“Il centrodestra come l’abbiamo conosciuto in passato non c’era più da un pezzo, l’impasse di Berlusconi sul Quirinale non fa che evidenziare questo dato di fatto. A Berlusconi non conviene fare saltare il tavolo, perché le elezioni anticipate sarebbero tutte a vantaggio di Renzi”. Sono le parole di Gianfranco Fini, ex presidente della Camera ed ex segretario di Alleanza Nazionale. Su Sergio Mattarella “auspico si determini la più ampia convergenza possibile per il bene comune dell’Italia”, ha detto ieri il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Anche se il capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta, gli ha risposto: “Come deciso ieri con Silvio Berlusconi e approvato all’assemblea dei grandi elettori confermiamo che dalla quarta votazione Forza Italia voterà scheda bianca”.



La candidatura di Mattarella è la morte del centrodestra?

Il termine è un po’ perentorio. Il centrodestra come lo abbiamo conosciuto nel passato da tempo non era più tale. Quello che sta accadendo per l’elezione del capo dello Stato renderà probabilmente la crisi del centrodestra ancora più divaricante. In molti chiedono a Berlusconi: “Se oggi dici che Renzi non rispetta i patti, per quale motivo hai dato il via libera sulla legge elettorale a ipotesi che persino all’interno di Forza Italia non erano condivise?”.



Secondo lei a che cosa mirava Berlusconi?

Sto alle sue parole. Berlusconi aveva detto chiaramente che se Forza Italia avesse contribuito a riscrivere la legge elettorale, a discutere la Costituzione, a eleggere il presidente della Repubblica, nessuno avrebbe potuto negare il ruolo centrale del suo partito. Poi lo stesso Berlusconi in diverse circostanze ha posto il problema della sua agibilità politica.

Come interpreta l’impasse di Berlusconi?

Evidentemente lui e Renzi non si sono capiti al 100%.

Non si sono capiti, o Berlusconi sta iniziando a perdere i colpi per l’età?

Come lei sa, ho polemizzato con Berlusconi per tante questioni, ma non ho mai tirato in ballo il fatto che abbia 25 anni più di me. L’età non c’entra assolutamente nulla.



Lei quali conseguenze politiche vede per quanto sta avvenendo?

E’ presto per dirlo, Ncd e Forza Italia hanno detto esplicitamente che saranno più critici nei confronti dell’impianto riformatore presentato da Renzi, ma che questo possa portare a una cancellazione delle precedenti tesi sulla legge elettorale o addirittura a un annullamento dell’impianto riformatore della Costituzione è difficile da prevedere. Ma non è escluso che l’interesse esclusivo sia tutto di Renzi, e che qualora quel che resta del centrodestra dovesse fermare il disegno riformatore ne trarrebbe un vantaggio solo il premier, perché si andrebbe a elezioni anticipate.

Il piano di Renzi è andare al voto?

Renzi ha due tavoli su cui giocare: continuare a governare, confidando in quello che sta accadendo in sede europea, o andare al voto. E’ poi largamente prevedibile che il centrodestra nelle condizioni attuali abbia già perso le elezioni.

 

L’elezione di Mattarella potrebbe avere ricadute anche sulla tenuta del governo?

Ncd lo ha escluso, stiamo a quello che dicono. Nessuno capirebbe una crisi di governo per una diversa valutazione sul metodo con cui è stato scelto il presidente. Sarebbe veramente un bizantinismo incomprensibile. Mattarella viene dalla Dc.

 

C’è il rischio che sia più sbilanciato a sinistra di Napolitano?

No. Per come lo ho conosciuto io, è un uomo molto prudente, molto convinto di quelli che sono i suoi principi, ma non è mai stato un pasdaran o un ultras di qualche causa. Il paragone di Napolitano quindi proprio non lo vedo, e del resto vedo poco anche quello con Scalfaro.

 

A questo punto a Berlusconi converrebbe votare Mattarella?

Quando è convinto di una posizione, Berlusconi non si pone certo il problema della sua coerenza con quanto detto cinque minuti prima. E’ sempre stato molto abile nel far saltare il tavolo e nel rovesciare le carte. La mia impressione però è che si sia spinto un po’ troppo avanti. Se non c’è un fatto che in qualche modo gli consente di tornare sui suoi passi, non credo che lo voterà.

 

Lei come vede il futuro del centrodestra?

Molto nebuloso, nel senso che innanzitutto bisognerebbe partire da che cosa significhi una politica di centrodestra. Se si continua a partire dalle leggi elettorali, dalla rivendicazione della leadership, dalle alleanze, sono tutti argomenti vitali per il ceto politico, ma la sfido a trovare un solo elettore che si appassioni a questi temi. La mia perplessità sul futuro del centrodestra è che su alcune questioni nodali si stanno divaricando fortemente le posizioni.

 

I veri temi di destra sono diventati quelli della Lega di Salvini?

Salvini ha una politica analoga a quella di tanti movimenti che in Europa possono essere definiti di destra, anche se certamente la sua destra non è la mia. Ma non è neanche quella di Marine Le Pen o del Ppe. Per questo dico che occorre fare chiarezza su questioni che sono dirimenti.

 

(Pietro Vernizzi)