“Se Renzi trasferisce Maria Elena Boschi dal ministero per le Riforme istituzionali a quello per le Infrastrutture, sarà un chiaro segno del fatto che non avrà intenzione di proseguire con la riforma del Senato e che quindi andremo a elezioni anticipate subito dopo l’approvazione dell’Italicum”. E’ la chiave di lettura di Luciano Ghelfi, giornalista politico del Tg2. Il governo ha optato per una sostituzione rapida dell’incarico lasciato vacante da parte di Maurizio Lupi, con un ministero importante come quello dei Trasporti che prepara un rimpasto di governo dalle proporzioni più vaste.



Sembrava che Renzi volesse tenersi l’interim, poi ha accelerato sul rimpasto. Per quale motivo?

Ci sono più motivi. Il primo è per non sembrare un accentratore, e in questo deve anche esserci stato uno scambio di idee con il presidente Mattarella che evidentemente gli ha chiesto di chiarire al più presto la situazione del governo e non vedeva di buon occhio un interim lungo. D’altra parte c’è la necessità di riequilibrare il governo, mettendo ordine in una coalizione un po’ “sfilacciata”.



Quanto sono forti gli appetiti nel Pd per il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti?

Gli appetiti sono fortissimi perché si tratta di un ministero nevralgico e tutte le opere pubbliche passano di lì. Non a caso a suo tempo ci fu un braccio di ferro tra Renzi e Lupi in seguito al tentativo di portare su Palazzo Chigi la cosiddetta “Struttura di missione”.

Nella giostra del toto-nomi è entrato anche Speranza. Ha un futuro da ministro?

Speranza è entrato nella giostra del toto-nomi perché qualcuno ha messo in giro questa voce, ma Renzi non ha mai pensato seriamente di sceglierlo. E’ difficile pensare che possa essere messo in un ministero così nevralgico quello che di fatto è un oppositore interno del premier. Quest’ultimo non può fidarsi fino in fondo di lui, anche se Speranza è stato molto leale come capogruppo. Scegliere Speranza vorrebbe dire un tentativo di arrivare a un accordo con la propria minoranza interna, suggellando l’intesa con una nomina di peso. Ma l’accordo per ora non è assolutamente vicino.



In che modo Renzi intende riequilibrare il suo governo?

Renzi vuole maggiore incisività d’azione e qualche ministro in più sotto la lente d’ingrandimento. Intende inoltre aumentare il peso dei suoi fedelissimi: non a caso il principale candidato per il ministero delle Infrastrutture è il suo braccio destro Graziano Delrio. Insomma sarà un governo ancora più renziano. Lo stesso fatto che Renzi abbia chiesto a Ncd l’indicazione di una donna è stata un’abile mossa per sbarrare la strada a una figura forte come Quagliariello.

La Boschi rimarrà ministro per le Riforme istituzionali?

La Boschi potrebbe essere spostata alle Infrastrutture o alla Presidenza del Consiglio al posto di Delrio. In realtà però la Boschi è molto utile per quello che sta facendo, che è esattamente quello che serve a Renzi. In questo la giovane ministra ha assolutamente assolto al suo compito, seguendo alla lettera le direttive che le erano state assegnate, tanto che è uno dei membri del governo più apprezzati da Renzi.

 

E Luca Lotti dove andrà?

Lotti è un renziano di ferro, forse persino più di Delrio. Ma se dovesse perdere la gestione dei fondi del Sud perché bisogna rinforzare il ministero per gli Affari regionali così da renderlo appetibile per Ncd, allora anche Lotti si potrebbe spostare.

 

Ncd batte i pugni, ma è destinato all’irrilevanza?

La vicenda Lupi ha lasciato una ferita, in quanto quest’ultimo non è stato inquisito né prima né dopo le dimissioni da ministro. Il sacrificio è stato grande, e non riuscire a ottenere una compensazione diventa una prova di debolezza. In questo c’è forse anche una diversità di accenti tra Alfano e i suoi. Non a caso si dice che il ministro degli Interni sia più disponibile a trattare con Renzi rispetto ad altri esponenti del suo partito.

 

Andiamo verso elezioni anticipate?

E’ un sospetto che gira in parlamento da qualche settimana. Si parla di questa possibilità anche se interromperebbe il percorso delle riforme costituzionali. Se Renzi dovesse spostare la Boschi alle Infrastrutture, vorrebbe dire che probabilmente il percorso delle riforme è destinato a interrompersi e che quindi siamo prossimi alle elezioni. Il ministro è stata piuttosto brava nel portare avanti le riforme, alternando durezza e disponibilità a trattare, e senza di lei queste ultime sono segnate.

 

(Pietro Vernizzi)