“All’indomani dell’approvazione dell’Italicum, il tema delle elezioni anticipate diventerà immediatamente all’ordine del giorno. Anche se il voto in Liguria rappresenta una grande incognita per il premier, perché la scissione di Cofferati rischia di portare alla vittoria di Toti”. Lo afferma Peppino Caldarola, ex direttore de L’Unità ed ex parlamentare dei Ds, secondo cui inoltre le dichiarazioni dell’Associazione Nazionale Magistrati all’indomani della sparatoria che ha ucciso tre persone a Palazzo di Giustizia sono “sorprendenti, sconcertanti e gravi”.
Perché le resistenze della minoranza Pd nei confronti dell’Italicum si sono affievolite?
Si sono affievolite perché la minoranza Pd è divisa al suo interno tra una parte che punta alla rottura e una parte, di cui Roberto Speranza è il punto di riferimento, che invece vuole dialogare. Il premio di maggioranza senza ballottaggio solo per chi supera il 40% e l’abbassamento della soglia minima al 3% sono modifiche venute da una trattativa tra maggioranza e minoranza Pd. Proprio per questo c’è una parte della minoranza che non se la sente di buttare a mare tutto. Infine c’è la determinazione di Renzi. Fatto sta che la minoranza Pd dovrà decidere nell’aula parlamentare se comportarsi da partito d’opposizione o accettare la regola principe di ogni democrazia, secondo cui a parte i casi di coscienza le maggioranze dentro ai partito determinano la linea.
Renzi vuole l’Italicum per andare al voto?
Nel momento in cui la legge elettorale sarà approvata rapidamente, il tema del voto anticipato sarà posto in sé. Renzi vuole liberarsi del ritornello che lo definisce “un premier non eletto dal popolo”. Può inoltre sfruttare il quadro disastroso dell’opposizione di centrodestra, con Forza Italia allo sfacelo e la Lega che non è comunque in grado di superare l’M5S. Infine il presidente del Consiglio ritiene di avere dalla sua alcuni dati economici che documentano un clima di fiducia nei confronti dell’Italia da parte di imprenditori e osservatori stranieri. Anche se ci sono delle incognite per Renzi, la principale delle quali è la Liguria dove il coagularsi intorno a Cofferati e al candidato radical di un’area di centrosinistra potrebbe infliggere un danno alla candidata del Pd.
Che cosa faranno i bersaniani quando si voterà l’Italicum?
Assisteremo allo stesso spettacolo delle altre volte: alcuni voteranno contro, altri si assenteranno dall’aula, altri ancora faranno di necessità virtù e voteranno sì. Quella dei “bersaniani” è peraltro un’etichetta cui non corrisponde un aggregato stabile. La sinistra interna in questo anno di opposizione a Renzi non si è unita su nulla, e anche la battaglia sull’Italicum è sconcertante. Fa un po’ ridere che la sinistra elevi le preferenze come totem, dopo che la loro abolizione è stato il cavallo di battaglia di tutti gli scorsi decenni durante i quali si è sostenuto che le preferenze esaltavano il voto di scambio.
Renzi porrà il voto di fiducia sulla legge elettorale?
Personalmente ritengo che non vada posta la fiducia. Qualche settimana fa il premier aveva detto che non avrebbe chiesto il voto di fiducia, e che se poi l’Italicum fosse stato bocciato si sarebbe andati a votare con il Consultellum. La fiducia potrebbe costringere la minoranza Pd a votare sì per non fare cadere il governo, ma sarebbe un gesto di egemonia. Molto meglio fare in modo che in Parlamento ciascuno si assuma le proprie responsabilità.
Che cosa ne pensa delle dichiarazioni dell’Anm dopo la sparatoria a Milano?
Trovo che questa presa di posizione dell’Anm sia veramente sorprendente, sconcertante e grave. Claudio Giardiello non ha ucciso solo un magistrato ma anche altre due persone che svolgevano lavori altrettanto utili. Chi ha sparato inoltre non rispondeva a una posizione politica, ma era un personaggio che si è rovinato con le sue stesse mani e che era animato da un odio profondo.
Perché allora questa polemica dei magistrati?
La polemica dei magistrati non c’entra nulla, e questo pretesto inaugurato da un’improvvida dichiarazione di Gherardo Colombo non è una bella pagina per il nostro Paese. Un conto è difendere l’indipendenza della magistratura, come faccio io stesso. Un altro è piegare un fatto di sangue perpetrato da un criminale comune per sostenere che sarebbe il frutto di una corrente di opinione sfavorevole ai magistrati.
Come valuta invece l’atteggiamento del governo nei confronti dei giudici?
Rispetto agli altri governi di centrosinistra, quello di Renzi è un po’ meno succube e un po’ più con la schiena diritta nei confronti dei magistrati. Dovremmo fare una valutazione un po’ serena sullo stato della giustizia in Italia, anche alla luce di tanti fallimenti di inchieste cui abbiamo assistito. Troppe persone sono state esposte alla gogna mediatica o incarcerate, e poi il tutto si è risolto in assoluzioni clamorose. Quindi c’è un problema di professionalità del magistrato inquirente. C’è una parte della magistratura che non è all’altezza del compito che deve svolgere, distratta com’è dalla voglia di comparire su tv e giornali e di ottenere il risultato mediatico.
(Pietro Vernizzi)