Oggi in Parlamento si vota per l’elezione del Presidente della Repubblica. Si tratta di un seggio elettorale presieduto dal presidente della Camera, Laura Boldrini, mentre il presidente del Senato Pietro Grasso sarà sostituito dal vicepresidente di Palazzo Madama Valeria Fedeli del Pd (in quanto Grasso è presidente supplente della Repubblica dopo le dimissioni di Napolitano). Nell’aula di Montecitorio saranno 1.009 i deputati e i senatori chiamati a votare, a questi si aggiungeranno 58 rappresentanti delle Regioni. Il primo atto della seduta comune è la lettura dell’elenco dei delegati regionali. Come previsto dalla Costituzione, le votazioni saranno tre: una oggi e due venerdì. La maggioranza richiesta per l’elezione è quella dei due terzi dei componenti, quindi 673 grandi elettori. Mentre dal quarto scrutinio il quorum diventa di 505 grandi elettori, ovvero la maggioranza assoluta dei componenti l’Assemblea. La votazione è segreta e per schede e votano prima tutti i senatori, poi i deputati e infine i delegati regionali. La “chiama” dei grandi elettori si ripete per due volte. Per garantire la segretezza ogni elettore entrerà nelle cabine (i catafalchi). A questo punto l’elettore procederà a scrivere a matita il nome del candidato su una scheda timbrata e firmata dal segretario generale di Montecitorio. Dopo aver segnato il nome del candidato, procederà a inserire la scheda ripiegata in quattro parti, nell’urna di vimini e raso verde (disegnata da Ernesto Basile), posta sotto la vigilanza di un segretario di presidenza. Terminata la votazione, lo spoglio viene fatto dal presidente della Camera, che legge in aula i nomi delle persone votate. Mentre il conto delle schede viene tenuto dai funzionari della Camera e dai componenti dell’ufficio di presidenza di Montecitorio, che fanno da scrutatori. Le preferenze dei candidati, per essere messe al verbale, devono essere almeno due. Chi invece riceve un solo voto viene considerato tra i voti dispersi. (Serena Marotta)



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