“I problemi di Italicum e riforma del Senato vanno affrontati per quello che sono, senza caricarli di valori o significati impropri. Bollare come incostituzionale ogni cosa che non torna rischia di logorare il concetto stesso di Costituzione”. E’ il commento di Ugo De Siervo, presidente emerito della Consulta, editorialista de La Stampa ed ex componente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali. Come è noto, sono stati presentati una serie di ricorsi contro l’Italicum. A prepararli è stato il Coordinamento per la democrazia costituzionale, di cui fanno parte gli avvocati Aldo Bozzi e Felice Besostri, che con i loro ricorsi riuscirono a fare dichiarare incostituzionale il Porcellum.
Professore, che cosa ne pensa delle iniziative contro l’Italicum?
Le critiche sono più che legittime ma io non le condivido, anche perché si stanno confondendo le richieste referendarie con le critiche di presunta costituzionalità. Tanto è vero che si è parlato di ricorsi per chiedere alla Corte costituzionale di dichiarare l’Italicum illegittimo. Sono due discorsi che andrebbero tenuti ben separati. Si continua invece a mescolare una critica di merito con una critica di presunta costituzionalità. Io non condivido né la prima né la seconda.
L’Italicum è un pericolo per la democrazia?
Intendiamoci, l’Italicum non è una bellissima legge. Finisce per assegnare “per forza” un premio di maggioranza, mentre molti di noi avrebbero preferito meccanismi a effetto in parte maggioritario, ma che passano attraverso i collegi uninominali. Anche gli stessi sistemi maggioritari su base uninominale producono però un effetto di premio molto accentuato.
Quindi è meglio tenerci la legge elettorale approvata dal Parlamento?
L’Italicum presenta comunque qualche difetto, ma non di costituzionalità bensì di efficacia reale a rappresentare in modo adeguato il Paese. Ora che la legge è stata approvata, andiamo a vedere che cosa succede, senza drammi. Il vero problema è che si è frantumato il sistema politico. La prima applicazione dell’Italicum sarà faticosa, ma poi le forze politiche si adatteranno a questo meccanismo elettorale.
L’Italicum rispetta i criteri della sentenza della Consulta sul Porcellum?
L’Italicum ha dei difetti, ma rendiamoci conto che gli stessi parlamentari che vogliono ricorrere alla Consulta sono stati nominati con le liste bloccate del Porcellum.
Il combinato disposto di Italicum e riforma costituzionale non rischia di fare sì che il partito che vince si prenda tutto?
Un conto sono le critiche legittime sul sistema elettorale, altra cosa è voler mettere in discussione il fatto che la maggioranza possa governare. Nelle democrazie chi vince governa. Non si può pretendere che ci siano dei meccanismi elettorali che garantiscono la governabilità e allo stesso tempo degli ostacoli che la impediscono.
Ma nella nostra Costituzione non sono sempre esistiti degli istituti di garanzia?
Questo è un altro discorso, ma il valore di questi ultimi non dipende dalle difficoltà nel nominarli, bensì da equilibri di tipo istituzionale. Il meccanismo di elezione del presidente della Repubblica previsto dalla riforma costituzionale è davvero una grande sciocchezza pericolosa. Prevedere che il capo dello Stato possa essere eletto solo se consegue il 60% dei voti può voler dire che in determinate situazioni l’inquilino del Quirinale non viene eletto.
Quindi alzare il quorum è solo dannoso?
Illudersi che si possa migliorare la situazione rendendo pericolosamente ardua la nomina dell’organo di garanzia non porta da nessuna parte se non a eventuali situazioni di pericolo. Quando si toccano i meccanismi costituzionali, bisogna avere fiducia anche nella qualità delle persone e nel loro senso di responsabilità. Altrimenti sarebbe come dire che siccome Mattarella è stato eletto con una maggioranza del 50% allora non è una persona affidabile. Non si ha la garanzia della buona democrazia attraverso meccanismi troppo rigidi.
Per il governo, le critiche all’Italicum non sono di merito ma soltanto politiche. E’ davvero così?
Sì, anch’io sono convinto che la critica sia più politica che tecnico-giuridica. Ci sono dei difetti di questo tipo, ma sono comunque presenti in tutti i sistemi elettorali. L’unico sistema apparentemente senza difetti è quello proporzionale, che in realtà però finisce per favorire spaventosamente la frantumazione. Non esiste quindi un sistema privo di qualsiasi problema.
Lei quindi non ha preferenze tra i vari sistemi elettorali?
A me piacerebbe il sistema alla francese, ma anche quest’ultimo in concreto può funzionare male se i partiti si frantumano e se le classi politiche non hanno valori etici adeguati. I problemi di Italicum e riforma del Senato vanno affrontati per quello che sono, senza caricarli di valori o significati impropri.
(Pietro Vernizzi)