Il Pd a livello nazionale è al 31-32%, l’M5s al 28% e l’aggregato di centrodestra intorno al 30%. A rivelarlo è Alessandro Amadori, sondaggista e fondatore e direttore dell’Istituto Coesis Research, secondo cui è impossibile prevedere come andrebbe un eventuale ballottaggio. Dati ben diversi emergono da un altro recente sondaggio, questa volta di Roberto D’Alimonte, secondo cui al primo turno il Pd è al 35,6% e l’M5s al 30,8%, ma al ballottaggio vincerebbe Grillo. Per Amadori il risultato delle amministrative sarà invece totalmente imprevedibile, ma una cosa è certa: l’M5s non ha interesse a vincere perché amministrare le grandi città gli creerebbe solo problemi.
Per D’Alimonte il Pd è in testa ma al ballottaggio vince Grillo. Lei che cosa ne pensa?
All’Istituto Piepoli risulta un Pd più basso, al 31-32%, e un M5s intorno al 28%. In base ai nostri sondaggi è tutto da dimostrare che al ballottaggio vincerebbe l’M5s.
Berlusconi come è messo?
Berlusconi per sua stessa ammissione non supera il 12%, e nei sondaggi della maggior parte degli istituti non supera il 10%.
I voti del centrodestra cambiano a seconda che sia guidato da Berlusconi o da Salvini?
L’aggregato di centrodestra è in entrambi i casi intorno al 30%. Abbiamo tre sistemi di offerta intorno al 30% ciascuno. Un M5s guidato da Di Maio anziché da Grillo può effettivamente portare un po’ di valore aggiunto. A oggi non ci sono invece evidenze per decidere se nel centrodestra sia più produttivo avere come alfiere Berlusconi o Salvini.
Perché?
Entrambi hanno dei limiti. Berlusconi è un personaggio che comunque ha fatto la sua storia, non è più un galvanizzatore, e quindi la sua candidatura non può imprimere un valore aggiunto significativo. Può fare da padre nobile e legittimare la nuova alleanza di centrodestra, ma non ha più quell’effetto che aveva fino a qualche anno fa. A sua volta Salvini è poco credibile in politica economica, ed è visto più come un capopopolo che come un possibile presidente del Consiglio. Resta il fatto che il centrodestra se la può giocare alla pari con Pd e M5s. Oggi lo scenario è estremamente incerto e nessuno ha la vittoria in tasca.
Berlusconi ha ancora una potenzialità di crescita?
Se non l’avessi visto di persona direi che è destinato a crescere. Invece l’ho visto e l’ho trovato molto stanco. E’ proprio il livello energetico di Berlusconi che è completamente diverso rispetto a quattro o cinque anni fa. E’ per questo che ritengo che non sia destinato a crescere.
E’ possibile fare oggi un ragionamento su come andranno le politiche, o adesso si gioca tutto con le amministrative nelle grandi città?
Non esiste più una prospettiva di medio-lungo termine, nemmeno nella formazione delle opinioni. Oggi è tutto tempo presente. Se ci sono le amministrative si gioca tutto sulle amministrative, se ci sono le politiche si gioca tutto sulle politiche. Se a Milano e nelle altre grandi città vince la Lega, questo farà la differenza. Il fatto è che oggi è tutto molto contingente, è un qui e ora fluido ed estemporaneo. Le amministrative sono un momento cruciale anche dal punto di vista politico. Ormai le distinzioni tra elezioni politiche, europee e amministrative si sono molto ridotte. Tutti i voti sono importanti, dipende dai risultati che esprimono.
A Milano per le comunali come sono i giochi?
Sono completamente aperti, non è possibile dire chi vincerà. Il centrosinistra appare molto ingarbugliato su se stesso e non è ancora riuscito a esprimere una candidatura ufficiale. Il centrodestra non ne parliamo, mentre l’M5s volutamente ha scelto delle candidature minori in quanto non gli interessa vincere le amministrative, ma vuole giustamente puntare tutto sulle politiche.
A Napoli come vede la sfida de Magistris-Bassolino?
Entrambi hanno fatto il loro ciclo, soprattutto Bassolino, ma anche de Magistris appare come un personaggio “old fashioned”. Entrambi però hanno anche dei punti a loro vantaggio. Bassolino è stato protagonista di una stagione di rilancio di Napoli, mentre de Magistris ha impersonato un cambio di rotta rispetto a una certa tradizione amministrativa che non brillava per decisionismo del sindaco. Entrambi partono avvantaggiati rispetto ai concorrenti, anche se non so dire quale dei due sia più forte.
Che cosa si aspetta invece da Roma?
Quella di Roma è la situazione più complessa in assoluto. E’ molto probabile che ci possa essere un voto in cerca di alternative. Il Pd romano ha parecchio deluso l’elettorato di riferimento, ma non mi sembra che siano emerse ancora reali alternative. Anche su Roma le candidature dell’M5s saranno deboli, perché ritengo che Grillo non voglia vincere nelle grandi città, e tantomeno a Roma, perché significherebbe dover affrontare gli enormi problemi di un’area metropolitana di questo tipo.
(Pietro Vernizzi)