Ha confermato quanto detto di lui fino a oggi. Sergio Mattarella è giunto in Quirinale accolto dalla presidente della Camera che gli ha comunicato la sua elezione a Presidente della Repubblica. Davanti ai giornalisti, il nuovo capo dello Stato si è limitato a un brevissimo e succinto commento: “Il mio pensiero va alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini. E’ sufficiente questo”. Si è poi allontanato inaugurando così il suo mandato di dodicesimo presidente della Repubblica italiana.
Papa Francesco ha inviato un telegramma di congratulazioni a Sergio Mattarella. Nelle sue parole, l’augurio che il nuovo presidente possa “esercitare il suo alto compito specialmente al servizio dell’unità”. Telegramma anche di Silvio Berlusconi, “felice che l’Italia abbia un presidente della Repubblica che è uomo di principi, di competenza e di esperienza, in particolare di grande valore giuridico, cosa necessaria in questo momento”.
I risultati definitivi: Sergio Mattarella eletto presidente della Repubblica con 665 voti, sfiorando così il quorum dei due terzi che era di 673 voti. Segue Ferdinando Imposimato con 127 voti, quindi Vittorio feltri 46 voti, Stefano Rodotà 17, Giorgio Napolitano 2, Emma Bonino 2, Romano Prodi 2, Martino 2 voti. Voti dispersi 14, schede bianche 104, nulle 13. Ci sono stati poi anche dei voti singoli ad esempio Lino Banfi, Massimo D’Aema e Roby Facchinetti che hanno preso ciascuno un voto. Hanno votato 1000 elettori su 1009.
Chi è il nuovo Presidente della Repubblica? E’ Sergio Mattarella che anche se è ancora in corso lo scrutinio superando abbondantemente il quorum (ora siamo a 630 preferenze) diventa il dodicesimo della storia della Repubblica Italiana. Intato sul web inizia a girare il SMS che i vertici di partito hanno inviato ai grandi elettori del PD per ringraziare per l’esito delle votazioni: “Grazie per la serietà, siamo orgogliosi del Pd e di ciascuno di noi. Roberto, Luigi, Debora, Lorenzo e i due Matteo”. –
Chi è il nuovo Presidente della Repubblica? Manca poco per il vederdetto finale. Terminate le votazioni prosegue lo scrutinio ricordiamo che per il quorum basta raggiungere 505 voti essendo giunti oramai alla quarta votazione. Mentre si contano i vincitori e gli sconfitti politici di questo braccio di ferro che porterà all’elezione del dodicesimo Presidente della Repubblica tiene banco la spaccatura nel NCD dopo le dimissioni di Sacconi. Come riportano alcune agenzie, secondo fonti parlamentari, anche la capogruppo Nunzia De Girolamo starebbe pensando ad “un gesto importante”. Intanto mancano 50 voti per il raggiungimento del quorum.
Lo scrutinio in corso: al momento su 351 schede scrutinate su un totale di 1009 Sergio Mattarella appare chiaramente in testa con 244 voti. Lo segue Ferdinando Imposimato a quota 46 (i voti dei cinque stelle), Vittorio Feltri con 19 preferenze, Stefano Rodotà con tre voti, Roby Facchinetti (il cantante dei Pooh) un voto, Veltroni un voto e Martino l’ex ministro della difesa un voto. Cinque le schede nulle.
Lo scrutinio in corso: al momento su 351 schede scrutinate su un totale di 1009 Sergio Mattarella appare chiaramente in testa con 244 voti. Lo segue Ferdinando Imposimato a quota 46 (i voti dei cinque stelle), Vittorio Feltri con 19 preferenze, Stefano Rodotà con tre voti, Roby Facchinetti (il cantante dei Pooh) un voto, Veltroni un voto e Martino l’ex ministro della difesa un voto. Cinque le schede nulle.
Dopo il pellicano che si era appollaiato sul camino del Vaticano da cui durante l’elezione dell’ultimo Papa doveva uscire la fumata bianca o nera, adesso un altro curioso segnale interpretato come infausto da alcuni. La bandiera tricolore che sventola sul Quirinale è stata strappata dal suo sostegno proprio stamane a votazioni in corso per il nuovo presidente della Repubblica, per via del forte vento. Sulla rete ci si sbizzarrisce a commentare l’episodio: un segno di malaugurio sul nuovo capo dello Stato oppure il simbolo del paese che si vergogna di se stesso? Intanto si cerca di porre rimedio all’incidente prima che venga nominato il nuovo presidente (foto da twitter)
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Si è chiusa la fase di divisione del Pd cominciata nel 2013: dice così Bersani commentando l’ormai certa elezione di Sergio Mattarella. Una divisione cominciata proprio con le fallimentari elezioni al Quirinale di due anni fa che portò il suo partito a una devastante spaccatura. Secondo Bersani il Pd oggi è forte abbastanza per parlare con tutti senza partire dal presupposto che c’è qualcuno di indispensabile: “abbiamo la forza sufficiente per dire la nostra e per trovare nel parlamento anche la condivisione necessaria”.
