“Se si candida Tosi incasserà i voti non solo di una parte dei leghisti, ma anche degli stessi moderati. Per Salvini e Zaia la strada si fa in salita”. E’ il commento di Luciano Ghelfi, giornalista politico della Rai, dopo l’espulsione dal Carroccio del sindaco di Verona. Subito dopo la notizia Tosi ha attaccato: “Questa rottura che ha creato e voluto Salvini, rifiutando anche una proposta formale di mediazione, rischia di danneggiare il centrodestra e favorire il centrosinistra”. Quindi la replica di Zaia: “Ho assistito alle discussioni nell’ultimo consiglio federale e ne sono rimasto sinceramente stupito: adesso si gira pagina e l’unica cosa positiva è che la vicenda-Tosi sia chiarita, le acque che non sono più torbide”.



Perché è fallita la mediazione sul Veneto?

Perché nessuno ha messo in discussione le sue convinzioni e posizioni. Zaia e Tosi sono rimasti fermi, convinti di essere nel giusto e in una posizione di forza.

Che cosa volevano veramente Tosi e Salvini?

Lo scontro, più ancora che tra Tosi e Salvini, è stato tra il sindaco di Verona e Zaia. La questione riguardava essenzialmente la formazione delle liste e quindi dei consiglieri regionali del Veneto. Zaia aveva la grande preoccupazione di essere messo sotto tutela da parte di Tosi. La nuova legge elettorale del Veneto riduce da 60 a 50 i consiglieri, e quindi ogni singolo consigliere conta molto più di prima.



A chi è stato affidato il tentativo di mediazione?

Ci hanno provato in parecchi. Prima Maroni, poi lo stesso Bossi, nonché altri personaggi meno famosi ma altrettanto influenti nella galassia leghista.

A questo punto Tosi si candiderà?

Sì. Secondo molti osservatori veneti, non è detto che Tosi porti via voti solo ed esclusivamente a Zaia ma anche alla stessa Moretti. Nel momento in cui si apre il ventaglio di possibilità sulla scheda, alcuni moderati che in una scelta secca tra Zaia e Moretti avrebbero votato per la seconda, ora potrebbero invece scegliere Tosi. Ciò attutisce l’impatto di Tosi sul panorama regionale veneto.



Salvini avrebbe potuto evitare di espellere Tosi?

Se non voleva espellerlo, Salvini avrebbe dovuto dargli un ruolo di gran lunga superiore nel Veneto, e quindi anche la possibilità di scegliere buona parte dei consiglieri regionali. E’ proprio ciò che non voleva Zaia. Tosi voleva inoltre “pesarsi” con una sua lista del Faro rispetto a una lista Zaia. La scelta era molto delicata.

Perché?

Accettare queste cose per Salvini avrebbe voluto dire contraddire la sua stessa linea politica che, a differenza di quella di Tosi, in questo momento è di completa chiusura verso Ncd. Da un certo punto di vista Tosi non ha tutti i torti, in quanto l’autonomia della Liga Veneta è stabilita dallo Statuto della Lega nord. Anche se lo stesso Bossi non si è mai fatto problemi a espellere tutti quelli che si mettevano di traverso rispetto alla sua linea politica.

E’ una Lega poco federalista?

E’ sempre stato è un partito molto centralista, anche ai tempi di Bossi.

 

Che cosa cambia per Salvini con Tosi espulso e con Berlusconi assolto?

Per Salvini diventa tutto più difficile. Intanto deve vincere in Veneto, altrimenti rischia che qualcuno metta in discussione il suo ruolo di leader della Lega nord. In secondo luogo Berlusconi non ha alcuna intenzione di farsi da parte. I sondaggi continuano però a dare la Lega in vantaggio rispetto a Forza Italia. Se l’aria non cambierà ci aspetta una grande lotta Salvini-Berlusconi per la leadership del centrodestra.

 

Quali potrebbero essere le conseguenze del voto in Veneto?

Se i numeri daranno ragione a Salvini e a Zaia, entrambi saranno più forti, la leadership di Salvini sarà evidente e quindi il segretario confermerà di avere il vento in poppa. Se invece la Lega nord dovesse uscire sconfitta in Veneto, si aprirebbe un periodo molto difficile per Salvini. Queste elezioni sono uno spartiacque per confermare o meno la linea politica di Salvini, di una Lega nazionale e di una destra alleata con Le Pen.

 

Dopo l’assoluzione Berlusconi torna a essere politicamente agibile?

Solo a metà perché per i prossimi due anni non è eleggibile. Può soltanto fare campagna elettorale, ha recuperato la possibilità di muoversi liberamente sul territorio nazionale, però non può candidarsi né essere eletto né votare.

 

Anche Grillo, Renzi e Salvini non sono stati eletti nel Parlamento italiano…

Il punto è che il nome di Berlusconi è un formidabile motivo per votare il suo partito. Il fatto che non possa essere eletto gli impone di scegliere qualcun altro come candidato per Palazzo Chigi, e sarà difficile che non faccia i conti con Salvini.

 

Salvini potrebbe essere il nuovo candidato di tutto il centrodestra?

Lui punta a questo, poi bisognerà sentire anche gli altri. C’è il veto di tutta l’area moderata cui si aggiungono le perplessità di Fitto.

 

Ma come si farebbe con l’attuale legge elettorale che prevede un premio di lista e non di coalizione?

Le coalizioni dovranno formare delle liste e forse anche inventarsi dei simboli alternativi a quelli dei partiti. Ma soprattutto i candidati presidenti saranno fondamentali.

 

(Pietro Vernizzi)