“Il futuro prossimo ci riserva un Berlusconi sempre più forte e in grado di condizionare Renzi e Amato al Quirinale con un ruolo molto più defilato da quello che ha avuto Napolitano”. E’ la previsione di Maurizio Belpietro, direttore di Libero, nel momento in cui la maggioranza sta riuscendo a tenere nelle votazioni sull’Italicum grazie all’appoggio dei senatori di Forza Italia.
Come cambiano i rapporti di forza tra Renzi e Berlusconi in funzione del voto sull’Italicum?
Il voto sull’Italicum rafforza Berlusconi, grazie a cui la maggioranza non è andata sotto. C’è una chiara frattura nel Pd, con da un lato l’ala più estrema del partito che ormai non vuole più votare le proposte di Renzi. Dall’altra il segretario-premier vuole andare avanti e ha bisogno di qualcuno che lo sostenga, e quindi si deve per forza legare a chi c’è sul mercato. Sul mercato c’è Berlusconi, e le cose per lui sono sicuramente cambiate in meglio.
Secondo lei Berlusconi che cosa chiederà in cambio a Renzi?
Quello che doveva chiedere lo ha già chiesto, e il primo risultato è stato che Renzi ha riportato Berlusconi al centro delle scelte politiche. Se riportiamo l’orologio indietro di un anno, il Cavaliere era fuori dai giochi, condannato e destinato a sparire. Confinato ai servizi sociali e impedito a candidarsi, sarebbe rimasto per parecchio tempo fuori dalla scena politica. Proprio nel momento in cui dovevano decidere sui servizi sociali, Renzi ha stretto con lui il Patto del Nazareno che tra alterne vicende ha sempre retto. Ciò vale sulla legge elettorale, sulla riforma del Senato e probabilmente reggerà anche per quanto riguarda l’elezione del presidente della Repubblica.
Berlusconi potrebbe anche chiedere un ritorno alle urne in primavera?
Questo lo escludo, a che cosa gli servirebbe? Solo se dovessero precipitare le cose si andrà alle elezioni in primavera perché Renzi vi si troverebbe costretto. Non penso però che questo scenario si verificherà, neanche se si provocasse una frattura profonda, con una scissione o un pezzo del Pd che vota contro. Il fatto che viga un sistema proporzionale come il Consultellum e la presenza nel Pd di figure che hanno dichiarato guerra al segretario, rendono per Renzi ancora più difficile il fatto di andare alle elezioni.
La vera questione è se converrebbe a Berlusconi…
Lo stesso leader di Forza Italia non ci guadagnerebbe nulla da un voto anticipato, anche perché la legge Severino gli impedisce di candidarsi. Anche senza andare alle elezioni, Berlusconi sta finendo i servizi sociali, non sarà più costretto a rincasare come Cenerentola e quindi potrà svolgere pienamente la sua attività politica. In questo modo può influire sul governo e su Renzi, avendo stretto un patto con lui, e quindi si trova in una situazione ottimale.
Che cosa accadrà invece nella partita per il Quirinale?
A meno di stravolgimenti, Renzi e Berlusconi hanno stretto un’intesa sul nome di Giuliano Amato e porteranno avanti la sua candidatura. Una parte del Pd voleva comunque Amato, il suo nome è sostenuto da tanti, piace allo stesso Cavaliere e non fa particolarmente ombra a Renzi. Amato è un costituzionalista e può vantare una certa esperienza, avendo fatto per due volte il presidente del consiglio.
Com’è il profilo di Amato sul piano internazionale?
Amato ha delle buone relazioni con gli Stati Uniti e con altri governi europei, tra cui la Francia, e tutto sommato può rappresentare il suo Paese sulla scena internazionale. Se non ci saranno incidenti di percorso ci troveremo Amato al Quirinale, Renzi a Palazzo Chigi e Berlusconi che cercherà di riottenere una piena riabilitazione politica cercando di trovare anche una sorta di pacificazione per questo Paese. Dal punto di vista del Cavaliere sarebbe quindi il massimo del risultato ottenibile.
Amato è una figura che unisce o che divide?
Le giro la domanda: secondo lei Napolitano è una figura che univa o che divideva? Al momento della sua elezione avrei detto che avrebbe diviso, perché era uno dei vecchi uomini del Pci, tra l’altro neanche di primo piano, e aveva persino applaudito all’invasione dell’Ungheria. Poi come si è visto, la figura che arriva a sedersi sulla poltrona del Quirinale è considerata il presidente degli italiani.
Con quali conseguenze?
Nonostante le sue scelte disastrose, tutto sommato il suo gradimento è sempre rimasto a livelli accettabili, cioè non è mai precipitato ai minimi storici. La gente ha quindi accettato Napolitano e si è anche dimenticata il suo passato. Penso che ora faranno la stessa cosa con Giuliano Amato. Gli italiani hanno la memoria corta e si dimenticano anche del fatto che nel 1992 Amato abbia messo loro le mani in tasca con un prelievo forzoso del 6 per mille.
Napolitano ha fatto dei passi verso il semi-presidenzialismo. Amato proseguirà in questa direzione?
Ricordiamoci che cambieranno le regole e che ci sarà una riforma costituzionale che attribuirà maggior potere al presidente del consiglio. Non ci sarà più il ping pong tra Camera e Senato, ed è quindi probabile che il ruolo del presidente della Repubblica sarà meno determinante di quanto sia stato negli ultimi 20 anni.
Quindi Amato non ricalcherà Napolitano?
Non credo proprio. Una stabilità politica legata a una base elettorale meno irritabile e meno in fibrillazione di quanto sia stata in questi anni, farà sì che il ruolo del presidente della Repubblica non sia più così determinante. Lo è stato in questi anni perché c’erano maggioranze fragili e molto divise. Se in futuro ci fosse una maggiore tenuta della maggioranza, non ci sarà più bisogno di un presidente che riempia tutti gli spazi.
(Pietro Vernizzi)