Forza Italia non c’è più. E questa non è una bella notizia per la nostra democrazia. La polarizzazione del nostro sistema politico fin dalla nascita della Repubblica ha visto in competizione un partito pivot dell’area moderata (Dc, Fi,) ed uno della sinistra (Pci, Pds, Ds, Pd). Con la involuzione e magari la scomparsa del partito azzurro semplicemente non c’è partita. Si affermerebbe Renzi spaziando dal centro alla sinistra, radicale ma refrattaria oggi alla scissione temendo di non trovare consensi nelle urne.



Salvini è la controfigura dell’altro Matteo. Forte comunicativa, grande approssimazione, molto seguito. Il candidato ideale per dividere il centrodestra. Ncd-UDC – Area Popolare e Popolari per l’Italia: non pervenuti. Italia Unica e Tosi devono ancora farsi. Senza Forza Italia “game is over”. Ma cosa succede nel ridotto berlusconiano? Verdini fa la spalla di Renzi, volendo incassare quanto aveva pattuito col Nazareno. Fitto è ormai fuori dal partito per volontà dello stesso Berlusconi. Il cerchio magico si è ristretto al punto da apparire un piccolo anello. Ottiene peraltro gli stessi effetti del più famoso anello di Tolkien: rende invisibile chi lo porta. E il partito infatti è sparito. Berlusconi è di nuovo alle prese con i suoi problemi giudiziari. Difficilmente tirerà fuori un nuovo coniglio dal cilindro.



Un suggerimento utile potrebbe essere convocare, senza pretesa di esserne il dominus, gli stati generali del centrodestra. Ma per la prima volta Berlusconi rischierebbe di vedere disertato un raduno promosso in prima persona. E il rischio di perdere il controllo dei gruppi parlamentari è alto. Sull’altra sponda i due Matteo guardano e se la ridono. E fanno il tifo. Per chi? Per chiunque renda impossibile la ricomposizione del puzzle. La verità è che bisognerebbe dire a Berlusconi di sorprendere tutti scegliendo lui tra politica e aziende e fare per sei mesi una limpida opposizione imponendo al proprio interno la virtù della stima reciproca e della collaborazione. Ne verrebbe fuori una rinnovata capacità attrattiva che aiuterebbe non poco a ritrovare la strada smarrita. Fantasie? L’alternativa è una lenta emorragia cui seguirà la condanna più temuta da Berlusconi: l’oblio. Silvio, pensaci. E datti una mossa.

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