I primi tre scrutini per il Quirinale si sono risolti in altrettante fumate nere, anche se la candidatura di Mattarella prende sempre più forza. Dietro l’operazione che potrebbe portare al Quirinale l’ex ministro della Difesa c’è un politico di lungo corso come Giuseppe Fioroni, membro della direzione nazionale del Pd e sua volta ex ministro. Per Fioroni, “Mattarella risponde alla perfezione all’identikit tracciato insieme da Renzi e Berlusconi, e il leader di Forza Italia non ha nessun motivo per essere deluso”.



Fioroni, le piace Mattarella?

Mattarella è una proposta straordinaria come presidente della Repubblica. Risponde non solo al profilo di arbitro, ma ha anche doti di autorevolezza, competenza a livello istituzionale, difesa della Costituzione, integrità morale e legalità. Ha pagato uno straordinario tributo alla lotta alla mafia. Per chiunque in Parlamento abbia la bussola rivolta al bene dell’Italia, è difficile dire no a Mattarella.



Dopo questa mossa, il Patto del Nazareno è morto?

Legare Nazareno e morte è un ossimoro. Il Nazareno significa morte e risurrezione… e comunque quel patto ha rappresentato un grande senso di responsabilità nei confronti del Paese. E’ la più straordinaria stagione di riforme che l’Italia abbia mai visto o mai sperato, e quindi come tale siamo in presenza di qualcosa che deve proseguire per senso di responsabilità verso il Paese. Sarebbe veramente brutto che qualcuno si assumesse la responsabilità di dare all’Italia l’idea che non era un patto per gli italiani, per cambiare il volto del nostro Paese, ma una sorta di “scambio”.



Corre voce che lei sia uno dei registi dell’operazione Mattarella. E’ davvero così?

Mattarella è un personaggio di spessore… Era già nella terna del 2013, e da allora ruota intorno a lui una condivisione diffusa in ambito parlamentare così come nel Paese. Lo stile rigoroso di Mattarella, la sua umiltà profonda, il fatto di parlare poco e lavorare molto fanno di lui il presidente giusto.

Se Berlusconi non voterà Mattarella sarà un vulnus?

Berlusconi ha fatto un accordo con Renzi per cambiare l’Italia, non per cambiare il presidente della Repubblica. Però si è sentito con Mattarella. La telefonata di Berlusconi a Mattarella per annunciargli scheda bianca, e si tratterà poi di vedere se sarà così, non è solo bon ton istituzionale, ma anche un modo per dimostrargli apprezzamento per la sua caratura. E’ un modo per tenere un filo di rapporto e farlo sentire rappresentante di tutti e non di una parte.

Ora il Pd è unito. Il merito è di Renzi o di Mattarella?

Renzi ha condotto la sua partita con grande intelligenza, unendo il Pd e facendo una proposta che difficilmente può non essere condivisa. E’ una proposta rivolta all’intera maggioranza, e io mi aspetto che gli alleati di governo, a incominciare dall’Ncd di Alfano, lo votino compatti. Nello stesso tempo mi aspetto che il sostegno a Mattarella superi i confini dell’attuale maggioranza, perché il capo dello Stato deve essere espressione della porzione più ampia possibile del Parlamento.

 

Questa ricomposizione su Mattarella del centrosinistra, inteso come Pd e Sel, è anche una svolta politica?

A costo di ripetermi, per chi non ha retropensieri politici o non lega l’elezione del capo dello Stato con molte altre vicende che non hanno nulla a che vedere con quest’ultimo, è difficile dire di no a Mattarella. Questa è una proposta che Renzi ha fatto a tutto il Parlamento, prima al Pd, poi alla sua maggioranza e quindi anche alle opposizioni. Mi auguro che Vendola non sia l’unico ad accettarla.

 

Berlusconi si aspettava Amato, e in qualche modo si sente deluso…

Non credo che il presidente Berlusconi abbia motivo di essere deluso, alla luce del riconoscimento che gli viene per il suo sostegno al cambiamento dell’Italia e della Costituzione.

 

Il fatto che l’Italicum sia passato con i voti di Forza Italia prima dell’elezione del presidente della Repubblica non alimenta qualche sospetto?

Andare avanti sulle riforme è stato onorare quell’impegno che Pd e Berlusconi avevano preso con il presidente Napolitano di approvare le riforme nel più breve tempo possibile. L’Italicum approvato in seconda lettura andava in questa direzione.

 

Se anche Mattarella fosse il migliore sul piano del merito, che cosa risponde a chi contesta il metodo seguito?

Renzi ha ascoltato tutti, incontrato tutti e ha preparato un identikit condiviso da Berlusconi. Doveva essere un politico, ma non un politico “che giocava”, doveva essere un arbitro, ma essere autonomo e autorevole, avere qualità di alto livello istituzionale e di indubbia difesa della Costituzione, con la schiena diritta ed espressione di legalità e di moralità. Mattarella riassume tutto questo non solo nelle parole ma nei fatti, nella sua testimonianza ed espressione di vita.

 

(Pietro Vernizzi)