Le dimissioni di Maurizio Sacconi da capogruppo di Area Popolare, il gruppo che unisce Ncd e Udc, al senato sono ufficiali, irrevocabili e a effetto immediato. Non è la sola spaccatura che sta emergendo nel partito di Alfano dopo la decisione presa stamane di votare Mattarella. Si è dimessa dal suo ruolo di portavoce del Ncd anche Barbara Saltamartini, in disaccordo con la decisione: voterà scheda bianca, ha detto. Per Giorgia Meloni di Fratelli di Italia la decisione di Alfano di votare Mattarella “spegne ogni barlume di autonomia del suo partito che si conferma ostaggio di Renzi”. Roberto Fico del M5S intanto sembra ormai rassegnato all’elezione di Mattarella: non abbiamo nessuna preclusione su di lui, ha detto, speriamo soltanto si dimostri davvero in grado di essere farinate di tutti i partiti.
Maurizio Sacconi, infuriato con la decisione dei colleghi di Area popolare di convergere sul voto a Mattarella senza attendere indicazioni ufficiali del gruppo stesso, avrebbe minacciato di dare le dimissioni dal suo ruolo di capogruppo. Secondo fonti parlamentari Sacconi avrebbe già presentato le sue dimissioni. Renato Brunetta invece parlando con SkyTg24 ha espresso rammarico per la decisione di Ncd di votare Mattarella: una decisione che dispiace ma che non mette a rischio il percorso di unità del centrodestra, ha detto.
Si chiariscono le posizioni di tutti i gruppi parlamentari che stanno partecipando alla quarta votazione, quella che quasi certamente porterà all’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Ncd, centristi di Ap e quelli di Popolari per l’Italia hanno assicurato il voto a Sergio Mattarella. Divisi gli ex grillini del gruppo Alternativa Libera sono divisi, in 17 per coerenza hanno fatto sapere che voteranno Rodotà, mentre in sei assicurano il voto a Mattarella. Forza Italia voterà scheda bianca, la Lega Nord continuerà a votare Vittorio Feltri, Movimento cinque stelle voteranno invece anche Stefano Rodotà. Al momento secondo i conti Mattarella dovrebbe raggiungere i 645 voti, ne bastano 505 per essere eletto. E’ intanto intervenuto l’ex capo dello Stato Giorgio Napolitano che ha espresso il suo totale apprezzamento per Mattarella: assoluta lealtà, correttezza, sensibilità, competenza istituzionale e imparzialità sue caratteristiche, ha detto.
Alfano ha detto sì: il Ncd voterà Mattarella, anche se non tutti all’interno del partito sono d’accordo. Ieri Renzi aveva incontrato personalmente Alfano per convincerlo a lasciare la posizione di Forza Italia: sei il ministro degli interni, come puoi non votare il candidato proposto dalla maggioranza, gli aveva detto il capo del governo. La risposta di Alfano: “Voteremo sì a Sergio Mattarella ma il metodo del premier Matteo Renzi resta sbagliato e l’appello di ieri non è bastato”. Come si sa, Alfano come Berlusconi aveva contestato il metodo, non l’uomo, la scelta unilaterale cioè del Pd di candidare Mattarella. Alfano come già Mauro dei Popolari per l’Italia alla fine ha promesso il suo voto. Forza Italia dal canto suo ha deciso che entrerà in aula anche se voterà scheda bianca, dopo aver minacciato fino a ieri di non entrarvi neanche. Intanto le operazioni di voto sono cominciate.
Oggi l’elezione del Presidente della Repubblica potrebbe avere l’esito sperato di trovare il consenso necessario attorno al nome del futuro Capo dello Stato. Le seguiremo come sempre, anche tramite la diretta streaming video della Camera dei Deputati e tramite i nostri aggiornamenti live della giornata. Come da previsioni si è arrivati alla quarta votazione, quella che dovrebbe essere la definitiva. Il quorum troppo alto, due terzi degli elettori, 673 voti, vista la risicata maggioranza di governo, precludeva sin dall’inizio la possibilità di eleggere il presidente della Repubblica nelle prime tre votazioni. Adesso invece il quorum scende drasticamente a quota 505, una soglia decisamente abbordabile per il Pd a meno naturalmente di franchi tiratori, la famosa ala contestatrice del Pd. Nessuno di loro, Civati in testa, ha però adombrato una simile prospettiva nei giorni scorsi. Ieri Renzi ha fatto il giro degli indecisi, Alfano in primis, chiedendogli di abbandonare la linea dura tenuta a sostegno di Forza Italia e cercando di convincerlo a votare Mattarella. Mario Mauro e i Popolari per l’Italia hanno invece dichiarato già ieri di loro iniziativa che oggi voteranno Mattarella e così dovrebbe fare anche Sel. Renzi sempre ieri al termine della terza votazione aveva lanciato un appello a tutti i partiti: “Siamo di fronte alla concreta possibilità che una personalità autorevole e stimata da tutti, un servitore dello Stato come Sergio Mattarella, diventi il presidente della Repubblica con un voto ampio di settori della maggioranza e dell’opposizione parlamentare. Non è una questione che riguarda un solo partito: la scelta del capo dello Stato interpella tutti, senza distinzioni. Per questo auspico che sul nome di Mattarella, presidente della Repubblica di tutti gli italiani, si determini la più ampia convergenza possibile per il bene comune dell’Italia”. La quota di 505 voti sembra dunque raggiungibile. Forza Italia invece voterà scheda bianca.