Maurizio Lupi è l’uomo del momento, tanto da diventare esercizio di stile giornalistico da parte del mondo della carta stampata, ovviamente sovvenzionata dai fondi pubblici, dagli editorialisti ai collaboratori esterni. E se fa notizia il servizio televisivo in cui una giornalista di Ballarò parla con un centralinista (che conferma quanto detto dal ministro e nonostante l’insistenza della ragazza non può dire nulla su fatti di cui è all’oscuro, in quanto centralinista, non addetta alle relazioni esterne, non capo del personale, non presidente della compagnia, ma la prima che ha risposto al centralino) allora anche il servizio di colore della presenza a Made Expo di Lupi diventa esempio di grande informazione. Nessuna notizia, intendiamoci, nessuna domanda. Il vox populi ne è un grande esempio: “adesso arriva Lupi, eh…”, “Ah, ho capito tutto, meglio che non dico niente”. Mah. Che vuol dire? E dopo aver messo in imbarazzo una hostess, raccolto dichiarazioni incomprensibili, rubato inquadrature a “La Grande Bellezza”, usato spezzoni di colonne sonore degne di un film di Lino Banfi, ci si aspetta che arrivi lo scoop. E tra battute del tipo “sa che ore sono?” “no, non ho un rolex non sono un politico” (sicuramente spontanea, risponderemmo tutti così, e penseremmo che sia combinata solo se ci fosse di mezzo Barbara D’Urso), eccone un’altra “nel settore dell’edilizia fatichiamo tutto il giorno e cerchiamo di fare qualcosa di buono, poi se l’Italia è equiparata ai paesi africani in quanto a corruzione allora va bene, va bene tutto”. Che vuol dire? Forse siamo di fronta a una notizia da approfondire? No, strano ma vero, in questo caso il giornalista ha colto che si trattava di un esempio paradossale e non di una frase che – scritta o condita da qualche inquadratura presa da “Il Padrino” – potrebbe suonare molto male. Meglio così, per una volta esempio di buon giornalismo. Meglio tornare a insinuare che il figlio di Lupi (che a quanto sostiene il padre è laureato con Lode al Politecnico di Milano) abbia trovato lavoro solo grazie al padre. Magari intervistando il rettore del Politecnico. “Il 96% dei laureati del Politecnico trova subito lavoro perchè ha qualcosa da dare all’Italia”, dichiara il rettore. Ovviamente il germe del sospetto deve essere sparso anche qui, perchè pare logico che uno studente laureato con lode in un ateneo dove il 96% di tutti i laureati trovano lavoro (quindi anche con il minimo, non ci risulta che tutti prendano la Lode al Politecnico di Milano) sia proprio facente parte di qul 4% che non ce la fa da solo. O magari chissà si è laureato solo perchè figlio del Ministro. Naturalmente anche qui meglio non approfondire, ma brandire la telecamera: “comunque non si preoccupi, mio figlio ha solo sei anni”. Roba da correre a intervistare la maestra.