A breve inizieranno ad arrivare le prime proiezioni delle Elezioni in Portogallo 2015, nell’attesa dei risultati ufficiali, i primi exit poll danno in vantaggio la coalizione di centro destra guidata dal premier Pedro Passos Coelho (38-43%). Staccato il Ps al 30-35%, affluenza pari al 44% alle ore 16, più elevata di quella registrata, alla stessa ora, nelle ultime elezioni (42%). In attesa dei risultati, crescono le chance di ingovernabilità nel paese iberico e conseguentemente la possibile nascita di una coalizione più ampia, per evitare una situazione di stallo.
Ormai manca poco per sapere i primi risultati di queste Elezioni Portogallo 2015, dove il Paese è chiamato a votare nelle urne il nuovo governo e i nuovi posti in Parlamento. Il rischio di ingovernabilità del Portogalo si fa sempre più vicino, specie se verranno confermati i sondaggi che fino a poco tempo fa davano il premier uscente Pedro Passos Coelho in leggero vantaggio sulla sfidante di centrosinistra Antonio Costa, ma con una percentuale esigua che renderebbe il Parlamento paralizzato da domani. Intanto arrivano i dati dell’affluenza alle ore 13, con solo il 21% dei lusitani che si sono recati nei seggi per votare le proprie preferenze. Se è vero da un lato che questo dato è in leggerissimo aumento (+0,64%) rispetto alle precedenti politiche nel 2011, dall’altro per richiamare l’interesse dei cittadini alla politica serve bene altro, con l’imposizione dell’austerity da parte dell’UE che non è ovviamente bene vista dai lusitani. Nel pomeriggio intanto ha votato anche l’ex premier socialista Josè Socrates, accusato di corruzione e agli arresti domiciliari da settembre dopo 10 mesi di detenzione preventiva, che è stato per l’occasione autorizzato dal giudice ad uscire per recarsi alle urne di Lisbona.
C’è un unico grande e possibile protagonista per queste Elezioni Portogallo 2015 e si chiama astensione: i lusitani si apprestano nel giro di poche ore a sapere chi li guiderà per i prossimi cinque anni, con le urne aperte fino alle 20 ore italiane. Ma questo popolo non è propriamente quello greco che ha lottato negli ultimi mesi partendo da una condizione simile, con il rischio default e la crisi economica, con due elezioni e con Syryza e Tsipras che hanno sconvolto e rianimato la questione politica in Grecia. Il Portogallo invece sembra essere rassegnato ad una condizione di austerità che negli ultimi anni ha dominato e che sta portando qualche buona notizia in termini di ripresa, ma pessima in termini di ritorno sociale: le gente a Lisbona è stanca, ha pochissima fiducia nella politica e nel governo e rischia di oggi di riversare questo malcontento nelle urne. Fortissimo il rischio di un’alta percentuale di astensione, i sondaggi la quotano al 40% che è una cifra enorme. I portoghesi non sono un popolo di rivoluzionari, si rassegnano al declino in silenzio: Passos Coelho, ovvero il premier uscente, alla fine dovrebbe riconfermarsi contro il suo avversario di centrosinistra Antonio Costa, ma il rischio di paralisi già da domani per la mancanza di una vera maggioranza è molto alta. E allora sì che l’astensione avrebbe vinto e manifestato tutto il suo disappunto.
Antonio Costa Pinto e Pedro Passos Coelho, sono i due principali sfidanti per le Elezioni Portogallo 2015, che da questa mattina fino alle 20 ore italiani vanno in scena nel Paese lusitano. Il premier uscente è Passos Coelho, leader della coalizione di centrodestra (popolari più socialdemocratici) mentre Costa è l’ex sindaco di Lisbona, candidato dell’area riformista e socialista di sinistra. Ma se oggi dovessero vincere, da domani cosa faranno? In queste elezioni molto incerte che arrivano dopo anni di fatiche e misure di austerity imposte dall’Unione europea, proprio il tema dell’austerità è al centro dei programmi politici delle due coalizioni. Antonio Costa ha spesso parlato in maniera contraddittoria riguardo le misure austere dello stato portoghese, lodando da un lato Syryza e il modello della Grecia che fu nella prima parte di Tsipras, ma dall’altro ha anche detto di non voler arrivare assolutamente ad uno scontro con l’UE. Passos Coelho ha seguito questa linea in sostanza nel suo mandato di governo dopo lo scandalo del ex premier Socrates, dunque non sembra esserci molta distanza in quello che potrebbe avvenire domani con l’elezione del nuovo Primo Ministro. Tutti e due hanno promesso in campagna elettorale chiusa ieri di aumentare gli stipendi pubblici e di eliminare una tassa introdotta sotto l’austerity, con la differenza è che Costa sembra voler attuare immediatamente questa proposta, tagliando anche l’IVA per i ristoranti portoghesi, riducendola al 23%. Sostanziosi i tagli al deficit pubblico che entrambi promettono e insomma, la sensazione è che non ci sia comunque una grandissima differenza tra i due programmi, fermo restando le distanze ideologiche e forse questo dipende anche dal fatto che c’è la concezione comune che il Portogallo deve uscire dal pantano, costi quel che costi.
