“Renzi sta commettendo due errori: non appoggiare Marchini a Roma e cercare dei cavilli legali per impedire a Bassolino di correre a Napoli. Mentre a Milano chi sbaglia è Pisapia: dopo essere stato appoggiato in modo leale da tutto il centrosinistra, dovrebbe parlare da sindaco e non da esponente di una parte politica”. Ad affermarlo è Peppino Caldarola, ex direttore dell’Unità ed ex parlamentare dei Ds. Ieri Renzi e Pisapia si sono incontrati al Nazareno, ma all’uscita si sono trincerati dietro a un no comment. In una nota del Pd dopo l’incontro ci si è limitati a chiedere primarie vere, aperte, coinvolgenti e partecipate che tengano conto della peculiarità e dell’autonomia di Milano e che portino all’individuazione della candidata o del candidato migliore per vincere”.
Il no comment di Renzi e Pisapia significa che non hanno trovato un accordo?
Renzi e Pisapia non riescono a trovare un accordo. Il sindaco uscente non apprezza la candidatura di Sala perché gli sembra una smentita del suo ruolo, e il premier è convinto del fatto che senza un nome in grado di parlare anche alla Milano non di sinistra c’è il rischio di perdere le elezioni. E’ quindi uno stallo abbastanza difficile da superare.
Secondo lei chi dei due ha ragione?
Negli anni in cui è stato sindaco Pisapia ha avuto l’appoggio leale di tutto il centrosinistra, e speravo quindi che in questo momento scegliesse di non schierarsi. Anche nel merito capisco poco il ragionamento di Pisapia. Il problema non è se il candidato sia di sinistra o moderato, ma trovare una figura nella quale i milanesi si possano riconoscere. Sarebbe opportuno che Pisapia ragionasse come sindaco della città, e non come esponente di una parte politica.
Se si candidasse la Barzani, Pisapia diventerebbe una figura nazionale in grado di sfidare Renzi?
Pisapia è già un esponente della politica nazionale perché è una persona seria, ha fatto bene il sindaco, pur militando nella sinistra più gauchiste, è un personaggio di apertura che sa dialogare. Il suo essere in campo come probabile concorrente di Renzi è qualcosa che prescinde dalla vicenda milanese. Poi che sia in grado o meno di battere Renzi questo è tutto da vedere. Il centrosinistra sta vivendo un subbuglio molto profondo e nessuno di noi oggi è in grado di prevedere dove si diriga il cuore del centrosinistra.
Bersani ha dichiarato: “Il problema non è il grillismo, è la destra”. Come fa a dire questo?
Bersani continua a pensare che l’M5S siano una costola della sinistra. Continua cioè ad avere nostalgia di quel dialogo che aveva cercato quando era segretario del partito per fare un governo insieme ai Cinque Stele. M5S però non farà mai un governo con il Pd, in quanto si considera alternativo, e il Pd sbaglia a non considerarsi alternativo ai Cinque Stelle.
A Napoli c’è la grana Bassolino. Secondo lei Renzi come dovrebbe affrontarla?
Bassolino ha fatto per gran parte della sua vita il sindaco, gode di un grande consenso, si è liberato di tutti i problemi giudiziari e quando necessario ha saputo anche farsi da parte. Bassolino non può essere paragonato ad altri Masaniello che girano nel Mezzogiorno. Se Renzi non lo vuole perché crede di avere un cavallo più giovane e più battagliero lo tiri fuori. Quello che contesto è che la segreteria del Pd possa ricorrere a norme che impediscono a Bassolino di correre. Bassolino ha tutto il diritto di partecipare alle Primarie. Poi se non ce la fa è un altro ragionamento.
Renzi ha detto che il Pd non ha bisogno di Marchini. Che cosa ha in mente?
Renzi poteva appoggiare Marchini pur non considerandolo parte del proprio schieramento. Marchini è un candidato indipendente che nella sua storia politica ha tracce di sinistra, ma che si presenta come uomo moderato. Alcune componenti del Pd, a partire da Matteo Orfini, non appoggiano però questa operazione perché sperano di essere loro a esprimere il sindaco. Fra i nomi che il Pd offre non emerge però nessun candidato in grado di vincere. Roberto Giachetti ha le capacità per fare bene il sindaco, ma resta il dubbio se sia in grado di vincere le Primarie.
(Pietro Vernizzi)