“Lo scandalo del salva-banche non toglie un solo voto né al Pd né al governo, in questa vicenda l’unico colpevole è il padre della Boschi. Ma non si può pensare che le colpe dei genitori ricadano sui figli, né tantomeno su un intero governo”. A evidenziarlo è Nicola Piepoli, sondaggista e fondatore dell’Istituto Piepoli. Dai dati diffusi da Ixè emerge che il Pd è al 33,1%, il Movimento 5 Stelle al 26,5%, la Lega nord al 14%, Forza Italia all’11,4%, Sinistra Italiana al 4,3%, Fratelli d’Italia al 4,2% e Alleanza Popolare al 3%.
Le elezioni francesi spostano voti in Italia?
Il risultato di Marine Le Pen in Francia porta voti alla Lega nord, al 14,5%.
Il Pd di Renzi come è messo?
E’ al 32%. Sono stato nella “tana” di Renzi, la Leopolda, e ho trovato un bell’ambiente: si sente aria di potere creativo. C’è molta creatività nel messaggio renziano alla Leopolda, anche se qui a Firenze è sempre inferiore alla creatività di Leonardo o Botticelli.
Quanti punti di distacco ci sono tra Pd e M5s?
Quattro punti percentuali, in quanto l’M5s è al 28% e i 5 Stelle sono in crescita. Il corpo sociale italiano del resto è diverso da quello francese. La nota anarchica che c’è nei grillini è diversa dalla nota nazionalistica del Front National, ma anche da quella localistica della Lega Nord.
Perché l’M5s guadagna voti?
Perché c’è insoddisfazione nei confronti dei partiti tradizionali. Questi ultimi non soddisfano, e quindi il bisogno inespresso va a premiare altri partiti. I 5 Stelle saturano alcune aree quali innovazione e insoddisfazione di base nei confronti del potere dello Stato.
Perché c’è insoddisfazione verso lo Stato?
Perché lo Stato non sta investendo, mancando così nei confronti del più fondamentale dei bisogni: creare ricchezza. Un cittadino è costretto a fare tutto da sé, anche se certamente non basta a se stesso in quanto lo Stato non è sostituibile dal singolo. Noi abbiamo un terribile bisogno di investimenti, ma lo Stato non investe. Per ogni 100 miliardi investiti dallo Stato, per esempio in scuole e ospedali, si creano 250 miliardi di ricchezza. In questo modo in un anno il Pil italiano crescerebbe del 15%. Il basso livello della scuola pubblica e le cure mediche inadeguate sono due esempi di aree di insoddisfazione che trovano nell’M5s una compensazione.
Il crack delle banche quanti voti toglie al Pd di Renzi?
Il crack delle banche non coinvolge né il Pd né il governo, ma va a toccare l’immaginario collettivo soltanto sul ministro Maria Elena Boschi. La Boschi è figlia di uno di quelli che hanno tradito il proprio ruolo di lavoro, cioè di una persona che pur non essendo un ladro ha derubato i cittadini. L’opinione pubblica si è fatta questa immagine. Il crack delle banche non ha danneggiato il sistema politico, e in particolare il Pd, ma soltanto l’immagine della Boschi. A essere coinvolto è un singolo, non un gruppo politico. Ma anche la Boschi è considerata una “secchiona”, e alla fine se la caverà.
Per Renzi non cambia nulla in termini di consensi?
No. Io stesso vengo dalla Leopolda dove c’erano 1.200 persone, era tutto pieno, e queste persone erano assolutamente indifferenti al crack delle banche.
Quelli dentro forse, ma il gruppo “Noi vittime del Salva-banche” ha annunciato una manifestazione proprio fuori dalla Leopolda …
Non c’erano manifestanti all’esterno, erano tutti renziani dal primo all’ultimo, anche le travi del soffitto.
Come fa Renzi a uscire indenne da una vicenda che riguarda un suo ministro?
Perché ciascuno è responsabile di sé, non si può pensare che le colpe dei genitori ricadano sui figli. Le colpe del papà della Boschi rimangono solo ed esclusivamente sue.
(Pietro Vernizzi)