La vicenda Cofferati e quella del decreto fiscale “non aiutano a costruire un clima positivo” in vista del voto del Capo dello Stato. Lo ha detto Stefano Fassina a Rai News 24, precisando che “il modo sbrigativo, offensivo per la dignità di Cofferati con cui la sua scelta è stata trattata, pesa notevolmente sul Quirinale”. Allo stesso modo pesa “anche la vicenda del decreto fiscale che potrebbe premiare Silvio Berlusconi, capo dell’opposizione. Siamo di fronte a un conflitto di interessi enorme – ha detto Fassina – l’unico caso al mondo nel quale il capo dell’opposizione è potenzialmente oggetto di un intervento del governo”. Intanto per la prima volta nella storia della Repubblica le votazioni per il presidente della Repubblica saranno guidate da una regia “rosa”. Si voterà giovedì 29 gennaio con a capo il presidente della Camera Laura Boldrini e il presidente supplente del Senato Valeria Fedeli, che sostituisce il presidente Grasso, che a sua volta sostituisce l’ex presidente Napolitano. Saranno coadiuvate da altre due donne, segretari generali di Camera e Senato, ovvero Elisabetta Serafin e Lucia Pagano.



Un nome ci sarà e verrà comunicato ventiquattro ore prima del voto in programma il prossimo 29 gennaio. Lo ha annunciato Matteo Renzi durante la direzione nazionale, assicurando che tra una decina di giorni il Pd farà sapere chi proporrà come successore di Giorgio Napolitano al Quirinale. Stavolta non si può fallire, ha detto il premier che ha chiamato i suoi a una “prova di maturità” e a non ripetere i fatti del 2013. “In questi quindici giorni il Pd si gioca tutto, forse è il passaggio decisivo”, ha confermato il presidente Matteo Orfini, secondo cui “serve un nuovo presidente della Repubblica che sia all’altezza di Napolitano, che abbia un profilo di garante delle istituzioni e che abbia forza e autorevolezza internazionali nel rappresentare l’Italia”. La scelta del prossimo inquilino del Colle fa riavvicinare anche Forza Italia e Ncd: “Crediamo di dovere molto rispetto ai grandi elettori del Pd, che sono la maggioranza anche molto ampia, ma allo stesso tempo chiediamo che la scelta del presidente della Repubblica non si risolva in un conclave interno al partito, come se fossero le primarie del Pd”, ha detto in un’intervista a La Repubblica Angelino Alfano, mentre la Lega Nord ha già fatto sapere che non sosterrà un candidato proposto da Pd e Forza Italia: “Se uscirà un nome che va bene ad uno e all’altro difficilmente sarà un nome che va bene per gli italiani, e quindi la Lega sarà dall’altra parte”, ha precisato Matteo Salvini a Radio Padania. Intanto è tornato a farsi sentire anche Beppe Grillo, che sul suo blog ha parlato di un “cerchietto magico” per le presidenziali: “Lo disegna Ennio Doris sulla sabbia del Quirinale, si chiama Mediolanum – scrive il leader M5S – Insieme all’agibilità politica, che gli verrebbe garantita con la grazia attraverso la legge sulla truffa fiscale attraverso la manina di Renzie, è il prezzo per i voti di Forza Italia per il Quirinale. La politica non c’entra nulla, ma solo gli interessi di un privato cittadino condannato in via definitiva e espulso dal Senato, parodia di un imprenditore sulla soglia del disfacimento (vedesi Mondadori e Fininvest) che vuole salvare la sua quota in Mediolanum, il cerchietto magico”.

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