“Stiamo parlando di un ingegnere figlio di un ministro che è stato assunto da precario con uno stipendio da 1.200 euro lordi al mese. Lupi si dovrebbe dimettere perché non è riuscito a trovare un lavoro più decente per suo figlio”. E’ la battuta di Piero Sansonetti, direttore de Il Garantista ed ex direttore di Liberazione. Da un lato Sel e M5S hanno chiesto le dimissioni del ministro, presentando delle mozioni di sfiducia. Dall’altra il sottosegretario Graziano Delrio ha replicato: “Io penso che dobbiamo stare ai fatti: Lupi non è indagato, i fatti non sono tutti a nostra conoscenza. Non c’è nessun obbligo da parte del ministro, ci sono poi le valutazioni politiche che sono oggetto di valutazioni complessive che si stanno facendo in queste ore”. Mentre il sottosegretario alle Riforme costituzionali, Ivan Scalfarotto (Pd), ha aggiunto: “Cerco di restare legato ai miei principi di garantista, non mi voglio associare al massacro collettivo. Le vicende si dipaneranno in queste ore e il ministro Lupi sicuramente avrà occasione di farci saper quale è la sua posizione”.
Sansonetti, partiamo dalle parole di Scalfarotto. Lei che cosa ne pensa?
Quello che dice Scalfarotto mi sembra ragionevole. Stiamo parlando del fatto che il figlio ingegnere di Lupi ha trovato un lavoro da precario da 1.200 euro lordi al mese. Se questo è uno scandalo perché è un privilegio, devo avere perso completamente il senso della morale. Un giovane ingegnere ha bisogno della raccomandazione di un padre ministro, altrimenti rimane disoccupato? Mi domando di che cosa stiamo parlando: tutt’al più la vergogna è che i giovani non riescono a trovare lavoro.
Per Grillo e Sel, Lupi si deve dimettere…
Vogliamo dare un’occhiata ai figli dei magistrati che lavorano nei giornali? Possiamo persino supporre che i magistrati diano le notizie ai giornali perché i direttori hanno assunto i loro figli. Tra l’altro Lupi mi è sempre stato particolarmente antipatico, ma quello di cui stiamo parlando è una cosa folle.
Renzi vorrebbe che Lupi si dimettesse?
Renzi non può volere altro che Lupi si dimetta, perché così gli leva il problema. Ieri il premier ha ricevuto una minaccia dalla magistratura di tipo golpista. Quando il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli, dice al presidente del consiglio che “i magistrati sono stati virtualmente schiaffeggiati e i corrotti accarezzati”, è un avvertimento degno dell’Argentina di Videla. Renzi deve stare attento perché rischia grosso.
Che cosa sta accadendo?
E’ una situazione pericolosissima, perché i magistrati, che sono un potere forte, stanno facendo pagare al governo il fatto che sono state accorciate le loro ferie da 45 giorni ed è stata introdotta la responsabilità civile, che costerà loro al massimo 100 euro di assicurazione l’anno. I magistrati sono scatenati e potrebbero fare di tutto, l’uscita dell’Anm di ieri è di una gravità inaudita. Il presidente della Repubblica e il Csm dovrebbero intervenire.
Renzi a suo tempo aveva chiesto le dimissioni della Cancellieri. E’ un giustizialista o un garantista?
Renzi è garantista da pochissimo, lo è diventato una ventina di minuti fa. In passato non lo era mai stato, ma questo succede a quasi tutti i politici italiani: ogni tanto hanno un attacco di garantismo ma poi gli passa velocemente.
Pare che Incalza condizionasse “politicamente” Lupi e non viceversa. E’ giusto che un super-manager goda di così tanto potere?
Questa è tutta un’altra questione e penso che non sia giusto. Se ci poniamo il problema dello strapotere dei super-manager, mi sembra una questione molto seria. Tutti si preoccupano di aumentare le pene per la corruzione, che già sono molto alte, mentre nessuno si preoccupa di riformare il sistema degli appalti, che sarebbe l’unico modo per frenare la corruzione. Se la questione è questa mi fa piacere partecipare al dibattito, se invece si vuole fucilare Lupi per la vicenda di suo figlio resto sgomento.
Il premier aveva tentato di portare la struttura di missione sotto Palazzo Chigi. Che cosa ne pensa del metodo Renzi in questo specifico caso?
Il metodo Renzi è sempre lo stesso: chiacchierare tanto e fare poco. La riforma del sistema delle opere pubbliche però è un tema serissimo, peccato che non interessi quasi a nessuno. L’unica cosa che appassiona è quando si parla di aumentare le pene. Se si introducesse l’impiccagione per chi prende una tangente si farebbero felici quasi tutti.
Perché il problema non è la corruzione ma gli appalti?
Perché gli appalti non sono mai trasparenti e ci sono competenze che sono assegnate a poteri incontrollati e incontrollabili. Il sistema basato sull’asta al ribasso inoltre non funziona. Dovrebbe essere un’autorità a stabilire il costo di un determinato lavoro, e poi la gara dovrebbe essere su chi è in grado di farlo nel minor tempo possibile. In questo modo invece un imprenditore vince la gara per 50mila euro, e poi con tre revisioni di prezzi arriva a 500mila euro.
(Pietro Vernizzi)