L’anno politico si apre con un giallo. Una norma inserita “di soppiatto” potrebbe annullare gli effetti della condanna a carico di Silvio Berlusconi. L’articolo 19 bis, privo di un vero padre, ha subito alzato il livello dello scontro, con l’M5S che ha definito Renzi un “burattino” nelle mani di un “ventriloquo” come il leader di Forza Italia. Ne abbiamo parlato con Lanfranco Turci, ex presidente della Regione Emilia-Romagna ed ex deputato dei Ds.
Dopo la vicenda della norma “Salva Silvio”, come ne esce Renzi a livello di immagine e di strategia politica?
Il danno d’immagine è notevole. Nonostante Renzi abbia spostato subito i termini della questione, è evidente che non si può silenziare una vicenda di questa portata. Al di là delle intenzioni, lo steso premier l’ha rilanciata dichiarando che se ne occuperà solo dopo l’elezione del presidente della Repubblica. In questo modo Renzi lascia aperte tutte le strade e tutte le interpretazioni, compresa quella che il decreto sia stato effettivamente oggetto di un accordo tacito che potrà essere o meno confermato dopo l’elezione del presidente della Repubblica.
Renzi poteva non sapere che quello è di fatto un regalo a Berlusconi?
E’ molto difficile da parte di Renzi sostenere di non aver valutato la possibilità che questa norma potesse essere utilizzata da parte di Berlusconi. Parrebbe che il testo sia stato “cucinato” a Palazzo Chigi e che Renzi stesso lo abbia particolarmente patrocinato. Comunque non è una norma inserita da un singolo funzionario perfezionista o peggio corrotto.
E se fosse stata una defaillance degli uffici legislativi?
E’ un’ipotesi da escludere. Non è credibile che un funzionario, anche responsabile di un ufficio importante, possa avere inserito una norma di quel peso per cattiva interpretazione o per un’altra motivazione. Renzi stesso non ha minimamente tentato di avallare l’ipotesi dell’errore tecnico di un funzionario. E’ chiaro quindi che il presidente del consiglio era al corrente della vicenda, poi che ne abbia discusso o meno con i tre o quattro ministri interessati è un’altra questione.
Per Dagospia, potrebbe trattarsi di “un salvacondotto renziano in cambio dei voti azzurri per l’elezione” di Pier Carlo Padoan come presidente della Repubblica. Lei che cosa ne pensa?
Quando entriamo nel campo degli scoop di Dagospia si può ipotizzare tutto e il contrario di tutto. Una chiave di lettura molto maliziosa è che il decreto sia stato inserito come una carta di trattativa durante le votazioni per il presidente della Repubblica. Nelle intenzioni il “Salva Silvio” sarebbe poi stato reso effettivo dal Parlamento una volta che fosse stato eletto il nuovo capo dello Stato.
Quindi “Salva Silvio” ed elezione del presidente della Repubblica sono intrecciati?
Una delle ipotesi è che il Patto del Nazareno comporti l’elezione al Quirinale di un presidente “soprammobile” che si impegni da un lato a non disturbare troppo il cammino di Renzi e dall’altra a dare la grazia a Berlusconi. E’ però un percorso diverso rispetto all’approvazione dell’articolo 19 bis.
E’ concepibile che Berlusconi volesse una garanzia prima dell’elezione del presidente della Repubblica?
Questa è una delle possibili spiegazioni. Se c’è stata una vera trattativa tra le parti, potrebbe essere verosimile l’ipotesi che l’articolo 19 bis sia stato chiesto da parte di Berlusconi come una “caparra” in attesa del “contratto definitivo”. L’unico fatto indiscutibile è la paternità di Renzi su questo articolo 19 bis, ed è del resto impensabile che la norma sia stata stesa senza pensare anche agli effetti retroattivi.
Quali conseguenze avrà questa vicenda sull’elezione del presidente della Repubblica?
Ammesso che il ministro dell’Economia fosse uno dei nomi di riserva di Renzi o del Patto del Nazareno, è chiaro che questa vicenda indebolisce molto un’eventuale candidatura per il Quirinale di Padoan. A quest’ultimo è addebitata la responsabilità oggettiva di non avere tutelato la propria autonomia decisionale. Durante le votazioni inoltre, quanti hanno come obiettivo quello di non essere schiacciati dall’asse Berlusconi-Renzi, dopo questa vicenda avranno le antenne ancora più allertate.
Lo scrutinio segreto potrebbe fare saltare il Patto del Nazareno?
Lo scrutinio segreto a volte gioca effetti imprevedibili, ma mi sembra assai difficile che riesca a invertire i rapporti di forza tra maggioranza e minoranza.
Insomma per Renzi è una figuraccia ma che non comporterà conseguenze irrimediabili?
I fatti di questi giorni lasciano capire quanto sia disinibito il nostro presidente del Consiglio. Non mi aspetto che avranno conseguenze sostanziali, anche se sicuramente lasciano un segno e fanno capire meglio alcune caratteristiche della direzione renziana.
(Pietro Vernizzi)