La vicenda Boschi-Etruria sta facendo emergere i punti di forza e di debolezza di Renzi: brillante sul piano politico e mediatico; impacciato sul piano istituzionale; sempre più a rischio sulla scena europea.

Di fronte allo scandalo Renzi ha cioè reagito come il Gladiatore di Russell Crowe: ha “scatenato l’inferno”. Per mettere al riparo il governo lo ha però messo in conflitto con i diversi livelli istituzionali, sia nazionali sia internazionali, tanto che per la prima volta Mattarella è sceso in campo con il fischietto.



Dal punto di vista parlamentare comunque il nostro premier finora si è mosso con successo. La Boschi ha dominato l’aula di Montecitorio (con il M5s in religioso silenzio) e la vicenda della Banca Etruria sembra destinata a essere ridimensionata se non a scomparire in una commissione d’inchiesta che nella proposta del Pd riguarda addirittura l’intero sistema bancario dal 2000 a oggi (e che quindi si protrarrà nella prossima legislatura). Inoltre giocando la carta di Cantone ancora una volta il premier riesce a usare l’Anticorruzione come una sorta di agenzia di rating che rassicura l’elettorato sulle azioni del governo.



Sul piano dei rapporti istituzionali però Renzi, nella fretta di rompere l’accerchiamento e di additare all’opinione pubblica altre responsabilità, ha fatto — a partire dalla Consob — una tale ammucchiata da additare alla gogna dei risparmiatori, che ha compromesso — se non rotto persino a livello personale — i rapporti tra Palazzo Chigi e la Banca d’Italia. La reazione degli interessati nei confronti del governo non ha trovato le porte del Quirinale chiuse. Il presidente della Repubblica ha ricevuto i vertici degli istituti attaccati da Renzi e ha denunciato e condannato “competizione, sovrapposizione di ruoli se non addirittura conflitto”. Il fatto che Mattarella abbia poi dovuto usare il cerimoniale per costringere Cantone e Visco a sedersi uno accanto all’altro e cominciare a parlarsi evidenzia che sul piano dei rapporti istituzionali Palazzo Chigi ha perso il controllo e il Quirinale ha prontamente assunto un ruolo di supplenza. A loro volta gli ispettori della Banca d’Italia sfornano relazioni sulle banche salvate dal governo — e in particolare sull’Etruria e su papà Boschi — non precisamente favorevoli a una rapida archiviazione da parte della magistratura. 



Ma il fronte più pericoloso è quello con l’Unione Europea: stiamo correndo il rischio di finire tra i paesi della “serie B”. Cercando di mettere anche l’Ue alla gogna dei risparmiatori, il governo italiano ha infatti perso quota a Bruxelles. Nessun partner è solidale con noi nell’Ue e in una settimana la commissione Juncker ci ha aperto un fronte dietro l’altro: le procedure di infrazione si moltiplicano e la nostra legge di stabilità è sempre più a rischio. L’Italia nell’Ue è oggi completamente isolata e sotto accusa. 

Matteo Renzi ha certamente ragione quando rileva che verso Parigi c’è più flessibilità. Ma Hollande, pur avendo perso le elezioni europee, ha fatto nominare il suo Moscovici commissario agli Affari economici mentre Renzi ha investito il successo sulla Mogherini. In che cosa è stata finora utile all’Italia la Mogherini? In sostanza non abbiamo nessuno nella Commissione europea che ci tuteli. Inoltre a livello politico, a cominciare dal Partito socialista europeo, i rapporti sono molto labili. La sparata del sindaco di Firenze, Nardella, in apertura della Leopolda su “le socialdemocrazie europee che sono alla canna del gas” ha cristallizzato l’isolamento di Renzi nel Pse. Con i liberali di Cameron nessun rapporto. Insomma: nessun governo, nessun gruppo parlamentare, nessun commissario che ci dia il minimo aiuto e siamo finiti in balìa della Merkel.

Nel complesso la vicenda Boschi-Etruria vede Renzi molto “gladiatore”, ma anche molto esposto mentre è cresciuto il ruolo del Quirinale: la presidenza Mattarella, di fronte all'”inferno” scatenato da Palazzo Chigi, ha finalmente trovato lo spazio libero per il suo decollo con un ruolo di crescente sovrintendenza. Se Renzi sembra andare a Berlino per rimettersi alla clemenza della corte (della Cancelliera), l’imminente viaggio negli Stati Uniti si profila come un successo per il Quirinale destinato ad aumentarne il peso. La grazia ai due agenti della Cia è ben calcolata a questo fine (soprattutto con l’obiettivo di ottenere una riservata, ma decisa iniziativa di Obama per i nostri due marò).

Con la vicenda Etruria-Boschi il governo non si è certo rafforzato, il Quirinale non è più un semplice arbitro ma un’istituzione superiore con autonoma regìa e il centro-destra (FI-Lega-Meloni) in piena crisi — con Berlusconi che chiude il partito, i parlamentari che scappano, i leghisti estremisti — se fa una lista unica secondo i sondaggi può essere in testa.