Dopo la sentenza di Strasburgo che ha condannato l’Italia per i fatti del G8 di Genova del 2001, la Camera dà il via libera al disegno di legge sul reato di tortura. Adesso il testo passa al Senato con 244 “sì”, 14 “no” e 50 astensioni. A votare contro il Ddl tortura è la Lega in quanto giudica le misure adottate un attacco alle forze dell’ordine. Ad astenersi è invece il Movimento 5 Stelle che lo reputa inefficace. Il disegno di legge prevede un’aggravante quando i fatti sono commessi da un pubblico ufficiale con una pena da 5 a 15 anni di reclusione e non 12 anni come previsto in origine. È stato anche inserito nel codice penale il delitto di istigazione a commettere la tortura con una pena che prevede la reclusione da 1 a 6 anni. Le nuove norme disciplinano che se dalla tortura viene causata la morte indipendentemente dalla volontà, le pene sono aumentate dei 2/3, mentre è previsto l’ergastolo qualora ci sia la volontà a causare la morte. Aumentati anche i termini di prescrizione del reato di tortura. Il Ddl inoltre prevede il divieto di espulsione di immigrati quando nel loro Paese siano sottoposti a tortura e viene esclusa l’immunità diplomatica quando i cittadini stranieri sono indagati o condannati nel loro Paese per il delitto di tortura. Il ministro della Giustizia è intervenuto invitando le forze dell’ordine a dare un segnale di compattezza: “La discussione sulla Diaz non pregiudichi un traguardo per tutto il Paese — ha dichiarato Andrea Orlando —. Un voto più ampio possibile consentirà al governo di andare a Strasburgo con un risultato che è di tutto il Parlamento”. Il premier Matteo Renzi ha parlato anche dell’allora capo di polizia Gianni De Gennaro: “Quello che è accaduto al G8 non ha niente a che vedere con il giudizio su De Gennaro”, aggiungendo che “per rispetto a Finmeccanica, ai suoi azionisti e alle persone che credono in quell’azienda, dico che il governo non ha alcun dubbio sulla competenza e le qualità del suo presidente”. Insomma quello di oggi è un passo avanti per colmare un vuoto legislativo del nostro Paese. Proprio il 7 aprile 2015, la Corte di Strasburgo ha condannato l’Italia per i fatti avvenuti alla scuola Diaz durante il G8 di Genova nel 2001. In particolare, la Corte ha anche ribadito come l’Italia non era in possesso di una legislazione adeguata al reato di tortura. A Genova, infatti, nella notte tra il 21 luglio e il 22, il IV Reparto Mobile della Polizia di Stato di Genova è entrato in azione nella scuola dove erano presenti i no global del Genoa Social Forum e hanno picchiato e arrestato decine di attivisti ferendone circa ottantadue, sessanta finirono in ospedale per le ferite riportate, tra queste c’era Arnaldo Cestaro, autore del ricorso presentato alla Corte di Strasburgo, al quale la Corte ha dato ragione. (Serena Marotta)