“Renzi è un apprendista stregone che pensa di avvantaggiarsi dall’Italicum, ma non si rende conto che rischia di fare il lavoro per conto di qualcun altro. Questa legge elettorale è un pericolo per la democrazia: se la mettiamo insieme alla riforma costituzionale ne esce un sistema mostruoso”. Sono le parole di Antonio Baldassarre, presidente emerito della Corte costituzionale nonché professore di Diritto costituzionale all’Università Luiss di Roma e di Istituzioni di diritto pubblico alla Pontificia Università Lateranense. Giovedì alla Camera dei deputati sarà presentata una serie di ricorsi contro l’Italicum, che a inizio novembre saranno poi depositati nei tribunali dei capoluoghi dei distretti delle Corti d’appello. Il fronte è molto variegato: va dall’M5S a sinistra e transfughi del Pd, Sel, associazioni e costituzionalisti, alcune sigle sindacali.
Presidente, ritiene che l’Italicum sia un pericolo per la democrazia?
Sì, e questo è lo stesso problema che aveva portato la Consulta a dichiarare incostituzionale il Porcellum. Un partito che prende la maggioranza relativa con il 25-30%, poi va al ballottaggio e ottiene il 55% dei seggi. Questo premio è un’enormità e non esiste in nessun Paese del mondo, quindi non c’è dubbio che distorce la democrazia.
Come risponde a chi afferma che il premio di maggioranza serve a garantire la governabilità?
Esistono anche altre forme di sistemi maggioritari, i quali però non garantiscono un premio così alto. L’Italicum in teoria potrebbe arrivare a triplicare i voti di un partito: questo non succede in nessun Paese democratico. La Corte costituzionale ha già annullato la precedente legge elettorale proprio per questo stesso motivo, eppure nello scrivere l’Italicum questa sentenza è stata completamente ignorata.
L’Italicum ridisegna un sistema bipartitico proprio come negli Usa. Perché non può funzionare anche da noi?
Il punto è che negli Stati Uniti non esiste un ballottaggio, bensì un’elezione con un sistema a collegi uninominali in base a cui chi raggiunge il maggior numero di voti viene eletto. E’ un sistema elettorale copiato dalla Gran Bretagna. Negli Usa non c’è nessun premio, ma semplicemente vince chi raggiunge il maggior numero di voti in ciascun collegio.
Anche alle elezioni comunali in Italia ci sono un ballottaggio e un premio, ma nessuno ha mai avuto da obiettare. Secondo lei perché?
Il sistema comunale è stato trasportato in malo modo a livello nazionale, ma anche in questo caso esistono delle differenze fondamentali. A livello dei Comuni non c’è un ballottaggio tra partiti bensì tra persone per la carica di sindaco. E’ eletto sindaco chi ottiene più del 50% dei voti, e quindi non si tratta di un premio ai partiti. Il ballottaggio ha un senso solo tra due persone, mentre tra due partiti non esiste in nessuna parte del mondo.
Quali effetti produce il combinato disposto di Italicum e riforma costituzionale?
Produce un sistema di tipo iper-maggioritario, annullando di fatto tutti i contrappesi. L’effetto di insieme è ancora più grave? Assolutamente sì. Dal punto di vista della democrazia ne esce un sistema mostruoso, questo deve essere chiaro. Io sono favorevole al monocameralismo, e sarebbe stato meglio abolire totalmente il Senato anziché lasciare in vita questa seconda camera che di fatto non è né carne né pesce. Occorreva però stabilire un sistema di contrappesi che non c’è.
In che senso saltano i contrappesi?
Chi vince le elezioni si prende tutte le cariche, e sinceramente questo non esiste in nessun Paese del mondo. Non soltanto il primo partito ha i numeri per controllare il potere legislativo, ma anche per eleggere il presidente della Repubblica. E nel caso di una legislatura che dura cinque anni, chi vince può anche eleggere la maggioranza dei giudici costituzionali.
I renziani hanno raffigurato i ricorrenti come una fronda della sinistra “nostalgica del Porcellum”. Le cose stanno davvero così?
No, ritengo sbagliato parlare di una sinistra nostalgica del Porcellum. La vecchia legge elettorale era criticata anche da sinistra, e a livello di costituzionalisti quasi tutti trovavano da obiettare. Quella del governo dunque è un’affermazione che non corrisponde a verità.
Per chi difende l’Italicum, le obiezioni sono solo di parte e vengono dalla sinistra. E’ vero?
La sinistra è l’unica parte che esiste e fa opposizione perché la destra è scomparsa e tramortita. Berlusconi non si capisce quello che vuole, né se sia in politica o meno, mentre gli altri partiti di centrodestra sono semplicemente ridicoli.
C’è il tentativo da parte del governo di delegittimare critiche di merito bollandole come politiche?
Certo, ma questo non sarebbe la prima volta.
Qual è il vero obiettivo delle riforme istituzionali di Renzi?
Renzi vuole assumere nelle sue mani tutto il potere. Può però rivelarsi un apprendista stregone, nel senso che pensa di fare questo lavoro per se stesso mentre rischia di farlo per qualcun altro. Il problema è che in questo modo non sappiamo quale fine può fare la democrazia italiana.
(Pietro Vernizzi)