Dopo le dimissioni di Maurizio Lupi, Matteo Renzi riorganizza la squadra di governo. Secondo quanto si apprende da fonti ministeriali, alle 20 di questa sera Graziano Delrio dovrebbe giurare al Quirinale e diventare ufficialmente il nuovo ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. “Ci sono due presidenti che decidono per noi: uno è quello del Consiglio, l’altro della Repubblica. Decidono loro i tempi. Noi siamo sempre a disposizione del governo e del paese”, ha detto l’attuale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri parlando con i giornalisti. Graziano Delrio è nato a Reggio Emilia il 27 aprile del 1960. Si è laureato in Medicina, con una specializzazione in endocrinologia, per poi perfezionare gli studi tra Israele e Gran Bretagna. E’ docente presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, dove svolge anche la funzione di ricercatore.



Ha iniziato la sua carriera politica all’interno del Partito Popolare Italiano, assumendo il suo primo incarico istituzionale nel 1999, quando da primo dei non eletti subentrò al consigliere comunale Giuseppe Davoli, dimissionario in quanto nominato assessore. Nell’anno successivo è quindi stato eletto consigliere regionale, per effetto delle oltre 4mila preferenze riportate, andando a presiedere la Commissione Sanità e Politiche Sociali. Il 2001 lo ha quindi visto aderire alla nascente Margherita, il soggetto politico che ha in pratica sostituito il Partito Popolare, sotto la guida di Francesco Rutelli. Nel 2004 è poi stato prescelto dalla coalizione di centrosinistra in qualità di candidato sindaco per la sua città, una delle roccaforti dell’Emilia rossa. Alle elezioni comunali ha vinto agevolmente al primo turno, con il 63,2% dei voti, risultando di conseguenza il primo sindaco della città non proveniente dalle file dell’ex Partito Comunista Italiano. E’ stato poi riconfermato nel 2009, quando però ha ottenuto oltre dieci punti percentuali in meno, sempre al primo turno.



Nel 2011 è poi diventato presidente dell’Anci, l’associazione dei comuni italiani, dopo uno scontro tutto interno al Partito Democratico, cui aveva aderito all’atto della nascita, che lo ha visto contrapposto a Michele Emiliano, primo cittadino barese. Due anni dopo è invece stato chiamato a far parte del governo guidato da Enrico Letta, in qualità di Ministro per gli Affari Regionali, carica cui ha aggiunto la delega per lo Sport, dopo le dimissioni di Josefa Idem. Quando lo stesso Letta è stato avvicendato da Matteo Renzi, ha quindi ricoperto il ruolo di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Proprio in questo ruolo ha varato la controversa riforma delle Province, che ha in pratica svuotato le loro competenze in attesa di una modifica al Titolo V della carta costituzionale che sia in grado di decretarne l’effettiva cancellazione. Pur essendo indicato come un renziano della prima ora, negli ultimi mesi sono trapelate più volte voci di un raffreddamento nei rapporti con il Premier. Un raffreddamento che sembra parzialmente smentito dalla sua nomina in uno dei ministeri chiave, in cui l’ex sindaco di Reggio Emilia è chiamato a misurarsi anche coi detriti lasciati dalla vicenda che ha portato alle dimissioni di Maurizio Lupi. Proprio nelle ultime settimane è peraltro stato oggetto di una violenta polemica, a seguito del conferimento di una medaglia al figlio di Paride Mori, repubblichino ucciso dai partigiani nel 1944. La vicenda, dopo lo scoppio delle prime violente reazioni, aveva provocato un tweet da parte di Delrio, il quale aveva affermato che se la valutazione della commissione preposta era stata erronea ci sarebbe stata la revoca del riconoscimento. Una marcia indietro però non sufficiente, in quanto proprio il consiglio comunale di Reggio Emilia aveva poi approvato un ordine del giorno in cui si chiedeva l’immediata revoca della medaglia.



Altra polemica che ha interessato la figura di Delrio nei giorni passati, è quella relativa all’accusa mossagli da Libera, l’associazione diretta da Don Luigi Ciotti, di aver sottovalutato il fenomeno delle infiltrazioni mafiose in Emilia Romagna. Una accusa che ha fatto seguito alla pubblicazione del dossier annuale sul tema da parte di Libera, in cui il giornalista Lorenzo Frigerio accusa l’ex primo cittadino di Reggio Emilia di non aver mai compreso in tutta la sua gravità il fenomeno. Una sottovalutazione che se non sfocia in rilievi di carattere penale, sarebbe allo stesso tempo molto grave proprio in considerazione del ruolo ricoperto da Delrio. La polemica è relativa in modo particolare alla vicenda che interessa le infiltrazioni della criminalità organizzata in tutta la parte di territorio che va da Bologna sino a Piacenza. L’inchiesta condotta dalla magistratura ha già mandato in carcere oltre centosessanta persone e pur non vedendo indagato Delrio, ha provocato la forte censura di Libera.