“La distanza tra Pd e M5S è pari al 5-6%: i due partiti sono rispettivamente al 33% e al 27%. La Lega nord è al 14%, Forza Italia al 10% e la Sinistra Italiana al 4,5%. Dopo gli attentati di Parigi del 13 novembre si è interrotta la crescita di M5S e Lega nord, che era rimasta costante dal maggio 2014”. Lo afferma Roberto Weber, sondaggista di Ixé, secondo cui “quando si verificano gravi minacce alla sicurezza la gente si sposta compatta sui partiti che rappresentano le istituzioni. A beneficiarne è il Pd di Renzi”.
Weber, com’è la situazione nella galassia di centrodestra?
Per buona parte del 2014 e per tutto il 2015 la Lega nord ha avuto un trend di crescita continuo, che però adesso si è interrotto. Forza Italia invece oscilla tra il 14% secondo Nando Pagnoncelli, il 12% secondo la Swg e il 10% secondo l’Istituto Ixé.
Berlusconi ha detto: “Non voglio fare politica, ma resto contro la sciagura grillina”. Come commenta le sue parole?
Dal punto di vista dei sondaggi la situazione di Berlusconi è molto oscillante. Dal punto di vista politico la narrazione è quella di un recupero dei voti persi per strada da Forza Italia. Una quota sostanziosa di questi consensi è andata all’M5S, e io ritengo che Berlusconi non riuscirà a recuperarli. Un conto è il livello locale, perché alle elezioni amministrative il centrodestra può essere molto competitivo e in alcune città lo sarà di sicuro. Finché il leader è Berlusconi, dubito però che alle politiche Forza Italia possa recuperare i voti ceduti all’M5S.
Qual è la strategia di Berlusconi?
E’ molto difficile in questo momento capire che cosa pensi Berlusconi, come pure quanto pesi ancora e quali siano le sue capacità di indirizzo e di lettura della situazione. La mia sensazione è che non tenga più in mano il partito, né che possa tenerlo per il futuro.
Il caos banche quanti voti sposta?
Occuparsi di banche è sempre costato molto caro in termini di voti prima al Pds e poi a Ds e Pd: ogni volta che hanno toccato le banche si sono fatti male. In questo caso però Renzi è molto determinato e quindi è possibile che riesca ad assorbire il colpo, a condizione però che alle parole seguono i fatti.
Che cosa dovrebbe fare?
Sono convinto che la vera questione non sia Banca Etruria bensì l’intero sistema. Le sofferenze bancarie sono concentrate in maniera massiccia in una platea di pochissime grandi banche. Lo 0,03% dei clienti detiene il 13% delle sofferenze delle banche. Se c’è stato un problema nella gestione del risparmio degli italiani, questo non tocca certamente solo la Banca Etruria. A esserne penalizzate sono soprattutto le pmi, perché le banche devono poi rifarsi in qualche modo. Se il governo interviene a questo livello, il problema rientrerà.
Come vede la sfida tra Pd e M5S?
La distanza tra Pd e M5S è pari al 5-6%: i due partiti sono rispettivamente al 33% e al 27%. Nel corso del 2015 il distacco si era leggermente ridotto perché l’M5S aveva conosciuto una crescita cospicua. Dopo gli attentati a Parigi questa crescita si è però interrotta.
Il Pd renziano gode di buona salute?
Il Pd mantiene le sue posizioni e beneficia di un serbatoio potenziale più vasto di quello dell’M5S. I fatti che toccano la sicurezza globale favoriscono sempre una risposta moderata da parte dell’opinione pubblica, e questo moderatismo attualmente è incarnato da Renzi, come prima era incarnato dalla Dc. Agli occhi della gente i partiti moderati rappresentano lo Stato e le sue istituzioni. Non a caso dopo il 1976 l’avanzata del Pci fu arrestata dall’ascesa delle Brigate Rosse.
Come sono le dinamiche all’interno dell’M5S?
L’M5S è una realtà che ormai non è più limitata a un consenso nei confronti di Grillo, ma che anzi si caratterizza in modo più ampio. I Cinque Stelle sono sempre meno un movimento leaderistico e sempre più un vero partito. E’ indubbio che ormai Grillo giochi un ruolo determinante, ma gli elettori non votano la sua persona bensì per l’M5S.
Perché ne è convinto?
Perché la fiducia di Grillo è di molto inferiore a quella di Di Maio, come pure ai voti che raccoglie l’M5S. Significa che da una forte personalizzazione stiamo andando verso un partito che ha una vita autonoma. E’ possibile che i militanti stretti si riconoscano in Grillo, ma ormai il movimento è un’altra cosa.
(Pietro Vernizzi)