“Se Renzi avesse voluto avrebbe potuto salvare Lupi, ma ha scelto di abbandonarlo al suo destino pur senza dirlo esplicitamente. E il risultato è che si trova con un governo rafforzato e con una struttura di missione che rientra nell’orbita di Palazzo Chigi”. E’ l’analisi di Stefano Folli, editorialista di Repubblica, all’indomani delle dimissioni del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi. Puntuale il commento del presidente del Consiglio, che ha parlato di “una scelta politica degna, di sensibilità, giusta e con motivazioni che capisco bene”.
Lupi ha detto: “Le mie dimissioni rafforzano il governo”. E’ veramente così?
Da un certo punto di vista è vero: si elimina un punto di frizione, il ruolo politico di Ncd si attenua ulteriormente e questo rafforza il governo perché lo consolida ancor di più intorno alla figura di Matteo Renzi. Ncd è sempre meno un soggetto politico autonomo e sempre più un partito che ha vincolato se stesso alla presenza nel governo e quindi al destino di Renzi.
Nessuno in Ncd ha difeso esplicitamente Lupi. Il partito di Alfano si sta squagliando?
Segnalo che c’è stata l’eccezione di Nunzia Di Girolamo. Ma comunque è in atto una trasformazione di questo partito in una formazione governativa fatta di ministeri e di sottosegretariati. Questa non è una prospettiva politica bensì una scelta fatta per puntellare il governo, una scelta che però si rivelerà di breve respiro. Non so che cosa succederà al momento delle elezioni, anche se gli attuali sondaggi su Ncd sono piuttosto severi.
Perché Renzi non ha chiesto esplicitamente le dimissioni di Lupi?
Renzi ha avuto qualche tentennamento, ma nel complesso ha lasciato che le cose facessero il loro corso. Ha fatto capire benissimo la sua intenzione di non proteggere Lupi, ma non lo ha detto esplicitamente. Ha lasciato che si consumasse questo psicodramma all’interno di Ncd, restando alla finestra ad aspettare gli eventi ed ha avuto ragione.
Quanto ha pesato la volontà di Renzi di portare sotto Palazzo Chigi la Struttura di missione in vista dell’Expo 2015?
Non credo che all’inizio ci fosse questa intenzione, né che la crisi sia stata innescata con questo obiettivo. Le cose sono avvenute per ben altre ragioni. Anche se la conseguenza finale di questa vicenda sarà che l’intero ministero delle Infrastrutture, e quindi anche la struttura di missione, rientreranno nell’orbita di Palazzo Chigi.
L’indebolimento di Ncd porterà il governo ad avere difficoltà in Parlamento?
Un rischio ci può essere sempre, ma non credo che nel breve termine a Renzi verranno dei problemi da parte di Ncd. Il problema di Renzi non è Ncd, quanto piuttosto la frattura con il centrodestra di Berlusconi in un momento in cui non è ancora chiaro quanto può essere determinante la minoranza del Pd.
E nel medio-lungo termine?
In futuro Ncd tenderà a dividersi. Soprattutto con una legge elettorale come l’Italicum, una parte finirà per confluire nel Pd e un’altra ritornerà in Forza Italia o cercherà di dare vita a una nuova aggregazione centrista.
E’ in atto un conflitto Renzi-pm?
Sì, c’è stata una polemica molto dura, ritengo per un madornale errore commesso dall’Associazione Nazionale Magistrati che ha mancato di rispetto al governo. Di qui in avanti ci potrà essere non dico un conflitto, ma un problema nel rapporto con i magistrati che devono ricordarsi di essere un organo dello Stato e non un potere in grado di contrapporsi al governo.
Cosa ne pensa dello zelo con cui i media hanno seguito il caso Lupi, rispetto alle vicende dei quattro sottosegretari indagati?
Lupi è una figura più importante ed era in una posizione di maggior rilievo rispetto ai quattro sottosegretari. Ma soprattutto l’ex ministro appartiene a un partito debole, e questo fatto ha avuto un suo peso. E’ anche per questo che è finito più facilmente al centro delle polemiche. D’altra parte le intercettazioni c’erano e le cose emerse sono abbastanza fastidiose.
Così fastidiose da rendere necessarie le sue dimissioni?
Sul piano personale penso che Lupi sia un uomo corretto, ma sul piano del risultato di queste intercettazioni, e quindi del “frullatore mediatico” che si è innescato, la sua posizione si era fatta difficile. Lupi poteva essere difeso se il presidente del Consiglio si fosse esplicitamente schierato dalla sua parte. Così però non è stato, e non lo ha difeso nemmeno il suo partito.
(Pietro Vernizzi)