“Renzi vuole far passare l’Italicum perché, se per lui le elezioni regionali saranno un plebiscito, a quel punto sceglierà di andare al voto anticipato”. Ad affermarlo è Luciano Ghelfi, giornalista politico del Tg2, in un momento in cui lo scontro politico sulla legge elettorale sembra lasciare pochi spazi di mediazione. Ieri il ministro per le Riforme istituzionali, Maria Elena Boschi, ha dichiarato: “I numeri alla Camera ce li abbiamo. Abbiamo una maggioranza solida, come si è visto in questi mesi”, e quindi il voto di fiducia resta “l’estrema ratio”.
Renzi ha i numeri sull’Italicum?
I numeri li trova a forza. E’ più che probabile il ricorso al voto di fiducia, una pistola posata sul tavolo di una discussione davanti alla quale gran parte della sua minoranza interna si allineerà. In qualche modo questo potrebbe semplificare le cose alla minoranza perché dirà che non può votare contro un governo presieduto dal segretario del proprio partito.
Perché il premier ha deciso di dire no al dialogo?
Perché si è reso conto che c’è il rischio della tela di Penelope, cioè di non trovare più una quadratura del cerchio. Teme che la situazione sfugga di mano o che non sia più recuperabile.
Come vede invece la posizione della minoranza Pd?
La minoranza nei fatti si è ammorbidita, anche se i toni rimangono forti, in quanto ha ridotto la portata delle sue critiche a due soli punti: capilista bloccati e premio di lista. E’ evidente che la minoranza è in grande difficoltà e non trova alcuna sponda in Renzi e nei suoi. Pur di segnare un punto a suo favore, è stata costretta per ragioni tattiche a ridurre la portata delle critiche. Proprio perché Renzi è irremovibile, sperano di strappare una vittoria minima e simbolica su pochissime questioni. La lettera di Area riformista si spiega proprio in quest’ottica.
Se passa l’Italicum, verso quale Pd andremo?
Andremo verso un Pd a trazione renziana nel quale non saranno cancellate le voci di dissenso, ma saranno fortemente ridimensionate. Il gruppo parlamentare odierno, tanto alla Camera quanto al Senato, è frutto di designazioni di Bersani. Se passa l’Italicum ci sarebbe un profondo rinnovamento e ciò preoccupa molto i parlamentari democratici.
Renzi vuole andare a elezioni anticipate?
In Parlamento continua a riproporsi il tam tam in base a cui Renzi vuole andare a votare. Negli ultimi giorni sono stati in parecchi a dirlo, soprattutto persone della maggioranza. E’ un sospetto che hanno in molti, anche se ci sono ostacoli oggettivi come la clausola di salvaguardia che sposta l’applicabilità dell’Italicum molto in là nel tempo. Probabilmente Renzi non ha deciso se votare o meno, e saranno molto importanti le elezioni regionali. Se fossero un plebiscito per il premier, la tentazione sarebbe molto più forte.
Resta però l’incognita Senato…
Senza riforma costituzionale, si applicherebbe lo stesso meccanismo estendendolo al Senato. Riuscire a farlo per Renzi sarebbe semplice, ma dal punto di vista politico sarebbe una forzatura enorme su cui bisognerebbe anche capire se il Quirinale è disposto a lasciare correre.
Che cosa ne pensa invece del caso De Gennaro?
Il sospetto legittimo è che Renzi e Orfini stiano facendo un gioco delle parti. La Serracchiani, sicuramente ispirata da Renzi, ha detto: “Orfini parla a titolo personale, ma De Gennaro decida secondo la sua coscienza”. In qualche modo gli ha chiesto di andarsene, più o meno come è stato fatto con Lupi. Poi è intervenuto un fatto inatteso, cioè Raffaele Cantone ha constatato che De Gennaro era stato assolto. Ciò ha complicato le cose. E’ probabile che Renzi auspichi le dimissioni di De Gennaro, ma che si renda conto che non può forzargli la mano.
Perché il premier vuole che De Gennaro lasci?
Perché anche tra i grand commis dello Stato c’è bisogno di rottamazione. Per segnare una nuova fase, la scelta dei grandi manager pubblici è estremamente significativa. Un rinnovamento profondo anche in quel settore per Renzi può essere una bandiera da sventolare. Ci sono figure ai vertici da decenni come Conti, Scaroni, lo stesso De Gennaro che ha rivestito ogni tipo di incarico.
Che cosa accadrà nel frattempo al centrodestra?
Il caso più scottante è quello di Fitto, che non intende andarsene da Forza Italia e mira a conquistare tutto lo spazio possibile. Fitto continua a giocare al rialzo, per vedere fin dove Berlusconi cede. Nemmeno con la ricandidatura di tutti i consiglieri regionali uscenti in Puglia Fitto si è placato, anzi intende chiedere carta bianca. A un certo punto Berlusconi potrebbe essere costretto a cacciarlo.
(Pietro Vernizzi)