dell’economia?
Le candidature di Ignazio Visco e di Mario Draghi potrebbero emergere in caso di blocco del Parlamento. Non sottovaluterei nemmeno due candidature cattoliche: quelle di Sergio Mattarella e di Enrico Franceschini. Dopo un “novennato” di un leader della sinistra laica come Napolitano, si potrebbe così dare la possibilità ai cattolici di rivendicare un periodo con un loro esponente.
Spesso si dice che Renzi vorrebbe un presidente “di secondo piano”. E’ davvero così?
Il capo dello Stato in Italia gode di una Costituzione molto aperta e su poteri immensi, come hanno dimostrato tutti i presidenti della storia repubblicana e in particolare gli ultimi. Non è affatto vero che il presidente della Repubblica nella Costituzione sia un notaio.
In che senso?
Il capo dello Stato nomina il presidente del Consiglio, non ha un campo definito di intervento e, come precisa l’articolo 90, “non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione”. Insomma l’inquilino del Colle ha sulla carta poteri più grandi di quelli che sinora tutti abbiamo ritenuto. L’idea di mettere al Quirinale una figura “di secondo piano” non è esente dal rischio che chi sarà eletto, una volta dentro, accorgendosi di avere molti poteri abbia voglia di esercitarli.
Ritiene che Amato sia ancora in corsa per il Quirinale?
Berlusconi sembrava averlo “bruciato”, ma Amato è sicuramente il personaggio con il background più forte per fare il capo dello Stato. E’ al tempo stesso un costituzionalista, un economista, ha avuto una lunghissima esperienza di governo, è molto noto nelle cancellerie della politica.
I nomi che lei ha fatto prima piacciono di più a Renzi o alla sinistra Pd?
Quello con il profilo “più adatto ai tempi” è Walter Veltroni, in quanto è stato uno dei fondatori del Pd. Dopo esserne stato segretario, è uscito dalla politica attiva senza traumi né ritorni. Veltroni potrebbe essere votato da gran parte del Pd, e lo stesso vale anche per Bersani.
Quali caratteristiche rendono “candidabili” Bersani e Fassino?
Quella di Bersani potrebbe sembrare una candidatura “di risarcimento”, in quanto si tratta di un leader che tutti riconoscono essere una persona perbene, che è stato da un lato sfortunato e dall’altra poco abile nel gestire un momento a lui favorevole. Di Fassino tutti conoscono due cose: da un lato la straordinaria capacità di lavoro, dall’altra un’esperienza internazionale molto legata all’Occidente e a Israele.
Mattarella ha le doti per fare il presidente?
Mattarella è una figura rimasta più nell’ombra, e questo potrebbe anche essere un punto di forza. L’ex vicepresidente del governo D’Alema non “sfonda” il video, ma ha un’eccellente biografia sul piano della lotta alla mafia, è stato un buon ministro della Difesa ed è una figura di una discrezione assoluta.
E Franceschini?
Franceschini ha i grandi vantaggi di essere un leader politico cattolico e di avere un’età che lo porterebbe a essere il presidente della Repubblica più giovane a “soli” 56 anni. Ha sufficiente duttilità politica, gode di un ottimo rapporto con Renzi e non va trascurato il fatto che nelle precedenti selezioni per i parlamentari è riuscito a portare un bel gruppo “franceschiniano”. Insomma stiamo parlando di personaggi tutti con delle qualità e su nessuno dei quali ci può essere un ragionevole veto.
Tra le donne chi avrebbe i requisiti?
Certamente la Finocchiaro, figura molto istituzionale. Infine come vede la candidatura di Romano Prodi? Non credo che Prodi possa essere candidato né votato da Berlusconi, e del resto non piace a Matteo Renzi. Ma soprattutto spero che il nome di Prodi non sia usato come l’altra volta, cioè buttato allo sbaraglio e poi lasciato andare.
(Pietro Vernizzi)