Sbaglia chi immagina Denis Verdini portare i suoi proverbiali “rapporti” non più a Palazzo Grazioli consegnandoli a Silvio Berlusconi ma a palazzo Chigi recapitandoli a Matteo Renzi. Un Verdini finalmente presente nell’aula di Palazzo Madama si esibisce per ore nell’attività cult del renzismo: i messaggini telefonici. Attraverso i quali non solo aggiorna il pallottoliere, ma muove l’ormai fido Lotti che arriva tempestivamente a rassicurare i candidati al gruppo Ala. Chiara l’intenzione di colui che era un commerciante di carni e che ora “acquisisce politicamente” senatori un tanto al chilo. Da un lato offre ad Alfano di fondersi, dall’altro gli sfila i deputati dicendo a tutti: “Renzi dà più volentieri a me che a Ncd”.
La proposta di fusione che muove da Ala verso Ncd è infatti chiaramente ostile ed ha lo scopo di generare una lista di moderati per Renzi che risolva al “Bomba” fiorentino il problema dei rapporti con la minoranza interna. Alfano & co. non ci stanno a perdere la primogenitura di cooptati di Matteo, ma sono anche coscienti che rifiutare di accostarsi a Verdini vuol dire perdere posti e prebende. “Angelino carissimo” sibila Denis “facciamo l’accordo, voi ci cedete la presidenza della Commissione agricoltura del Senato per il neoacquisto Ruvolo dal Gal e io dico a Matteo che tu resti al Viminale”.
Questa è infatti la nuova gerarchia: Matteo parla con Dennis che dà ordini a Lotti che dà comunicazione ad Alfano di quanto deciso. Più o meno come quando Silvio parlava con Verdini che spiegava a Gianni Letta cosa avrebbe dovuto far eseguire ad Alfano. Ma allora ci si parlava. Ora basta un sms. È una nuova era. L’era di Matteo 2.0!