E’ la prima volta che l’Argentina si reca al ballottaggio per decidere chi sarà il nuovo presidente della Repubblica. Quasi nessuno infatti si aspettava che il candidato di centrosinistra Daniel Scioli, che ha raggiunto il 36,7% dei voti, non vincesse al primo turno. Invece Mauricio Macri, sindaco di Buenos Aires candidato del centrodestra, ha toccato il 34,5% delle preferenze. Per vincere al primo turno il candidato deve raggiungere il 45% dei voti o un un minimo del 40% ma con almeno dieci punti percentuali di differenza dal secondo candidato. Adesso per entrambi i candidati al ballottaggio sarà necessari ottenere l’alleanza di chi ha votato per il terzo candidato, Sergio Massa, ex alleato del presidente uscente de Kirchner, che ha preso il 21,3% dei voti che risulteranno decisivi nel ballottaggio.
Chi sono i due candidati giunti al ballottaggio? La curiosità è che sono entrambi figli di italiani e che in passato sono stati anche grandi amici personali. Mauricio Macri ha un padre originario della Calabria, mentre il padre di Scioli proviene da Campobasso. Il primo è stato un imprenditore molto noto in Argentina si è occupato soprattutto del settore edile mentre Macri ha fatto l’importatore di elettrodomestici. In comune la passione per lo sport: Scioli ha fatto motonautica offshore, Macri è stato presidente del Boca Junior, una delle squadre di calcio più famose d’Argentina. Così amici che Macri a inizio campagna elettorale ha chiesto alla sua squadra di non fare nessun attacco personale contro il rivale.
Una sorpresa che ben in pochi si aspettavano quella accaduto alle Elezioni Argentina 2015 con il risultato per il nuovo presidente che si saprà solo dopo il ballottaggio. Si terrà il 22 novembre ma era del tutto escluso o quasi dalle previsioni della vigilia: ha vinto di pochi voti il candidato governativo, il peronista Daniel Scioli con il 36,2% dei voti (dati aggiornati al 90% dei seggi scrutinati) mentre lo sfidante del centrodestra, Mauricio Macrì ha ottenuto il 34,6% dei voti e dunque costringe gli argentini ha tornare alle urne il prossimo 22 novembre. Scioli dunque non riesce a vincere al primo turno quando la vittoria sembrava abbastanza scontata (ricordiamo che per la legge elettorale argentina, per vincere al primo turno serve il 45% delle preferenze, o anche il 40% ma con un range di almeno 10% di punti sul secondo candidato) e ora dovrà cercare di capire come aggiudicarsi i voti degli indecisi e sopratutto del “terzo incomodo” Sergio Massa che ha ottenuto il 21% dei voti. Massa è un peronista dissidente dunque in previsione dovrebbero essere voti più a vantaggio di Scioli ma visto risultato sorprendente di queste elezioni nulla è ancora scritto. Candidato peronista e attuale governatore della provincia di Buenos Aires, designato erede della famiglia Kirchner – presidente prima Ernesto fino al 2017 e poi la moglie Cristina, dal 2007 fino ad oggi – Scioli rappresente la continuità mentre Macrì, ex sindaco di Buenos Aires e paladino di imprenditori e classe media, con la sua coalizione Cambiemos ha sparigliato le carte. Dal 22 novembre si saprà dunque chi sarà il nuovo presidente dell’Argentina e quale governo formerà.