“Le primarie aperte con la sfida Sala-Balzani possono ridare vigore al centrosinistra milanese. A preoccupare Renzi sono piuttosto Napoli e Roma, in quanto Bassolino non è un suo candidato e nella Capitale trovarne uno sembra un’impresa impossibile”. E’ l’analisi di Antonio Polito, vicedirettore ed editorialista del Corriere della Sera. L’incontro di mercoledì tra Renzi e Pisapia si è concluso con la promessa di primarie aperte nel capoluogo lombardo. Il sindaco uscente ha commentato soddisfatto: “Renzi ha dato assoluta libertà e autonomia ai milanesi di scegliere il candidato”. La stessa segreteria del Pd ha annunciato “primarie vere, aperte, coinvolgenti e partecipate che tengano conto della peculiarità e dell’autonomia di Milano e che portino all’individuazione della candidata o del candidato migliore per vincere”.
Polito, come commenta l’esito dell’incontro Renzi-Pisapia?
Renzi non poteva dire di no a una richiesta di primarie aperte. Sala non può essere scelto dall’alto, ma deve partecipare alle primarie sfidando il vicesindaco Francesca Balzani, che rappresenta un contendente serio. Renzi ha sempre fatto delle primarie aperte un punto fondamentale della sua politica di rottamazione, sin da quando le fece sfidando Bersani. Del resto il rischio di una fronda di sinistra più radicale a Milano è reale, e ha anche una sua base elettorale. A Renzi non conviene rompere pregiudizialmente con quell’area, e quindi tenta di coinvolgerla in una competizione alle primarie in cui non ci sia solo Sala.
Renzi può permettersi di perdere a Milano?
Renzi non può permettersi di perdere da nessuna parte, anche se Milano tutto sommato è la situazione più brillante per il centrosinistra. La giunta Pisapia esce bene da questi cinque anni. La stessa città è per molti aspetti migliorata, in un momento di grande spolvero anche se non necessariamente per merito soltanto della giunta. In più non si vede ancora un avversario di centrodestra all’altezza, e lo stesso candidato di M5s, Patrizia Bedori, non sembra in grado di trasformare i tanti voti del movimento in una maggioranza.
Come andrà a finire?
E’ presto per dirlo. Comunque sia Sala sia la Balzani sembrano più forti degli altri personaggi in campo, tanto più se l’area di Pisapia resterà nel centrosinistra. Di tutte le città in cui si voterà in primavera, Milano è quella che presenta le migliori prospettive per Renzi.
Lei come si spiega l’evoluzione di Pisapia dal no iniziale alla candidatura alle sue ultime uscite?
Pisapia non ha voglia di fare un secondo mandato, e questo è comprensibile. Allo stesso tempo però non vuole che si perda l’impostazione politica della sua esperienza di governo, con la cosiddetta coalizione arcobaleno. E’ questa eredità che Pisapia vuole salvare. In questo senso il candidato adatto non è Sala, in quanto si tratta di un manager proveniente dall’area centrista. Il sindaco cerca quindi di spingere la coalizione verso una continuità con la sua giunta, e il vicesindaco gli è sembrata la persona più adatta per farlo.
A Napoli Renzi farà sua la candidatura di Bassolino come con De Luca?
Non credo, perché De Luca in qualche modo è un suo uomo, mentre Bassolino non lo è. Quando Renzi vinse le primarie, nella Salerno governata da De Luca ottenne il 72% dei consensi. De Luca fa parte della maggioranza renziana, mentre Bassolino è una persona completamente diversa. Renzi tenterà di impedire a Bassolino di candidarsi, ma dopo avere detto sì alle primarie a Milano è molto difficile che lo stesso non avvenga anche a Napoli. Se Bassolino vince le primarie Renzi non potrà comunque presentarlo come il suo candidato, ma se le perde bisognerà vedere se i suoi voti andranno o meno al candidato del Pd.
Roma sembra essere una partita ancora più complicata. Lei come la vede?
Per il Pd Roma è veramente una brutta partita. Marino è stato costretto a dimettersi dai consiglieri del Pd dopo essere stato coinvolto in un’inchiesta. In precedenza c’era stata Mafia Capitale, da cui era emersa una penetrazione dei poteri criminali nell’amministrazione pubblica anche durante gli anni in cui il Pd era al governo, e anzi attraverso alcuni esponenti del Pd che sono stati indagati. Ricostruire un’immagine accettabile del Pd a Roma è un’opera molto difficile.
Più in generale, su quale fronte Renzi è più debole? Quello internazionale, parlamentare o economico?
Quello che conta è lo stato dell’economia e dell’occupazione. Da questo punto di vista certamente la situazione non è così rosea come Renzi ha tentato di fare credere in questi mesi agli italiani, e comunque come poteva apparire anche ai più ottimisti due o tre mesi fa. Il rallentamento dell’economia globale sta incidendo sulla nostra ripresa, che è molto debole e che addirittura sembra rallentare nell’ultima parte dell’anno. Anche negli ultimi dodici mesi, in cui l’economia mondiale è andata bene, l’Italia non è riuscita a fare una performance di grande livello.
(Pietro Vernizzi)