“Alfano non farà cadere Renzi, perché sa benissimo che se ci provasse i suoi voti sarebbero subito rimpiazzati da quelli di Berlusconi”. Lo afferma Vittorio Sgarbi, critico d’arte, ex sottosegretario ai Beni culturali e deputato per quattro legislature. Ieri il ministro per le Infrastrutture e i trasporti, Maurizio Lupi, si è dimesso ribadendo: “Me ne vado a testa alta. Non chiedo garantismo perché dai pm non c’è nessuna accusa. Il lavoro fatto in 22 mesi non può essere cancellato in tre giorni”.
Sgarbi, cominciamo da Sabelli, che martedì scorso ha attaccato il governo. E’ in atto un conflitto Renzi-pm per la legge sulla responsabilità civile dei magistrati?
Certi magistrati come Sabelli andrebbero portati davanti al Csm. Ricordiamoci che un uomo come Vittorio Emanuele di Savoia è stato tenuto agli arresti domiciliari per quattro mesi, e poi assolto da tutte le accuse. L’inchiesta era stata inventata da Henry Woodcock interrogando Flavia Vento e Totti su una vicenda di prostituzione che non esisteva. Per questa vicenda Vittorio Emanuele è stato risarcito con 40mila euro, che abbiamo pagato noi italiani. Questo episodio documenta che la legge sulla responsabilità civile dei magistrati era una necessità.
Come esce il governo dal caso Lupi?
Il caso Lupi rafforza l’esecutivo, perché mostra che “la moglie di Cesare deve essere senza macchia e senza sospetto”, come disse l’imperatore dopo avere ripudiato sua moglie. Lupi si dimette senza essere indagato. Di fronte ai sospetti dei giornali il presidente del Consiglio ha mostrato di non avere nessuna forma di indulgenza, e questo dal suo punto di vista è un ritorno d’immagine positivo.
E Lupi come ne esce?
Le intercettazioni sono entrate molto nel dettaglio della vicenda, mostrandoci l’ex ministro mentre fa quello che ogni padre vorrebbe fare. Intanto, Renzi ha nel governo quattro sottosegretari indagati cui non ha chiesto di dimettersi. Da questo punto di vista la contraddizione è del premier.
Perché Renzi non ha difeso Lupi?
In questa vicenda c’è un peccato originale: Lupi fa parte di una compagine che ha una funzione ricattatoria. La maggioranza ha bisogno dei voti di Ncd, che però al momento della formazione del governo Renzi non ha soltanto chiesto tre ministri ma ha preteso di avere gli stessi posti che aveva nel governo Letta. Questo è stato un atteggiamento insopportabile, perché si è trattato di un condizionamento grave dell’autonomia delle decisioni del presidente del Consiglio.
E adesso?
A Lupi va reso l’onore delle armi, ma è inaccettabile che Alfano abbia detto: “Voglio gli stessi posti che avevo nel governo precedente”. E’ stato questo il motivo per cui Renzi si è mostrato così poco propenso a difendere Lupi.
Che cosa ne pensa di quanto emerge dalle intercettazioni?
Lupi non ha chiesto di assumere suo figlio, ma soltanto di ascoltarlo per dei consigli. E lo stesso orologio regalato non andava automaticamente restituito dal figlio solo perché il padre era un ministro: se adottiamo questo metro, nessuno ne esce innocente. Lupi insomma ha delle argomentazioni a sua discolpa, e quindi dimettendosi si è comportato con onore, uscendone molto meglio della Cancellieri, che è finora il caso più simile a quello di Lupi, perché non c’erano reati ma una situazione eticamente poco chiara. Per il resto, Ercole Incalza è un super-manager con un potere molto consolidato, e dimostra che l’apparato burocratico in Italia è un vero problema per lo Stato. Il ministero delle Infrastrutture peraltro è uno dei più ricchi in Italia, e per questi motivi è stato più difficile perdonare aspetti veniali come il Rolex.
Che rischi corre a questo punto il governo Renzi?
Alfano non toglierà certo il suo sostegno al governo. Ma se dovesse verificarsi uno scenario di questo tipo, a quel punto sarà Berlusconi a dare a Renzi i voti che gli servono per continuare ad avere la maggioranza. Il premier quindi non corre nessun rischio.
Può già contare sul soccorso di Berlusconi?
Sì. Ma siccome lo sa anche Alfano, il quale in questo momento si trova stretto tra due fuochi, il ministro dell’Interno non uscirà dalla maggioranza per evitare di vedere Berlusconi che prende il suo posto.
Berlusconi non si è legato al dito la vicenda di Mattarella?
Berlusconi se la lega al dito un giorno e se la slega il giorno dopo. Anche se continua a dire che non sosterrà mai più il governo Renzi, se appena ci fosse bisogno di lui lo voterebbe subito.
Il Pd è pronto ad accettare di essere “salvato” da Berlusconi?
Se ha accettato Alfano, il Pd accetterà anche Berlusconi. Ma il dato di fatto è che a Renzi sta molto più simpatico Berlusconi di Alfano. Il premier non riesce a capacitarsi che il leader di Forza Italia gli abbia voltato le spalle, in fondo Renzi gli vuole bene anche se non può dirlo apertamente.
(Pietro Vernizzi)