Parte oggi la quarta edizione del Forum Eurasiatico, l’incontro internazionale unico tra i Paesi dell’area euroasiatica, per rafforzare la partnership e riflettere sulle nuove sfide che apre davanti la modernità politica, economica e commerciali: un rimodernamento strutturale che è necessaria per non rimanere inglobati nella crisi stagnante ed essere in prima fila per l’inevitabile e auspicabile rilancio dei prossimi mesi. Si è fermato a 231 milioni di euro l’interscambio Verona-Unione Economica Eurasiatica (UEEA – Russia, Bielorussia, Kazakistan, Armenia e Kirghizistan) nel primo semestre di quest’anno, in flessione del 14,2% rispetto allo stesso periodo del 2014. E’ quanto emerso oggi nella presentazione del IV Forum Eurasiatico, il summit economico organizzato dall’Associazione Conoscere Eurasia e dal Forum Economico internazionale di San Pietroburgo in collaborazione con Intesa Sanpaolo, Gazprombank, Vhs, Region – Group of Companies e Banca Intesa Russia che si oggi al Palazzo della Gran Guardia a Verona fino a venerdì 23, ovvero domani. Una due giorni che vedrà la partecipazione di oltre 70 relatori, ministri, top manager da Italia, Eurasia, Cina e India e di oltre 600 aziende.
È la crisi della geopolitica tra Russia ed Unione Europea che sostanzialmente è colpevole della spirale al ribasso negli scambi con quei territori, con l’Italia che essendo in prima fila nella partnership con il Paese russo, che è notevolmente preoccupato per i possibili sviluppi futuri della contesa sul fronte ucraino. Anche per questo motivo la presenza di importanti forze istituzionali del Nostro Paese come il presidente della Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli, Romano Prodi; del ministro per le Riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi; del presidente del Consiglio di Gestione di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros Pietro; del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Sandro Gozi; dell’ad del Gruppo Finmeccanica, Mauro Moretti. Gli altri paesi presenti al Forum (Russia, Cina, India, Bielorussia, Armenia, Corea del Sud, ma anche Kazakhistan e Kirghizistan) dialogheranno con i nostri rappresentanti in una serie di incontri e relazioni che metteranno al centro il futuro politico ed economico nella grossa area euroasiatica.
Il cerimoniere e grande organizzatore di tutta la convention è Antonio Fallico, Presidente di Associazione Conoscere Eurasia ma anche di Banca Intesa Russia, che da profondo conoscitore di tutte queste tematiche e vicende, commenta così al lancio del Forum la situazione: «In questi ultimi 18 mesi – ha detto Antonio Fallico – il valore dell’interscambio con l’Unione eurasiatica è diminuito di 10mld di euro rispetto al 2013, ma ciò che è successo dovrà essere rapidamente dimenticato attraverso la ripresa dei rapporti politici, culturali e, nondimeno, economici. Le potenzialità di oggi sono le stesse di 2 anni fa, anche perché le nostre imprese non hanno mai smesso di dialogare con l’Eurasia». Il dialogo come grande “pietra d’angolo” per l’intera vicenda eurasiatica e non solo: forse proprio questo il grande apporto che un Paese come l’Italia, non fortissimo dal punto di vista strutturale e decisionale in campo europeo, può sfruttare e dare alla causa. Uno sforzo enorme per cercare di comprendere meglio e prima di altri quali siano le direzioni immediate future in modo da poter essere una buona base di spunti per decidere insieme e con serietà le varie questioni in campo, dallo sviluppo commerciale, al grosso problema della fame e dell’alimentazione; dagli sviluppi politici e dannosi nella guerra tra Russia e Ucraina, fino al riconoscimento di una base culturale comune che possa valere più di mille accordi economici.



«L’Unione Economica Eurasiatica è tra i protagonisti strategici nello scacchiere globale delle relazioni economiche – commenta sempre Antonio Fallico – le tensioni geopolitiche che hanno mortificato l’export italiano non devono più essere un deterrente psicologico per le nostre imprese. I margini per ripartire ci sono. I cinque Paesi aderenti all’Unione, infatti stanno per affrontare un grande ammodernamento strutturale e produttivo che offre notevoli possibilità di investimento e di posizionamento. E l’Italia può essere in prima fila in questo processo. Il Forum è la piattaforma per un nuovo dialogo politico e una visione
innovativa delle relazioni commerciali”. Una sfida importante per un momento importante: e per una volta l’Italia può davvero essere in pole e per meriti del tutto propri.

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