Oltre il 50% degli italiani si identifica con il messaggio di Beppe Grillo. Un’elevata percentuale di indecisi alla fine sceglierà l’M5s, che ottiene un terzo dei suoi voti nell’elettorato di centro o di destra. Mentre Salvini ha già colmato quasi del tutto il suo bacino elettorale disponibile. Lo rivela l’analista politico Arnaldo Ferrari Nasi, secondo cui dopo scandali e arresti le chance di avere un sindaco di Roma dell’M5s sono più elevate che mai. Diverso il caso di Milano, una città che in questo momento gode di un’immagine positiva e dove dunque i partiti tradizionali come Pd e Forza Italia rimangono ancora forti.



Ferrari Nasi, che cosa ci dobbiamo aspettare a Roma dopo le dimissioni di Marino?

Ho realizzato un sondaggio, non ancora pubblicato, per capire che cosa preferiscano gli italiani tra tre temi: il rilancio economico, più legato a Matteo Renzi, la difesa degli italiani di Matteo Salvini e onestà e trasparenza di Beppe Grillo. A livello nazionale stravince la trasparenza con oltre il 50%.



Che cosa c’entra questo con Roma?

Il Comune di Roma è una sorta di specchio del dato nazionale, soprattutto alla luce del fatto che la Capitale viene da una stagione di scandali e arresti. La caduta di Marino inoltre non è stata determinata dall’opposizione, bensì da giochi di potere interni al partito. Figuriamoci che cosa può scatenare questo a livello di percezione delle persone, soprattutto per quanto riguarda l’elettorato del Pd.

A primavera si vota anche a Milano. Secondo lei che cosa accadrà?

La situazione di Milano è molto diversa. Si tratta di una città che non è stata coinvolta dagli scandali nella stessa misura, e l’Expo sta andando bene. In generale si respira anche l’aria di una certa ripresa economica. Quindi Milano complessivamente in questo momento ha un’immagine positiva, al contrario di Roma.



Di che tipo di figure c’è bisogno per i candidati sindaco di Milano?

Per il centrosinistra a Milano potrebbe andare bene una figura come quella di Umberto Ambrosoli. In ogni caso il Pd nel capoluogo lombardo non è così malmesso come a Roma. Anche Gabriele Albertini sarebbe un buon candidato per il fronte opposto.

E a Roma?

Per il centrodestra a Roma un’ipotesi è Giorgia Meloni, anche se non credo che abbia i numeri per vincere. Se i partiti tradizionali non trovano dei candidati molto forti, a Roma vince Alessandro Di Battista dell’M5s, o un’altro esponente del Movimento, se minimamente conosciuto e contestualizzato.

Ma in caso di ballottaggio come andrebbe a finire?

Ipotizziamo che a Roma si vada al ballottaggio tra la Meloni e Di Battista. Una persona di sinistra non voterà mai per un’ex missina di Colle Oppio, ma opterà sicuramente per Di Battista. Ma anche un elettore di centrodestra, di fronte alla scelta tra fare vincere ancora il Pd e fare salire in Campidoglio un nome nuovo dell’M5s, alla fine preferirà la seconda ipotesi.

L’M5s può espandere ancora i suoi consensi?

Negli ultimi sondaggi gli indecisi sono tra il 40 e il 50%, ma alle politiche una buona parte di loro alla fine va a votare. Il messaggio di Salvini, Renzi e Grillo prima del voto si tradurrà in una proposta politica. Un elettore prima di votare di solito si fa due domande: “Mi piace la proposta politica di questo partito? Ritengo che il suo leader sia credibile in relazione ai questa proposta?”. In questo momento un numero molto elevato di italiani è d’accordo con il messaggio “onestà e trasparenza” di Grillo. Quel 50% di indecisi, quindi, andrà a formare la sua opinione di voto più sulla base del messaggio dell’M5s, anziché di Lega nord e Pd. E’ molto probabile quindi che Grillo batta gli avversari.

 

A chi ruberà voti l’M5s?

Secondo un sondaggio che ho realizzato di recente, sul totale degli elettori grillini il 14% si sente di centro, l’8% di centrodestra e l’11% di destra, per un totale di uno su tre che gravita intorno a quell’area. Non per niente l’M5s è contro l’immigrazione anche con prese di posizione abbastanza forti. E nella destra genovese più di uno ricorda Beppe Grillo negli anni 70. C’è una forte anima di destra nei 5 Stelle, perché sono popolari e populisti e perché larghe porzioni della destra non hanno trovato altri approdi. Quello di Grillo inoltre è un messaggio nuovo e rivoluzionario che piace a un certo tipo di destra.

 

A proposito di destra, la Lega nord può ancora crescere?

No, la Lega nord è sopravvalutata. I consensi così alti di Salvini si spiegano con l’elevato numero di indecisi e con la mancanza di offerta politica alternativa nell’ambito del centrodestra. Forza Italia per ragioni fisiologiche sta scemando, il mondo di An è scomparso o comunque si è parcellizzato, una parte del centrodestra è confluito nell’M5s.

 

Quindi secondo lei la Lega è al palo?

La Lega nord di Salvini, che è un partito strutturato, lancia determinati messaggi che piacciono. Ma qualcuno ricorderà che ha fatto 20 anni di campagna elettorale contro il Sud. Così come l’articolo 1 del suo Statuto prevede la secessione della Padania. Come può con queste premesse conquistare il tutto meridione o la destra nazionale e sperare in un consenso tale da permettergli di vincere? A questo giro vincerà la battaglia del centrodestra, ma di certo non quella del governo. Secondo me lo sa e gli sta bene.

 

(Pietro Vernizzi)