Romano Prodi è il nome proposto per il Colle da Pippo Civati, esponente della minoranza Pd. L’ex premier “è l’uomo più autorevole che abbiamo in questo Paese, noto a livello internazionale”, ha detto Civati ai microfoni di Rai News 24. Quella di Giuliano Amato è invece “una proposta che guarda molto al passato, non mi sembra che Renzi se lo possa permettere un nome così da Prima Repubblica”. Civati ha poi ipotizzato che all’interno del Pd possa effettivamente avvenire una scissione: “Non c’è bisogno di dividere il Pd, ma non posso escludere che questo accada. Non c’è nessun disegno per rompere”, ha detto nel suo intervento al convegno di Sel andato in scena a Milano.
A pochi giorni dal primo voto per eleggere il successore di Giorgio Napolitano, cresce l’attesa per gli incontri di martedì prossimo. Matteo Renzi, alla guida della delegazione del Partito Democratico, incontrerà a partire dal 27 gennaio i rappresentanti degli altri schieramenti politici per avviare le consultazioni che poteranno alla scelta del nuovo presidente della Repubblica. Ci saranno tutti, ma non Beppe Grillo e il suo Movimento 5 Stelle. “I giochi sono già fatti, noi decidiamo poco”, ha detto il leader M5S dal palco allestito ieri a piazza del Popolo a Roma dove è andata in scena la “Notte dell’onestà”. “Con tutto il rispetto, ci è andato Silvio Berlusconi, noi al Nazareno non ci andremo”, ha aggiunto Alessandro Di Battista, membro del direttorio M5S. “E’ la disonestà intellettuale che rovina i rapporti fra le persone. Abbiamo un buffoncello che ci dice ‘fate i nomi’ quando non dice i nomi neanche al suo partito. Ma andate affanc..o”, ha gridato Grillo che ha nuovamente puntato il dito contro Napolitano: “Se non fosse per un presidente che ha lavorato contro la democrazia oggi ci saremmo noi a governare le macerie di questo paese”. L’assenza del Movimento 5 Stelle alle consultazioni non sembra comunque turbare più di tanto gli esponenti Dem: “Ce ne faremo una ragione”, ha semplicemente commentato il vicesegretario Debora Serracchiani. Intanto, per quanto riguarda il toto-nomi, Matteo Salvini ha ribadito che “se i nomi che si leggono sono quelli di Prodi, di Amato e Veltroni possono votarseli loro, ma sicuramente i voti della Lega non li avranno mai”.