“Renzi non ha una reale alternativa tra i partiti, in quanto quella di FI, Lega e M5S è soltanto un’opposizione subalterna. Non va però sottovalutato che tra Mattarella e il presidente del Senato Grasso esiste un rapporto decennale molto forte che nell’arco di pochi giorni ha già spostato completamente l’asse della politica italiana. Nelle prossime settimane ne vedremo le conseguenze”. Ad affermarlo è Ugo Finetti, condirettore di “Critica Sociale”.



L’elezione di Mattarella è una parentesi nel Patto del Nazareno o un nuovo capitolo della politica italiana?

L’elezione di Mattarella non è una parentesi, ma un evento in grado di creare un quadro politico completamente nuovo. Dopo le Europee Renzi ha accelerato su riforme istituzionali ed economiche, andando contro sinistra Pd, Cgil e Anm e incassando dall’altra l’appoggio di Berlusconi. Il Cavaliere ha garantito a Renzi l’agibilità parlamentare, in quanto gli ha sempre fornito il numero legale. Questa strategia ha portato il segretario del Pd a perdere il 5/6% dei consensi e a rischiare la scissione del partito. Renzi quindi si è spostato a sinistra e sul Quirinale ha mollato Berlusconi e si è accordato con Bersani. Renzi agisce così perché è convinto che Alfano e Berlusconi siano armati solo di “pistole ad acqua”, cioè che alla fine non avranno la forza di rompere con lui.



Se Berlusconi non andrà alla rottura, che cosa è cambiato con l’elezione di Mattarella?

A essere cambiato è il quadro istituzionale. Al Quirinale non c’è più un Napolitano in “proroga temporanea” e il Parlamento si è rilegittimato eleggendo il presidente della Repubblica con una maggioranza dei due terzi. Oggi abbiamo un capo dello Stato e due camere che godono di pieni poteri. Ma soprattutto c’è un Pd ricompattato del quale il garante è Mattarella.

Mattarella però è una figura molto schiva e in più ha detto che sarà soltanto un arbitro…

Un aspetto molto sottovalutato è il rapporto tra Mattarella e Grasso. A cristallizzare il nuovo quadro politico più a sinistra e più lontano da Berlusconi, c’è la creazione di un asse molto forte tra Quirinale e Senato. Il legame tra gli uomini che ricoprono le due più alte cariche dello Stato è nato il giorno dell’assassinio di Piersanti Mattarella, fratello dell’attuale capo dello Stato. Mattarella e Grasso non “intasano” Twitter con i loro cinguettii e parlano poco. Eppure dopo il richiamo alla legge anti-corruzione fatto dal presidente della Repubblica nel suo discorso di insediamento, Renzi è scattato sull’attenti e nel giro di 24 ore ha fatto approvare il ddl scritto da Grasso prima della sua elezione a presidente del Senato.



A parte l’approvazione del ddl Grasso, qual è stata la risposta di Renzi a questo nuovo asse?

E’ stata un’offensiva il cui obiettivo di Renzi in questa fase è creare un governo monocolore autosufficiente. C’è una sua caratterizzazione personale più forte, con una leadership di governo che non è più di coalizione. Ciò avviene “sfarinando” i gruppi alleati, nella convinzione che questi ultimi di fronte alle sue azioni ostili non faranno che incassare.

 

Si riferisce a Scelta civica?

Il premier ha “rubato” otto parlamentari a Scelta civica, che in tutta risposta ha tenuto un Congresso tessendone le lodi. Ma anche Ncd si è dovuto allineare ai diktat di Renzi e ormai è spaccato tra chi pensa di andare direttamente con il premier e chi pensa di tornare nel centrodestra. La stessa linea dura di Berlusconi è poco credibile, la sua è soltanto un’operazione per ritornare il scena l’8 marzo una volta scontata la pena ai servizi sociali come il leader di un partito ricompattato. Pensare che il gruppo dirigente di Berlusconi ritorni a una politica di attacco è poco verosimile.

 

Grillo e Salvini hanno la forza per impensierire Renzi?

Renzi oggi è il padrone assoluto della scena politica, nonostante l’irrilevanza della sua politica estera ed economica. La forza di Renzi è che oggi non esiste nessuna forza alternativa in termini propositivi. Nella Prima Repubblica DC, PSI e PCI, sia pure in modo diverso, promettevano tutti una società migliore. Erano tre speranze che si confrontavano, mentre oggi non c’è nessuna alternativa di speranza a Renzi. Salvini, Grillo e Berlusconi aumenteranno i loro consensi se le cose andranno male. La loro non è però una reale alternativa, bensì soltanto un’opposizione subalterna. Oggi se un elettore spera che le cose vadano meglio vota per Renzi: è questa la debolezza dei suoi oppositori.

 

(Pietro Vernizzi)