“Il regolamento della Camera è diverso da quello del Senato e prevede che quando si chiede la fiducia, il provvedimento in questione sia votato separatamente rispetto al consenso sul governo”. Lo spiega Lucrezia Ricchiuti, senatrice della minoranza del Pd, che rivela come “sulla legge elettorale si può chiedere il voto segreto. E quindi l’Italicum riceverà il voto contrario non solo della minoranza Pd, ma anche di una parte della stessa maggioranza”. Ieri il deputato del Pd, Francesco Boccia, ha presentato una proposta, ribattezzata “lodo Boccia”, per votare contemporaneamente riforma del Senato e legge elettorale.



Senatrice, che cosa ne pensa del lodo Boccia?

Il cosiddetto “lodo Boccia” era la nostra idea originaria. Con la trasformazione di Palazzo Madama nella “camera delle autonomie”, combinata con l’approvazione dell’Italicum, vengono meno alcune prerogative democratiche. In Senato abbiamo sempre ribadito che le due leggi dovevano camminare appaiate, o che addirittura la riforma costituzionale doveva venire per prima.



Si riuscirà a fare una coalizione trasversale con Forza Italia per bloccare l’Italicum?

Forza Italia è ormai un partito imploso, al cui interno vige una confusione generale. L’era Berlusconi è finita ma non c’è nessuno che raccolga la sua eredità. Fare ipotesi su come Forza Italia voterà sull’Italicum è quindi molto complicato.

Qual è la sua principale obiezione all’Italicum?

Il vero nodo è il ballottaggio di lista anziché di coalizione. Se si modificasse questa parte della legge, l’Italicum sarebbe votato. A molti non piacciono i capilista bloccati, ma non sono questi ultimi la vera questione dirimente. Con il ballottaggio di lista il Pd cannibalizzerebbe tutti gli altri partiti. E’ quindi importante che il governo modifichi questo aspetto.



Quindi non volete che il Pd tragga vantaggi dall’Italicum?

E’ indispensabile che anche gli partiti abbiano uno spazio, e che si trovi quindi una mediazione. Trovo pericoloso che un partito da solo si prenda tutto il potere: oggi c’è il Pd, ma domani ci potrebbe essere chiunque altro. E’ un errore quindi fare una legge elettorale di un certo tipo solo perché in questo momento ci fa comodo in quanto riteniamo di poter vincere. Ammesso e non concesso che alle prossime politiche riusciremo ad avere le percentuali delle ultime europee.

L’Italicum però ha il pregio di garantire la stabilità…

Anche una coalizione può garantire la stabilità. L’attuale governo è sostenuto da una coalizione, eppure Renzi si vanta ogni giorno della celerità con cui sono approvate le sue leggi. 

Sul Jobs Act la minoranza Pd ha di fatto accettato la linea del segretario. Sull’Italicum siete disposti a fare il muro contro muro?

Al Senato lo abbiamo già fatto rifiutandoci di votarlo. I miei colleghi alla Camera hanno già detto che non accetteranno imposizioni.

 

E se il governo ponesse la fiducia?

Teniamo conto che il regolamento di Camera e Senato è differente. A Palazzo Madama quando si chiede la fiducia, si votano contemporaneamente la fiducia al governo e il provvedimento. Alla Camera invece si vota prima la fiducia e successivamente il provvedimento, e un singolo deputato può votare in modo diverso. Per la legge elettorale è prevista inoltre la possibilità del voto segreto. I deputati potrebbero quindi votare sì alla fiducia al governo Renzi e no all’Italicum nel segreto nell’urna. A quel punto anche dei deputati del Pd che non appartengono alla minoranza potrebbero dire di no alla legge elettorale.

 

Quindi porre la fiducia non garantirebbe nulla?

Esattamente. Siccome questa cosa la sa anche il governo, non credo che lo faranno.

 

Molti esponenti della minoranza Pd alla Camera che abbiamo raggiunto, hanno preferito non commentare. Preparano qualcosa?

Francamente a questa domanda non so rispondere. Ma può essere che si trovino per concordare le dichiarazioni che faranno domani.

 

Il voto in commissione può riservare dei margini di manovra per chi è contrario all’Italicum?

Sì. Mentre il Jobs Act in commissione aveva una maggioranza favorevole, la legge elettorale non ha gli stessi numeri.

 

I contrari nel Pd però hanno detto che si faranno sostituire…

Normalmente quando non si è d’accordo in commissione ci si fa sostituire, per una questione di correttezza nei confronti del proprio partito.

 

(Pietro Vernizzi)

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