Il premier Matteo Renzi ha chiesto lo stralcio della norma, contenuta nel decreto legge antiterrorismo, che avrebbe permesso allo Stato di spiare nei singoli computer. Probabilmente la decisione è maturata in seguito alle critiche del Garante per la Privacy che aveva espresso numerose perplessità. Il Governo ha precisato di voler affrontare la questione in maniera più approfondita, considerata l’importanza della privacy dei cittadini.



La Camera dei Deputati sta esaminando il dl antiterrorismo, emanato dal governo lo scorso febbraio con lo scopo di rafforzare gli strumenti a disposizione dello stato contro le organizzazioni terroristiche. Il Decreto Legge è stato duramente contestato dal Garante per la Privacy Antonello Soro, che ha evidenziato la mancanza di proporzionalità tra “le esigenze di rispettare la privacy e di garantire la sicurezza”, citando la decisione della Corte Giustizia Europea di annullare la direttiva sulla data retention, per motivi analoghi. Molto critico anche il deputato di Scelta Civica Stefano Quintarelli che, intervistato da “La Repubblica”, ha sottolineato l’eccessiva invasività delle acquisizioni informatiche previste dal decreto legge, che potrebbero provocare gravi effetti collaterali per la privacy dei cittadini, esponendoli a problemi difficilmente prevedibili. Quintarelli ha criticato, in particolare, la possibilità offerta allo Stato, da parte del decreto legge, di spiare all’interno dei singoli computer di tutti i sospettati, non solo per ragioni legate al terrorismo.

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