“L’Italia va avanti, chi prova a interrompere tutte le volte il percorso delle riforme possiamo dire che, per il momento, non ce la fa”. Così Matteo Renzi ha commentato il via libera del Senato all’emendamento presentato dal senatore Stefano Esposito, il cosiddetto “super canguro” che in un attimo ha spazzato via 35mila proposte di modifica. “E’ un grandissimo passo avanti, fatemi ringraziare le senatrici e i senatori, le deputate e i deputati. Oggi mattoncino in più nella costruzione delle riforme, le abbiamo promesse le stiamo facendo – ha detto il premier intervenendo a Davos in Svizzera per il World Economic Forum – La legge elettorale dopo la votazione dell’emendamento Esposito è molto più vicina, questo significa che l’Italia si avvia verso la possibilità di restituire ai cittadini il diritto di scelta”.



I due emendamenti proposti dal senatore del Pd Miguel Gotor sono stati entrambi bocciati. Gotor, che è definito “dissidente” all’interno del suo partito, aveva proposto liste con il 30% di candidati nominati dai partiti e il 70% di eletti con le preferenze. I suoi emendamenti avevano ieri provocati un terremoto all’interno del Partito democratico, rischiando una ennesima spaccatura all’interno. Sempre Gotor è intervenuto oggi al programma televisivo Agorà denunciando quella che per lui e altri membri del Pd è ormai una alleanza compiuta tra Renzi e Berlusconi: “Noi stiamo costruendo un sistema che è un eterno ritorno per la storia italiana. Renzi doveva asfaltare Berlusconi e i fatti ci stanno dicendo che ci sta costruendo un’autostrada insieme”. Quello che si sta delineando, ha aggiunto, è una spinta fortissima verso un bipolarismo che assomiglierà a un bipartitismo.



Si vota oggi per l’Italicum a Palazzo Madama: sono 321 i senatori chiamati a rispondere sull’emendamento, e la soglia di maggioranza, dunque, si assesta su 162 voti a favore. Non facili i conti che potrebbero o meno anticipare il risultato: i seggi conteggiati in seno al Partito Democratico sono in totale 108, ma a questi andranno tolti quelli dei 29 dissidenti che si sono già dichiarati contrari a quanto proposto da Stefano Esposito. Scelta Civica fa salire il numero di altri sette voti, e il Nuovo Centrodesta ne porta 36. Contando anche quello di una fetta del gruppo Per l’Autonomia, il numero si aggira intorno a 140. Arriverebbe a 146 se tutti i senatori a vita, 6 totali presenti a Palazzo Madama, votassero a favore. Comunque, circa una ventina in meno di quanto prevede la soglia di maggioranza: anche il tentativo di raggruppare i voti dei senatori ex Movimento 5 Stelle non è andato a lieto fine, in quanto almeno 12 su 17 hanno dichiarato di essere totalmente d’accordo con la proposta che è giunta dai dissidenti del Partito Democratico. Considerano i cinque restanti, la quota si aggirerebbe intorno ai 151. E’ qui che è intervenuto Silvio Berlusconi, dopo giorni di dibattito interno ed esterno al partito, e ha concesso al premier Matteo Renzi i voti di Forza Italia, o almeno quelli di coloro che si sono dichiarati a favore dell’approvazione del maxi-emendamento: si tratta in tutto di 41 appartenenti al partito. In cambio di questa scelta Berlusconi avrebbe ottenuto alcune sicurezze in merito ad una sua futura agibilità politica, indispensabile da riguadagnare per tornare sulla scena. Altri 19 membri di Forza Italia, capitanati dall’europarlamentare Raffaele Fitto, hanno deciso di dissociarsi dalla scelta e di proseguire per la strada che prevede una netta opposizione al Patto del Nazareno e all’Italicum stesso. L’emendamento, dunque, dovrebbe riuscire a scavalcare indenne la prova prevista al Senato. Intanto Renzi, intervenendo al World Economic Forum di Davos, ha chiarito che sull’Italicum “non molliamo di un centimetro” perché il Paese ha un disperato bisogno di riforme.

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