“Da questa sentenza escono sconfitti tre partiti: i giudici, Repubblica e la Lega nord di Matteo Salvini”. E’ l’analisi di Piero Sansonetti, direttore del quotidiano Il Garantista, sull’assoluzione di Silvio Berlusconi nel processo per il caso Ruby. Per Sansonetti, “numeri alla mano, anche da parte dei nemici acerrimi di Berlusconi, uno dei quali sono io, è difficile negare che sia stata una persecuzione giudiziaria”. Commentando la decisione della Cassazione, il leader di Forza Italia ha detto: “Ora, archiviata anche questa triste pagina, sono di nuovo in campo per costruire, con Forza Italia e con il centrodestra, un’Italia migliore, più giusta e più libera”. Mentre per Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, “il processo Ruby ha sputtanato, lo dico in maniera esplicita, Berlusconi e l’Italia. Era un processo da non fare, migliaia di intercettazioni, costi enormi, si è indagato un presidente del Consiglio, si sono indagati e infamati i suoi ospiti privati, si è verificato secondo giustizia che non c’è stato alcun reato”.



Questa sentenza apre dei nuovi scenari politici?

Sì, nel senso che a questo punto Berlusconi torna in campo in piena libertà. Gli altri processi in corso sono abbastanza secondari e la stessa questione dell’interdizione non è decisiva. In secondo luogo la magistratura è molto indebolita, ha subito un colpo d’immagine pesantissimo, soprattutto per quanto riguarda la Procura di Milano. Da almeno 20 anni vivevamo in un Paese in cui la magistratura era un potere indiscutibile, oggi il partito dei pm è in grande difficoltà.



Ezio Mauro su Repubblica ha scritto che la fine di Berlusconi era arrivata…

Direi che Ezio Mauro è stato un po’ imprudente… Ciò che avviene è esattamente il contrario. Gli sconfitti di questa sentenza sono innanzitutto la Boccassini e Bruti Liberati, subito dopo Ezio Mauro e Travaglio e in terzo luogo Matteo Salvini. La Lega aveva portato via la metà dell’elettorato a Forza Italia che ora rischia di riprenderselo. Nel centrodestra il carisma di Berlusconi torna a farsi sentire, e quindi forze come la Lega non possono più godere di quel vuoto politico che avevano creato i giudici.



Da oggi inizia una nuova pagina della nostra politica?

Gli scenari della politica cambiano completamente. Non è più il Berlusconi stravincente del 2001, ma un conto era un centrodestra senza il Cavaliere e in mano a personaggi minori, un altro conto è se può contare ancora sulla capacità del leader di riscuotere il gradimento degli elettori. A cambiare sono anche gli equilibri politici della destra, che si era spostata molto su posizioni estremiste e che ora torna ragionevolmente verso il centro.

Basterà questa sentenza per garantire il futuro di un partito balcanizzato come Forza Italia?

Del partito non lo so, ma di Berlusconi e del suo appeal elettorale sicuramente. Non è detto che il partito sarà Forza Italia, può darsi che ne fonderà un altro. Il Cavaliere è abituato a fare i discorsi dal predellino, e magari farà un altro paio di predellini. Il dato di fatto è che Berlusconi torna a essere il leader più prestigioso del centrodestra.

 

Qual è il suo bilancio di questa odissea giudiziaria?

Numeri alla mano, anche da parte dei nemici acerrimi di Berlusconi, uno dei quali sono io, è difficile negare che sia stata una persecuzione giudiziaria. Nel corso degli anni è stato sottoposto a oltre 30 processi, e nessuno ha portato a una condanna tranne quello per evasione fiscale. In tutti gli altri processi i giudici hanno perso, e non esiste nessun precedente nella storia del diritto italiano. La sentenza sul caso Ruby mette fuori gioco il partito dei giudici. Scompare uno dei partiti che ha dominato gli ultimi 20 anni.

 

E dal punto di vista dell’opinione pubblica?

Finisce un periodo in cui l’opinione pubblica italiana è corsa precipitosamente verso posizioni forcaiole, che partivano dall’anti-berlusconismo ma che poi ha colpito tutti. Le parole d’ordine in questi anni sono state allungare le pene, accorciare la prescrizione, aumentare il numero dei carcerati, chiedere l’abolizione dei permessi. Mentre nei decenni precedenti la giurisprudenza tendeva a diventare più garantista, l’ultimo ventennio è stato il più giustizialista della storia della Repubblica. Spero che la sconfitta della magistratura subita ieri porti a una frenata su questa china discendente che da Cesare Beccaria porta a Flores d’Arcais.

 

Che cosa cambia con questa sentenza rispetto alle riforme?

Berlusconi è più forte in Parlamento. Le riforme stanno passando nonostante l’opposizione dei tre leader che hanno vinto le elezioni con l’85% dei voti: Grillo, Bersani e Berlusconi. Bersani è stato messo fuori gioco da Renzi, Grillo si è messo fuori gioco da solo e Berlusconi era stato messo fuori dai giudici. Il fatto che il leader di Forza Italia ritorni in campo a piene forze mette Renzi un po’ più in difficoltà. Non metterei la mano sul fuoco sul fatto che l’Italicum passerà. E se cade l’Italicum, la riforma del Senato diventa inutilizzabile.

 

Berlusconi resterà fermo sulla linea del no?

Berlusconi non cambierà idea, riprendendo in mano il partito lo farà su una linea di opposizione. Ha la possibilità di ricominciare a fare politica e si giocherà questa opportunità.

 

(Pietro Vernizzi)