“La condanna ai servizi sociali ha indebolito pesantemente Berlusconi, ora il Cavaliere potrà tornare a giocare un ruolo di primo piano nella politica italiana. Senza il ‘colpaccio’ di Renzi su Mattarella, la distanza tra Pd e Forza Italia non sarebbe così grande”. Lo afferma Piero Sansonetti, direttore del quotidiano “Il Garantista”, dopo che il giudice di sorveglianza di Milano, Beatrice Crosti, ha concesso a Berlusconi la liberazione anticipata di 45 giorni. Anziché il 23 aprile, la sua pena scadrà quindi l’8 marzo. A proposito inoltre delle critiche rivolte a Berlusconi sul modo in cui ha gestito il voto per il presidente della Repubblica, Sansonetti aggiunge: “Faccio il giornalista, non il politico, e a volte mi immagino anche di potere allenare il Milan, ma non mi sogno mai di poter dirigere Forza Italia”.



C’è un timing politico nella decisione del giudice di sorveglianza?

Pur essendo ai servizi sociali, Berlusconi è in regime carcerario. La legge prevede cinque giorni di sconto per buona condotta per ogni mese di pena, e dopo nove mesi Berlusconi ha maturato 45 giorni di sconto. Il condannato chiede che sia riconosciuta la buona condotta e il giudice deve semplicemente decidere se si sia comportato bene o male. I tempi non dipendono quindi dalla vicenda politica, la coincidenza è casuale.



A un mese dalla scadenza dei servizi sociali Berlusconi è più forte o più debole?

E’ molto più debole. Ha subito la condanna che lo ha portato a un enorme indebolimento in termini di agibilità politica. Non ha potuto fare polemiche né parlare di giustizia, e questo lo ha “azzoppato”. I giudici hanno lavorato per venti anni a questo obiettivo, e oggi possono dire di averlo raggiunto. L’indebolimento di Berlusconi non è dovuto ai politici ma esclusivamente ai magistrati.

Come legge lo sbandamento di Forza Italia nel voto per il Quirinale?

In parte è anche questo conseguenza dell’indebolimento di Berlusconi. Il fatto che tecnicamente non fosse in grado di guidare il partito ha creato una situazione nella quale è stato molto svantaggiato. A questo si aggiunge l’abilità di Renzi, che ha dato a intendere una cosa a Berlusconi e ne ha fatta un’altra, così come era avvenuto un anno fa con Letta. I due “capolavori” di Renzi sono stati quelli di imbrogliare prima Letta e poi Berlusconi. Poi ciascuno è libero di vedervi ciò che vuole. C’è chi può leggervi una grande truffa politica e chi l’abilità machiavellica di Renzi. Si tratta di stabilire se la bugia in politica sia un valore o un disvalore. Renzi comunque è un artista, un fuoriclasse della bugia, tanto da essere riuscito a imbrogliare Berlusconi che invece passava per il migliore “giocatore di poker” della politica italiana.



Feltri ha criticato Berlusconi dicendo che di fronte a un candidato “non comunista” come Mattarella avrebbe fatto meglio a metterci sopra il cappello. E’ d’accordo con lui?

Io faccio il giornalista, anche Vittorio Feltri lo fa. Se noi facciamo i giornalisti e non i politici ci deve essere un motivo. Mi limito quindi a guardare quello che fanno i leader dei partiti, e a volte mi illudo persino di poter allenare il Milan, ma mai di poter dirigere Forza Italia.

Quindi Berlusconi non ha commesso errori?

Qualche errore lo può anche avere fatto, ma sfido chiunque a dirigere un partito dagli arresti domiciliari. E’ difficile indovinare le mosse, e sappiamo che la forza di Berlusconi è anche il suo carisma, che si esprime attraverso assemblee e comizi. Tolti questi è tutto più difficile, soprattutto dopo una serie di sconfitte elettorali come quelle che ha subito Forza Italia.

 

Qual è l’obiettivo di Fitto?

Personalmente non ho capito a che cosa miri Fitto. I partitini del centrodestra stanno diventando un po’ troppi, ma sono tutte forze che si muovono in presenza di un forte indebolimento del leader, cioè di Berlusconi.

 

Quali sono le cause della crisi del centrodestra?

Quella del centrodestra è in primo luogo una crisi di leadership, perché Berlusconi è indebolito e non si vede all’orizzonte una figura in grado di succedergli. L’unico leader in campo è Matteo Salvini, che però non è votabile dalla destra moderata. Ma c’è anche una seconda causa…

 

Quale?

La seconda causa della crisi del centrodestra è che Renzi gli ha rubato il “mestiere”. Un elettore che voglia una destra pulita, ragionevole, moderata, non si vede perché non debba scegliere Renzi. Il premier ha spostato molto la politica del Pd su posizioni di centrodestra, rubando campo e mestiere al suo stesso concorrente principale. Ciò diventa ancora più clamoroso in assenza di leader credibili. Fino al 2019 Berlusconi non potrà ricandidarsi.

 

Mattarella gli ridarà la piena agibilità politica?

Una volta che, uscito dai servizi sociali, Berlusconi potrà fare e dire quello che vuole, il fatto che si possa candidare o no è meno importante. La cosa che conta di più è che possa ritornare a fare politica, a quel punto le cose cambieranno. Anche perché prima del grande colpo su Mattarella, Renzi era un po’ in difficoltà. Dopo di che bisognerà vedere quale ruolo assumerà Mattarella nella politica italiana, perché questo noi non lo sappiamo ancora.

 

Lei che cosa si aspetta?

Mattarella non è una figura priva di linea politica, si è sempre identificato con posizioni cristiano-democratiche e di sinistra. Su molte questioni il nuovo presidente ha tra l’altro convinzioni simili a quelle di Papa Bergoglio. Ci troveremmo quindi in una situazione in cui le autorità più carismatiche saranno quelle che hanno posizioni più “avanzate” o “di sinistra” rispetto allo schieramento politico tradizionale. Io non so in che modo Mattarella vorrà pesare nella politica italiana, ma se lo farà con la stessa forza di Napolitano lo farà certamente da posizioni più di sinistra.

 

Ma Mattarella non viene dalla Dc e Napolitano dal Pci?

Ormai quelle di democristiano e comunista sono categorie molto superate. Sui grandi temi sociali Mattarella sarà sicuramente un presidente di sinistra, poi bisognerà vedere se vorrà o meno pesare sui temi etici e sulla giustizia.

 

Il Patto del Nazareno è ancora vivo oppure no?

Un patto quando viene violato non è più vivo. Questo non vuol dire che non si possa fare un nuovo patto o un accordo sulle riforme, bisognerà vedere che cosa vorrà fare Berlusconi. Ma il Patto del Nazareno è sicuramente morto.

 

(Pietro Vernizzi)