“Fini e Casini avevano il 14 e il 7% e sono finiti a zero perché sono andati con la sinistra. Vogliamo evitare di fare la stessa fine, siamo sempre stati di centrodestra e non siamo qui per votare il programma elettorale del Pd, né sulle unioni civili né su altro”. Lo afferma Carlo Giovanardi, senatore di Area Popolare ed ex ministro per i Rapporti con il Parlamento. Dopo le dimissioni da coordinatore di Ncd rassegnate ieri da Gaetano Quagliariello, anche altri esponenti del partito iniziano a prendere le distanze dal governo. Un’emorragia commentata così da Angelino Alfano: “Non ho forzato nessuno a entrare nel centrodestra, non trattengo con la forza nessuno. Di certo c’è che se tiro la riga, dopo due anni di sacrifici noi abbiamo un bilancio molto in attivo”.
Senatore Giovanardi, che cosa è cambiato nel suo giudizio sul governo Renzi?
Credo che nessuna forza politica o nessun parlamentare accetti di essere trattato come un utile idiota o come un ascaro. Le larghe intese sono nate su indicazione di Berlusconi e su invito di Napolitano, in una legislatura nella quale il Pd aveva preso il 25% dei voti. Martedì alle 18 si sono approvate le riforme con i voti di Ncd e mezz’ora dopo si sono messe in aula le unioni civili. Come se non bastasse, ci è stato detto che se non volevamo utero in affitto e adozioni gay, il Pd le avrebbe votate con l’M5s.
Che cosa si aspettava da questa maggioranza ad assetto variabile?
C’è un limite a tutto. Sulle questioni Lgbt il governo collabora con il circolo “Mario Mieli”, dedicato a un signore che ha scritto in favore della pedofilia e dei rapporti sessuali incestuosi. E’ come se per combattere contro l’antisemitismo il governo collaborasse con il circolo “Adolf Hitler”.
La causa scatenante è il ddl Cirinnà o il fatto che le riforme istituzionali non vi soddisfano?
Sulle riforme possiamo dire “missione compiuta”. Noi le abbiamo votate, possono piacere più o meno, poi ci sarà un referendum confermativo. Ma questo non deve portare a teorizzare che il Pd, un partito che ha preso il 25% dei voti, sia autorizzato a portare avanti il suo programma elettorale sulle unioni civili. Se il Pd vince le elezioni ha tutto il diritto di portare avanti il suo programma, ma così non è stato.
Quagliariello ha presentato anche una proposta per modificare l’Italicum …
Io non ho votato questa legge elettorale che garantisce a un singolo partito di ottenere la maggioranza assoluta. Siamo ben al di là della legge Acerbo approvata da Mussolini. L’Italicum comporta che un partito con il 25% dei voti poi ha la maggioranza assoluta dei seggi, elegge il capo dello Stato e la Corte costituzionale. E’ tutto da vedere che la legge elettorale sarà modificata. Il punto fondamentale però è che non si è mai visto che sia chiesta la fiducia a un partito determinante, e poi con arroganza e prepotenza si impongano cose che a quel partito non vanno assolutamente bene.
Adesso andrete a formare l’ennesimo partitino di centrodestra?
Posto che non andremo né nella Lega né in Forza Italia, intendiamo ripartire dalle esperienze presenti sul territorio: la lista Tosi in Veneto, Schittulli in Puglia e Ricci in Umbria. Come pure dai movimenti di Mario Mauro e Raffaele Fitto. In Area Popolare c’è una ricchezza di esperienze che vanno riunite. L’obiettivo è coalizzarci con il centrodestra, a partire dalle amministrative di Milano e Roma. Se altri in Ncd vogliono appoggiare i candidati del centrosinistra o entrare nel Pd, ricordo che la sigla sta per Nuovo Centro Destra.
Quella del centrodestra è una ricchezza di esperienze o piuttosto una frammentazione?
Le ricordo che nella Dc non c’è mai stato un uomo solo al comando, In ogni Regione c’era un leader e poi tutti si confrontavano a livello nazionale. Il partito che ho in mente io ha questa stessa conformazione che nasce dal territorio.
Perché esclude di tornare in Forza Italia?
In passato ho fatto parte del Pdl ma io con Forza Italia non ho mai avuto nulla a che spartire. Il Pdl doveva essere un partito di ispirazione democratica, cristiana, basato su congressi e classe dirigente. Forza Italia invece si basa su un unico capo a vita: Berlusconi. L’Italia ha bisogno di un vero partito di centrodestra, non dell’uomo solo al comando.
Finirete come il Fli di Fini o l’Udc di Casini?
Entrambi sono finiti come sappiamo perché hanno sbagliato area politica. Fini aveva il 14%, Casini il 7% ed entrambi sono finiti allo 0% perché sono andati con la sinistra. Io invece non faccio nessuna scissione, sono sempre stato di centrodestra e continuo a esserlo. Da Martinazzoli in poi, tutti i leader di centro hanno tentato di svoltare a sinistra e io non li ho seguiti.
Area Popolare è spaccato in due. Avete i numeri per fare un nuovo gruppo?
Lo vedremo nei prossimi giorni, per fare un nuovo gruppo ci vogliono dieci senatori. Il fatto però è che ormai c’è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. In politica non c’è niente di peggio del ridicolo, cioè del dileggio degli elettori quando ritengono che un partito stia lì soltanto per coprire quattro poltrone, e che sia disposto a tutto pur di mantenerle.
(Pietro Vernizzi)