In corso le votazioni per le Elezioni Portogallo 2015, con una lotta a fil di lana tra il premier uscente Passos Coelho e il socialista Antonio Costa, ma è sempre interessante provare a capire il motivo di questa tensione per la maggioranza assoluta, andando a vedere come funziona la legge elettorale. In Portogallo vige il proporzionale che prevede 20 circoscrizioni elettorali: i collegi dispongono poi di 18 distretti amministrativi e di due regioni autonome lusitane, le Azzorre e Madeira, di fatto le isole portoghesi. A differenza ad esempio della nostra legge, a Lisbona non vige alcuna soglia minima per entrare in Parlamento, almeno a livello formale: infatti secondo il metodo d’Hondt, introdotto alcuni anni fa, sono leggermente favoriti i partiti nazionali che possono conquistare più distretti. Con questo metodo infatti i partiti molto piccoli riescono ad ottenere seggi in parlamento solo se in precedenza sono stati sottoscritti coalizioni con partiti più grandi.Decisivo capire questo anche perché, dato il minimo distacco tra i due sfidanti, decisive saranno poi quali forze entreranno in parlamento per poter appoggiare il governo o dar manforte all’opposizione.
Alle urne tutto il Portogallo con le elezioni 2015 che sono di scena quest’oggi per il popolo lusitano: 10milioni da questa mattina si sta recando nei seggi per scegliere la nuova maggioranza, con Pedro Passos Coelho e Antonio Costa, centrodestra e sinistra riformista, che si sfidano per la posizione di premier di Lisbona. Un Paese dilaniato negli ultimi anni da crisi e conseguente austerità imposta dall’Unione Europea e che non ha portato tutti i risultati sperati da questa politica di finanze molto ristrette: dalla crisi del 2011, il paese guidato da Passos Coelho e dalla coalizione di centrodestra ha dovuto portare avanti le politiche dei tagli e delle riforme che ha conseguito nei portoghesi un senso di “depressione” per uno stato che fatica a crescere e per la disoccupazione che è stata un pungolo costante. Il ministro tedesco dell’economia Wolfgang Schauble, grande fautore dell’euro a trazione germanica, ha esibito il miracolo portoghese come contraltare alla crisi greca, dimostrando che l’austerità funziona. In effetti una timida ripresa c’è stata negli ultimi mesi con la disoccupazione è scesa al 12% e a livello economico si è in lieve risalita, tanto da far recuperare al premier uscente Passos Coelho lo svantaggio dai socialisti che fino a qualche mese fa erano dati certi alla vittoria. Mai costi sociali del programma di risparmi in cambio dei 78 miliardi di euro del Fmi sono stati enorme e la gente è delusa e stanca della politica: si ripercuoterà nell’astensione oggi? Andando verso i risultati di stasera ne sapremo di certamente di più.
Seggi aperti in Lusitania, da questa mattina partite le Elezioni in Portogallo 2015, la tornata politica per la maggioranza in Parlamento è cominciata questa mattina alle ore 7. Sono circa 10 milioni i cittadini portoghesi chiamati alle urne, con due sfidanti su tutte che si contendono la maggioranza del Paese: da un lato la coalizione conservatrice di centro destra di Pedro Passos Coelho, premier uscente, e dall’altra la sinistra riformista socialista dell’ex sindaco di Lisbona, Antonio Costa. Dopo mesi e anni di estrema difficoltà, con lo stato più volte vicino al rischio default come la Grecia, oggi il verdetto sarà doppiamente importante. Avere stabilità per poter impostare una seria stagione di riforme, su entrambi i versi, è l’obiettivo principale e la situazione della vigilia non è delle più rosee: il centrodestra sembra in vantaggio ma non assoluto, con il 35-40% negli ultimi sondaggi che non garantirebbero la maggioranza piena in Parlamento (l’opposizione è data al 31-36%). La prospettiva di un governo e un parlamento sopratutto paralizzati inquieta in molti in Portogallo dove dopo queste elezioni si spera in un stagione che ponga fine all’instabilità e alle politiche di estrema austerità. È migliorata e di molto la coalizione socialdemocratica e popolare di Passos Coelho che negli ultimi mesi ha recuperato lo svantaggio e ora è addirittura il favorito: pare che la lenta e piccola ma esistente ripresa economica degli ultimi mesi abbia rafforzato e rivalutato l’azione di governo del premier uscente, con il tasso di disoccupazione sceso dal 17,5% del 2013 al 12% attuale. Lo spettro però dalla maggioranza relativa, con immediato blocco del Parlamento per la mancanza di allargamenti della coalizione in entrambi i casi di vittoria, potrebbe riportare il Paese alle urne a breve: questo si vuole evitare, di certo il Portogallo non versa in ottime condizioni e una doppia elezioni, anche in termini meramente economici, non è consigliabile.