“L’errore di Berlusconi è stato quello di sopravvalutare un qualche ‘Silvio stai sereno’, cioè ha peccato di un eccesso di fiducia e di ingenuità nei confronti di Renzi. Eppure i segnali che le cose stavano prendendo questa piega erano già evidenti da giorni”. Lo afferma Paolo Franchi, editorialista del Corriere della Sera, alla vigilia della quarta votazione per l’elezione del presidente della Repubblica. Ieri Berlusconi è stato in collegamento telefonico costante con Alfano per cercare di determinare una linea politica comune. Forza Italia ha annunciato che voterà scheda bianca, ma i voti di Ncd, Scelta civica e Udc potrebbero essere decisivi per trovare una maggioranza su Mattarella.



Mattarella non è un uomo di Renzi. Gli è stato imposto da qualcuno?

Non credo che gli sia stato imposto. Il primo problema di Renzi era quello di ricompattare il Pd per il voto, e il secondo era quello di evitare persone che non venissero da una storia Pci/Pds/Ds, da Veltroni alla Finocchiaro, o dal Psi come Amato. E’ il tipo di candidato che senza essere ascrivibile agli amici di Renzi gli può andare bene. Ma la figura di Mattarella è una scelta che va bene anche alle minoranze Pd, perché appartiene alla tradizione cattolico democratica. Il primo ok Renzi lo ha avuto da Bersani, sempre che non sia stato l’ex segretario a proporre Mattarella…



Alfano, che è ministro dell’Interno, potrebbe votare contro Mattarella?

La partita che si sta svolgendo in queste ore, con la dichiarazione di Renzi che chiede le convergenze più vaste, è certamente decisiva. Nella Prima Repubblica è successo più volte che partiti che governavano insieme poi votassero in modo diverso per il presidente della Repubblica e che si formasse una maggioranza diversa. Che un ministro degli Interni voti contro il presidente della Repubblica in pectore credo sia una cosa del tutto senza precedenti. C’è sempre una prima volta per tutti, ma bisogna tenere conto del fatto che Alfano è in una situazione molto difficile. Adesso bisogna vedere se reputa sufficiente ciò che ha detto Renzi per cambiare la sua posizione.



Qual è stato l’errore di Berlusconi in tutta questa vicenda?

E’ possibile che si sia lasciato convincere da un qualche “Silvio stai sereno”, cioè da un eccesso di fiducia e di ingenuità nei confronti di Renzi. Probabilmente Berlusconi ha sopravvalutato la rottura del Pd sulla riforma costituzionale e poi ancora più clamorosamente sulla legge elettorale, dove i voti di Forza Italia sono stati determinanti. Ha creduto cioè nella portata strategica del Patto del Nazareno più di quanto ci abbia creduto Renzi. Il vero problema però è che il Patto del Nazareno funziona se il suo comando politico sta a Palazzo Chigi, ma smette di funzionare quando si sposta verso Palazzo Grazioli. Lo stesso Berlusconi avrebbe dovuto avere tutti i motivi per ricredersi già nei giorni precedenti, mano a mano che Renzi diceva: “Andiamo con un nome solo indicato dal Pd su cui io troverò l’unità del partito”. E’ evidente che quello doveva essere un nome con determinate caratteristiche.

 

Mattarella ha già la certezza di riuscire a essere eletto?

In questi casi non si esclude mai niente, neanche la possibilità che il “rottamatore” Renzi diventi rottamato nel giro di poche ore. E’ però veramente difficile, per non dire quasi impossibile, che Mattarella non ce la faccia. L’operazione potrebbe fallire solo in un caso: quello in cui Renzi per avere i voti di Alfano ed eventualmente di un pezzo di Forza Italia, si coprisse il capo di cenere e facesse affermazioni tali da fare scoppiare il proprio partito. A quel punto la minoranza del Pd non ci starebbe più. Ritengo però che questa ipotesi sia fantapolitica allo stato puro.

 

E se Renzi stesse usando Mattarella per tirare fuori un altro nome?

Bisognerebbe vedere quale maggioranza avrebbe sull’altro nome e se non esploderebbe un caso dentro al Pd. E’ peraltro un’ipotesi di cui non ho un riscontro neanche indiretto. Ma soprattutto non c’è una ragione logica per cui Renzi a questo punto dovrebbe abbandonare Mattarella al suo destino. Ci ha fatto un investimento, scommettendo sul fatto che entro venti giorni il caso con Berlusconi sarà quantomeno ridimensionato. Nello stesso tempo Renzi si porta a casa l’unità del proprio partito. Non ha alcuna intenzione di spostare a sinistra l’asse politico e programmatico del suo governo, ma solo di mettere pace in casa propria.

 

(Pietro Vernizzi)