“In questo momento la resa dei conti in Forza Italia riguarda un assetto di potere. Da un lato ci sono i fittiani e i verdiniani, per i quali Berlusconi appartiene al passato, dall’altra c’è il cerchio magico convinto che il Cavaliere possa ritornare in pista”. Lo afferma Fabrizio D’Esposito, giornalista politico del Fatto Quotidiano, secondo cui “i parlamentari verdiniani hanno espresso la speranza che Berlusconi fosse ancora impegnato con i problemi giudiziari e quindi non fosse in grado di padroneggiare il partito”. Per l’esperto il gioco di Verdini è semplice: sfruttare la sponda di Renzi per mostrare ai parlamentari di Forza Italia di essere l’unico possibile garante della durata della legislatura fino al 2018, e quindi del fatto che possano rimanere in carica.



Qual è la vera partita dietro l’esultanza di Berlusconi per la sua assoluzione?

L’assoluzione di Berlusconi è arrivata nel giorno stesso del voto sulle riforme alla Camera, che ha segnato una frattura fra i verdiniani e i berlusconiani ortodossi. Dopo che per un anno a dettare legge è stato il Patto del Nazareno, quando poi Berlusconi lo ha fatto saltare dentro a Forza Italia è prevalsa la logica del cerchio magico.



Con quali conseguenze?

Verdini ha perso la partita contro personaggi quali Mariarosaria Rossi, la Pascale e Giovanni Toti e lo scontro si è acuito con il tempo. I verdiniani speravano che Berlusconi fosse ancora impegnato con i problemi giudiziari e quindi non fosse in grado di padroneggiare il partito. E’ accaduto però l’esatto contrario.

La linea di Verdini è stata sconfitta?

Sì. I verdiniani hanno fatto marcia indietro rispetto al voto sulle riforme, e Berlusconi ha mantenuto la linea dura in Forza Italia per quanto riguarda la gestione del partito. In realtà il vero scontro nasce dal fatto che sia la componente di Verdini sia quella di Fitto ormai pensano che leadership del Cavaliere sia appannata. Il cerchio magico invece è convinto che Berlusconi possa tornare in pista.



E dal punto di vista ideologico quali sono le differenze?

Non ci sono delle vere differenze ideologiche. Né Fitto né Verdini credono in una rinascita del centrodestra con un ruolo centrale di Berlusconi, mentre gli altri si aggrappano al Cavaliere come unico leader possibile. In questo momento la resa dei conti in Forza Italia riguarda un assetto di potere.

Ma che cosa rappresenta Verdini in Forza Italia?

L’argomento di Verdini per convincere i suoi a seguirlo è quello di dire che è l’unico a poter garantire loro che, grazie all’asse con Renzi sulle riforme, potranno restare in parlamento fino al 2018. Altrimenti si va a votare con il Consultellum, e molti deputati e senatori di Forza Italia non saranno rieletti.

Come valuta l’intervento del vescovo Galantino sulla questione morale?

A essere cambiato non è che la chiesa intervenga in questioni politiche nazionali, quanto piuttosto il contesto politico. L’Avvenire di Dino Boffo aveva come presidente il cardinal Angelo Bagnasco, anche se il vero riferimento politico era il cardinal Bertone, che da segretario di Stato si era ritagliato in maniera anomala il ruolo di ambasciatore vaticano presso la politica italiana con posizioni molto vicine al centrodestra. Le dichiarazioni di Nunzio Galantino documentano appunto che il clima è cambiato.

 

Di che cosa è espressione Galantino?

Galantino non è né Ruini né Bertone, ma è espressione della Chiesa di Bergoglio che è più distante dai palazzi ed è molto più sensibile alla questione sociale. Le parole di Galantino si limitano a constatare che comunque quei fatti sono provati, in quanto la prostituzione c’è stata ma non era minorile.

 

Anche Bagnasco è intervenuto sull’argomento…

La frase di Bagnasco sancisce anche dal suo punto di vista la fine di un ciclo politico. La verità è che anche la Chiesa si rende conto che Berlusconi non è più un cavallo su cui puntare.

 

A questo punto come evolverà la partita nel centrodestra?

Con Berlusconi bisogna andare cauti con le previsioni, perché è sempre risorto e ha molte più di sette vite. Il banco di prova saranno le Regionali. Se Berlusconi riuscirà a incidere contribuendo alla vittoria del centrodestra in Veneto, a tenere in piedi la Campania e magari a fare qualche altro “miracolo”, allora significa che è ancora centrale. Se invece le regionali dovessero segnare un prevalere della Lega e una debacle di Forza Italia, Berlusconi è veramente alla fine della sua parabola politica.

 

Di quale vitalità dispone ancora Berlusconi?

Berlusconi non è lo stesso di 20 anni fa ma neanche di due anni fa. Ha preso un po’ di entusiasmo dopo la sentenza della Cassazione di martedì, ma è come Maradona che scende in campo a 40 anni con la pancetta. La sua vera specialità sono sempre state le campagne elettorali, e può darsi che qualche gol lo farà. Resta il fatto che la presenza di Berlusconi complica ancora di più la rinascita del centrodestra. Al di là dei due modelli che si combattono, mettere insieme i centristi o allearsi con la Lega, non si riuscirà a trovare una soluzione definitiva finché il Cavaliere resterà in campo.

 

(Pietro Vernizzi)