A una settimana dal caso Lupi che ha coinvolto da un punto di vista mediatico e dell’opinione pubblica il Governo Renzi, ilsussidiario.net ha chiesto al sondaggista Nicola Piepoli se le dimissioni del ministro delle Infrastrutture e lo scandalo intercettazioni e tangenti abbiano influito in qualche modo sulle intenzioni di voto degli italiani.  “La scelta di Renzi di scaricare Lupi è stata una vittoria per il governo, perché gli ha fatto guadagnare in termini di immagine che è l’unica cosa che conta per il premier. Mentre i sottosegretari possono rimanere al loro posto anche se sono inquisiti perché non contano nulla e quindi nessuno si cura di loro”. E’ l’analisi di Piepoli, secondo cui il nuovo soggetto politico di Maurizio Landini vale tra il 5 e il 10%. Per il sondaggista l’unico partito che negli ultimi due mesi ha registrato un cambiamento considerevole è il Pd che ha guadagnato il 4%. In questo momento il partito di Renzi è al 38%, l’M5S al 18%, la Lega nord al 16% e Forza Italia all’11%.



Il giustizialismo a corrente alternata di Renzi gli fa guadagnare o perdere voti?

La scelta di difendere i sottosegretari indagati non gli fa perdere nessun voto, perché nessuno si occupa di loro, mentre tutti si sono occupati di Lupi.

E l’atteggiamento nei confronti di Lupi gli ha fatto perdere o guadagnare?

La scelta di non difendere Lupi gli ha fatto guadagnare voti.



Perché?

Perché la gente pensa che finalmente c’è un po’ di anti-corruzione al potere.

Renzi fa la figura del leader severo e rigoroso?

Sì. Proprio quello che non è.

Quindi il governo esce complessivamente bene dalla vicenda Lupi?

Il governo esce molto bene, ha stravinto, meglio di così non poteva fare. Il presidente del Consiglio del resto non è mica Lupi.

Renzi passa per quello che caccia i “corrotti”?

Esatto, il capo del governo caccia i “corrotti” e così si rafforza.

Anche se Lupi non era nemmeno indagato?

Di che cosa si stupisce? Quello che conta in questo secolo è soltanto l’immagine e Renzi si adegua.



Mentre dei sottosegretari indagati non importa a nessuno, quindi possono rimanere al loro posto?

I sottosegretari non contano nulla. Cicerone diceva: De minimis non curat praetor. Il presidente del Consiglio non si cura di nullità come i sottosegretari.

Quindi loro possono essere anche corrotti?

Sì, ma Renzi non se ne cura perché non è suo compito.

Quanti voti vale Maurizio Landini?

Tra il 5 e il 10%.

E’ solo un voto alla sua persona o c’è un soggetto politico che può rappresentare?

Landini non è una persona, non ha caratteri, è soltanto un soggetto politico.

Nel frattempo Berlusconi è stato assolto nel processo per il caso Ruby. Quanto conta nei sondaggi questa assoluzione?

L’assoluzione di Berlusconi è ininfluente, non vale neanche mezzo centesimo di punto. Ormai i giochi sono fatti e chi ha dato ha dato e chi ha avuto ha avuto.

Neanche all’interno del centrodestra?

No. Oggi viviamo in un’altra storia, un altro mondo, un altro pianeta. Se Napoleone resuscitasse adesso lei lo voterebbe?

 

Ma Napoleone è morto, Berlusconi no…

Non ci manca molto.

 

Eppure la sua forza elettorale è ancora tutt’altro che trascurabile…

Che Berlusconi abbia tuttora alcuni milioni di fan è un dato di fatto. Ma tra dire questo e dire che l’assoluzione aumenta o diminuisce la sua presenza, è tutta un’altra questione.

 

Quanto conta l’espulsione di Tosi per la Lega?

La guerra tra Zaia e Tosi danneggia entrambi in base al detto del giornalista Mario Appelius secondo cui “la guerra la vince chi non la fa”.

 

La Lega nord sta aumentando o perdendo consensi?

Né li perde né li aumenta, almeno nelle ultime quattro settimane. Anche se per vedere gli effetti del caso Tosi bisognerà attendere un paio di settimane.

 

Qual è la sua sensazione?

La Lega nord non calerà in Italia bensì solo nel Veneto. Tosi è un locale e a livello nazionale potrebbe fare perdere al Carroccio soltanto l’1% In Veneto invece Tosi potrebbe prendere un terzo o un quarto dei voti della Lega.

 

Renzi riuscirà a portare nel Pd i berlusconiani delusi o prevarrà l’astensionismo?

Renzi fa aumentare di quota il partito senza bisogno di prendere voti da Berlusconi. Il Pd è aumentato del 4% in due mesi grazie alle politiche del suo segretario. Renzi è un genio della politica al cui confronto Andreotti impallidisce.

 

Quindi il Pd aumenta pur essendo al governo?

Sì, abbiamo a Palazzo Chigi il Leonardo da Vinci della politica.

 

Esistono dei precedenti di premier che aumentano i loro consensi così rapidamente?

Sì. Per esempio Franklin Delano Roosevelt, Charles De Gaulle, Winston Churchill durante la seconda guerra mondiale. Capi del governo che abbiano aumentato la quota di consensi del loro partito esistono. Resta il fatto che finita la guerra mondiale Churchill si è ripresentato alle elezioni e le ha perse contro il laburista Anthony Eden. E questo non perché gli elettori britannici si fossero spostati a sinistra, ma perché dal loro punto di vista una volta che Churchill aveva completato la sua missione di vincere la guerra era necessario un cambio di premier.

 

Secondo lei Salvini è un Renzi in piccolo formato?

E’ tutto un altro mondo. Come vitalità sono simili, ma la morfologia e l’espressione di questa stessa vitalità è molto diversa.

 

C’è qualcun altro che nella storia italiana abbia aumentato i consensi dopo un anno di governo come Renzi?

Tra il 1922 e il 1924 Mussolini è riuscito a quintuplicare i suoi consensi.

 

Ma all’epoca come si misuravano i consensi?

Esattamente come adesso: attraverso i sondaggi. Già negli anni Venti esistevano sondaggi fatti dal ministero dell’Interno.

 

(Pietro Vernizzi)