“Ormai Beppe Grillo è fuori gioco, l’M5s è un partito strutturato e al vertice chi comanda davvero è Gianroberto Casaleggio”. E’ la denuncia dell’onorevole Walter Rizzetto, eletto nell’M5s prima di essere cacciato per un’intervista a La7 nel maggio 2014. Da allora le epurazioni sono continuate senza sosta: sono in tutto 37 i parlamentari espulsi dai Cinque Stelle. L’ultima in ordine di tempo è stata la senatrice Serenella Fuksia, messa alla porta dopo un sondaggio online cui hanno partecipato 24mila attivisti. L’accusa era quella di non avere versato parte del suo stipendio al movimento. La parlamentare ha commentato così: “E’ una scusa, Grillo ha perso il controllo”.
Rizzetto, che cosa ne pensa dell’espulsione della senatrice Fuksia?
Premetto che io stesso avevo trovato in parte esagerato il fatto che la senatrice avesse usato su Facebook la parola “chapeau!” in difesa del ministro Boschi. Ma il cosiddetto problema delle “rendicontazioni” non si pone, perché Serenella Fuksia ha restituito al movimento quanto doveva. Del resto dai dati online risulta che a metà dicembre numerosi altri parlamentari dell’M5s non erano in regola con la rendicontazione. Fuksia probabilmente era una senatrice un po’ scomoda all’interno dell’M5s, in quanto dotata di spirito critico, e si è trovato un casus belli per espellerla.
Che cosa sta succedendo nel Movimento 5 Stelle?
Espulsioni ed epurazioni sono all’ordine del giorno non solo nei gruppi parlamentari ma anche sul territorio: l’M5s a questo punto è diventato un partito. Da un certo punto di vista questo è un bene, perché si è accorto che è in Parlamento e che sta facendo politica: non sempre fare politica è una cosa sporca. C’è stato un periodo in cui era così, ed è stato propedeutico a un cambiamento. Quanto l’M5s negli anni passati ha espresso in termini di antipolitica è qualcosa in cui io stesso ho creduto, ma tutto ciò non ha più senso nel momento in cui si entra a fare parte delle istituzioni.
Con quale criterio sono fatte le espulsioni?
Si attuano espulsioni nei confronti di persone che fortunatamente applicano il contraddittorio e si oppongono al pensiero unico. Il contraddittorio e il confronto sono il sale della democrazia anche in seno a un gruppo parlamentare. Io stesso sono stato vittima di questa logica.
In che modo?
Nel 2014, dopo che alle regionali l’M5s prese il 13% in Emilia-Romagna e il 4% in Calabria, io stesso andai in tv ad esprimere preoccupazione rispetto a quanto stavamo vivendo e a chiedere un confronto. Il blog di Beppe Grillo rispose inserendomi tra i dissidenti e affermando che non rappresentavo l’M5s.
Secondo la Fuksia, Grillo ormai è “fuori controllo”. E’ d’accordo?
Penso che non sia la frase corretta. Più che fuori controllo ormai Grillo è fuori gioco.
In che senso?
Nel senso che Grillo ricomincerà giustamente a fare gli spettacoli in giro per l’Italia, perché è un artista. Il suo ruolo di ariete mediatico dei Cinque Stelle ormai si è esaurito. Io stesso ho parlato più volte con Grillo, quando facevo ancora parte dell’M5s, e mi ha descritto Gianroberto Casaleggio come “un mero fornitore di un servizio”. Oggi però sono cambiate molte cose. Oramai il partito è strutturato e c’è un vertice rappresentato da Casaleggio e dalla cerchia di persone che seguono la sua linea.
Chi rappresenta Casaleggio?
Questo non lo so, del resto almeno il 95% dei parlamentari dell’M5s non ha mai visto Casaleggio. Quella che lei mi fa è una domanda che dovrebbero porsi gli attivisti e l’elettorato dell’M5s. Fino a un anno fa Casaleggio era solo quello che gestiva il software del blog di Grillo. Da lì è diventato co-leader, co-fondatore, e penso che ormai sia la persona che gestisce in toto l’M5s, mentre Grillo è escluso dalla stanza dei bottoni.
Quale ruolo hanno invece Di Maio e Di Battista?
Di Maio e Di Battista sono due bravi ragazzi e due egregi parlamentari. Da un punto di vista mediatico sono più abili di altri, e del resto l’aspetto mediatico all’interno dell’M5s è molto importante. Di Maio in particolare esercita un ruolo in termini di leadership per quanto riguarda il gruppo parlamentare e i territori. Di Maio e Di Battista sono inoltre a stretto contatto con la Casaleggio srl, e prendono le decisioni politiche di comune accordo con quest’ultima. E’ un “quadrato magico” tra Milano e Roma, con una spiccata diarchia Casaleggio-Di Maio, e poi parte del gruppo va dietro a queste scelte.
Anche a Bologna ci sono state polemiche tra gli attivisti dell’M5s. Lei come legge quanto sta accadendo?
Lo leggo nell’ottica della trasformazione da movimento a partito. Nel nome calato dall’alto di Massimo Bugani non vedo nessun tipo di differenza rispetto a leggi elettorali come Porcellum e Italicum che l’M5s ha aspramente contestato. Non sono state fatte le primarie, molti elettori si sono arrabbiati, eppure chi le ha chieste è stato espulso. Queste però non erano le premesse iniziali quando nacque l’M5s.
(Pietro Vernizzi)