Arriva prima da canali semi-confidenziali, poi in un modo quasi ufficiale una notizia dagli Stati Uniti: attenti, italiani, perché nell’agenda dell’Isis ci sono, tra i i tanti obiettivi, Roma e Milano. San Pietro e il Giubileo, ovviamente, per quanto riguarda la capitale d’Italia; la Scala per quanto riguarda la capitale lombarda, che ha appena terminato la lunga rassegna dell’Expo.



In giorni come questi, dove Parigi e l’Europa sono sotto attacco, chi ti “regala” uno notizia “riservata” come questa ti toglie il sonno per settimane e pare che ti invii un “regalo natalizio” a rovescio in grande anticipo da parte diretta del califfo di Raqqa. C’è anche una coincidenza di date che ti fa pensare e che ti sembra inquietante. La Scala celebrerà la sua “prima” il 7 dicembre, giorno dedicato a Sant’Ambrogio. Il Giubileo, indetto da Papa Francesco, comincia il giorno dopo, giornata dell’Immacolata Concezione, l’8 dicembre.



Sono ragionamenti che fai inevitabilmente, quasi meccanicamente, proprio perché non hai il pensiero libero, ma carico di preoccupazioni per quello che sta avvenendo in questi giorni e poi perché Roma da tempo è entrata tra i “bersagli” propagandati dall’Isis. Così come lo è stata Milano, durante i sei mesi dell’Expo. Sono “bersagli” che sono entrati quasi nella “guida terroristica” dello stato islamico.

Non c’è quindi nulla da escludere in una notizia di questo tipo, niente da sottovalutare. Va inevitabilmente presa in considerazione.



Il problema poi è che il “lancio” di questa notizia, di questa informazione molto sensibile viene da una centrale, almeno a quanto si dice, di grande intelligence. Niente meno che l’Fbi americana, che ha ovviamente collegamenti con tutto il mondo.

La prima cosa su cui ragionare è perché una tale informazione non sia stata lanciata anche per Parigi, magari in modo riservato. Forse qualcuno l’ha ricevuta e non gli ha dato peso? Sarebbe stato in ogni caso un errore gravissimo che allargherebbe le già pesanti responsabilità dell’intelligence in tutta la vicenda parigina.

In genere però queste informazioni vengono conosciute dopo che il fatto è avvenuto, oppure è stato sventato. E molto spesso, per salvaguardare chi ha passato la notizia della possibilità di un così tragico evento, non si dice nulla, più niente. Qui invece, secondo il cosiddetto Fbi mittente, si precisano due luoghi italiani sotto tiro e si semina quella paura che tutti vogliono vincere, cercando di continuare la vita di tutti i giorni. In parte, qualche breccia è già stata aperta. Ieri in san Pietro, mentre il Papa parlava di “porte aperte” per l’imminente Giubileo, molti osservatori hanno notato una minore affluenza in piazza San Pietro. Se qualcuno voleva discretamente “sabotare” il discorso del Papa, con quella nota “riservata” che veniva dagli Stati Uniti, dal quartier generale dell’Fbi, ci è riuscito pienamente. E può continuare a farlo, con dei “consigli” che possono essere ancora più convincenti di quelli dell’Isis stessa.

Alla fine viene in mente però, per la razionalità che ancora cerchiamo di seguire, che l’informazione, se vera, doveva essere tenuta riservata, almeno fino al momento in cui si potrebbe comprendere se è possibile sventarla o meno. E se l’Fbi l’ha mandata, chi l’ha ricevuta doveva tenersela per sé. Detta e propagandata in questo modo, in giorni come questi, sembra una di quelle “dritte” che si danno alle corse dei cavalli e dei cani. Tutto sommato, anche questo un pessimo servizio di intelligence.